I terribili segreti di Maxwell Sim
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Opinioni inserite: 8
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Buffa follia
In linea di massima trovo che Coe scriva molto bene. Uno stile pulito di quelli capaci di dirti tante cose, pur usando solo il numero giusto di parole. Di quelli che non ti danno grossi scossoni, ma non ti lasciano mai abbandonato alla noia. di quelli che magari non ti fanno fare salti sulla poltrona, ma ti sanno stupire ed emozionare. In questo caso mi confermo sullo stile, mentre sulla tram ho qualche perplessità. La storia è quella di Mxwell Sim: un uomo in crisi che per lavoro inizia un lungo viaggio in auto come rappresentante di spazzolini da denti. Il viaggio si trasforma in una corsa folle che ha lo scopo di rimettere a posto tutte le cose della sua vita che non funzionano. Si tratta di un libro folle, visionario, dove il limite tra il reale e il fantastico non sempre è facilmente individuabile. Decisamente un romanzo fuori dal comune, nel complesso abbastanza gradevole da leggere, ma che in alcuni tratti si trascina stancamente tirandosi dietro il lettore, che lo segue solo per inedia. Altri capitoli invece incuriosiscono, e sono quelli che alla fine mi hanno convinta ad arrivare fino in fondo.
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Strampalato e accattivante
Il libro si apre quasi come un noir. Poi cambia prospettiva e diventa quasi una biografia, un racconto, a tratti divertente, a tratti ironico, a tratti malinconico. Sicuramente è una storia un po’ surreale, un po’ strampalata. Ma il personaggio ispira simpatia. L’autore con uno stile moderno e con anche un modo di fare che traspare dalla sua scrittura, crea empatia tra il lettore ed il protagonista, tanto che la lettura risulta piacevole, scorrevole e lascia il sorriso. E scalda anche un po’. L’ambientazione è in Scozia, terra meravigliosa, che rimane velatamente sullo sfondo. Il cuore del libro sta nel modo di raccontare i rapporti umani, così come anche la solitudine ed anche il caso che a volta può cambiare le vite. Ci sono anche personaggi non personaggi, come ad esempio la voce del navigatore che fa da compagnia nel viaggio. Anche quello del lettore è un viaggio, sul sedile del passeggero della macchina guidata dal protagonista. Ed il bello è che, quando arrivi alla fine, ti sei dimenticato come il libro era iniziato. Questo succede perché il libro ti ha catturato.
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I "Four Quartets" di Jonathan Coe
C’è tutta la tradizione letteraria britannica in questo bel libro di Jonathan Coe, “I terribili segreti di Maxwell Sim”, dall’ispirazione ai temi del romanzo picaresco, che dal settecento in poi ha dato un’impronta determinante allo sviluppo del novel fino ai giorni nostri, all’influenza palese, in alcuni episodi, della corrente gotica, la più idonea a creare quella atmosfera di suspense così gradita ai lettori. Né si può ignorare che uno dei temi centrali del romanzo sia il tentativo spasmodico di superare il conflitto padre-figlio, un diverso ma altrettanto efficace viaggio riconciliatore di Ulisse verso Telemaco e viceversa, sulle orme dell’insegnamento di Joyce.
Ma ciò che appare estremamente originale e interessante in questo romanzo è la struttura dell’opera, che non può né deve essere sottovalutata. Sulla scia dei “Four Quartets” di T. S. Eliot, che vengono ripetutamente citati perché versi cari al padre del protagonista Harold Sim, lui stesso poeta, il romanzo si sviluppa in quattro parti fondamentali, all’interno delle quali sono inserite quattro storie sottotitolate “Acqua: il disadattato”, “Terra:la buca delle ortiche”, “Fuoco:la fotografia piegata”, “Aria: The rising Sun”: i quattro elementi come quattro quartetti, leitmotiv del romanzo, quattro novels in the novel. L’ultimo capitolo, “Fairlight Beach”, riepiloga gli eventi e svela il vero significato dell’opera.
Al protagonista, Maxwell Sim, il cui nome è estremamente significativo, perché fa riferimento alla scheda telefonica, memoria di fatti, eventi, messaggi e spostamenti di ogni individuo che viva quest’epoca tecnologicamente avanzata, è affidato il compito di ripercorrere il passato durante il suo viaggio verso il futuro. Ed è qui che di nuovo ci si riporta ai “Four Quartets” di Eliot, i cui versi sono un chiaro riferimento alla teoria bergsoniana del tempo, fluire continuo di passato,presente e futuro, in cui ogni attimo di ciascuno è contenuto nell’altro. Dunque la memoria permette non solo di rivivere momenti passati, ma di procedere verso il futuro con maggiore consapevolezza e conoscenza.
La storia di Maxwell Sim, le sue vicende personali, i suoi rapporti con il padre, con le donne e con gli amici, il suo identificarsi con il navigatore solitario Donald Crowhurst, mistificatore e “disadattato”, non sono altro, tuttavia, nell’intento di Coe, che il mezzo per esplicitare una sorta di teoria del romanzo. Egli è il nucleo intorno al quale il romanziere raccoglie e sviluppa temi a lui cari, inserendo episodi, avvenimenti e riflessioni, tratti dall’esperienza personale. Dunque è anche questo il lavoro dell’artista: creare un’opera che abbia uno schema costruito quasi geometricamente, che possa comunque essere letta e recepita ai livelli più diversi, che tenga desta l’attenzione del lettore, senza risultare pedante o noiosa. E Coe vi è riuscito, una volta ancora, in maniera eccellente.
Una menzione particolare merita la copertina dell’edizione universale economica Feltrinelli, curata da Alessandro Lecis e Alessandra Panzeri, che contiene tutti i temi fondamentali del romanzo.
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Fare i conti con i propri demoni.
Stile molto originale e scorrevole, il protagonista ha un filo diretto con il lettore e lo rende partecipe di ogni suo recondito pensiero ed umore, la trama è tessuta come una tela del ragno con incastri e rimandi sapientemente articolati, un vero viaggio nella solitudine 2.0, faccia a faccia con le proprie debolezze e le proprie frustrazioni, in una società che non da scampo a chi rimane indietro. Un bel collage dove molta gente si può ritrovare senza problemi e alla fine bisogna dare atto a Coe che sa parlare alla nostra anima come pochi. Quattro stelle sul contenuto solo per il finale, poteva metterci un pò più di mordente. Un libro da leggere e conservare, può sempre essere utile.
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Finalmente un bel libro!
Quando un libro è scritto da uno scrittore vero... si riconosce alla prima pagina! Divertente, appassionante, profondo... questo libro ti prende pagina per pagina, fino al finale, originale, stravagante, alla Woody Allen (mi ha fatto pensare a Harry a pezzi).
Un viaggio che il protagonista non porterà mai termine, un altro che lo porterà in luoghi inesplorati di se stesso, in cui la sua storia e quella della sua famiglia saranno riscritti alla luce di una nuova consapevolezza.
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il viaggio
Sono contenta di aver letto questo libro di Coe, perché nonostante mi piaccia molto come scrittore dopo la lettura di: "La pioggia prima che cada" ne ero rimasta un pò delusa.. anche perché le mie alte considerazioni di lui si erano fermate, tanto per citarne uno, a "La casa del sonno"
Ho quindi affrontato questa lettura un pò reticente, ma già da subito mi sono fatta trascinare dallo stile narrativo chiaro scorrevole e stuzzicante, perchè la curiosità che il personaggio di MAXWELL SIM mi ha sprigionato è stata tanta! Curiosità che si scatenata attraverso la casualità e le coincidenze che hanno permesso a Sim di fare incontri e piccole scelte che lo hanno portato a vivere una sorta di avventura alla scoperta e alla comprensione di chi si è veramente.
Incontri che aggiungono tasselli in una ricerca interiore di se stesso fatta di ricordi del passato, che vengono analizzati e visti sotto una luce diversa, vera, di illuminazioni su come si vorrebbe vivere ma non si sa come poter arrivare a quella vita e su illusioni che gli permettono di sopravvivere.
Oltre agli incontri, il protagonista fa i conti anche con il periodo storico che sta vivendo e quindi la crisi economica e l'uso delle tecnologia come elemento tanto evolutivo del nostro millennio quanto una delle cause che distorce la visione della realtà e che uccide i rapporti tra gli esseri umani.
Si una piacevole lettura....e poi non so ma ho come la sensazione, soprattutto dopo aver letto il finale, che COE lo abbia scritto divertendosi. Ma questa sensazione non posso spiegarla perché è collegata ad elementi che il lettore scoprirà se si imbatterà in questo libro.
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A stare da soli si scopre se stessi
Maxwell Sim è un uomo solo. In un’Inghilterra contemporanea, circondato dalla tecnologia, si ritrova a fare i conti con una moglie che lo ha lasciato, una figlia che lo ignora, un padre che ha preferito l’Australia, un social network impietosamente silenzioso.
In una situazione del genere la maggior parte delle persone reagirebbe dandosi all’alcol o al gioco d’azzardo, si comprerebbe un cane o si convertirebbe al buddhismo e si rifugerebbe in Tibet. Ma l’eroe di Coe – perché solo un eroe, di questi tempi, farebbe una cosa del genere – lascia il suo lavoro e, fidandosi dell’unico amico che gli è rimasto, accetta la proposta di entrare a far parte della Guest Toothbrushes, una ditta produttrice di innovativi spazzolini ecocompatibili. E proprio per una speciale campagna pubblicitaria, Maxwell, foraggiato dall’azienda, si ritrova in viaggio verso la Scozia, per compiere una piccola impresa che si rivelerà la più grande della sua vita.
Nella macchina che gli hanno messo a disposizione, insonorizzata e tecnologicamente molto ben equipaggiata, si ritrova a fare i conti con un se stesso di cui è tentato di sfuggire la compagnia; guarda indietro al suo passato e quello che vede non gli piace, come se il senso di inadeguatezza che lo ha tormentato in tutti i suoi rapporti più importanti avesse a che fare con l’aver compiuto delle scelte fuori sincro rispetto alla sua vera inclinazione.
Maxwell comincia a mettere insieme i pezzi e non si tira indietro quando si presenta l’occasione di andare oltre: riparte dal rapporto più difficile, quello con un padre impossibilitato ad esserlo, che ha rinunciato ad agire e si è chiuso in un mondo tutto suo.
Riparte da lì, ma non solo; si spaccia per qualcun altro pur di riallacciare un rapporto con sua moglie e si ritrova catapultato nel suo passato peggiore, che gli chiede la verità su un esecrabile comportamento, con il quale ha distrutto un’amicizia; durante il viaggio si ritrova davanti un altro pezzo di quel passato e gli va incontro, con coraggio, solo per scoprire che non è quello che gli interessa.
La scrittura di Coe, posizionata su un registro a tratti un po’ patetico, conduce il lettore proprio dentro i pensieri, dietro le azioni e oltre le sconfitte: forse ha perso in brio, ma ha guadagnato in compassione.
Il paesaggio che diventa, nel procedere verso la gelida Scozia, man mano più estremo è contraltare perfetto per la discesa di Maxwell verso le sue più intime passioni, una scorza protettiva che gli permette di “spogliarsi” e sperimentarne la sensazione liberatoria.
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I terribili segreti di Maxwell Sim
Maxwell Sim, 48 anni, sta vivendo il periodo più difficile della sua vita, un rapporto inesistente con il padre, il matrimonio finito, una figlia cresciuta che non conosce più, neanche un amico vero e 70 amici di Facebook dai quali non riceve mai neanche un messaggio. Decide di licenziarsi per accettare un lavoro di rappresentante di spazzolini da denti ecologici che lo porterà a viaggiare fino al limite più lontano della Scozia. Ne approfitta per far visita a vecchi amici, una ex fiamma e alla sua ex moglie e il viaggio diventerà soprattutto un viaggio interiore che lo porterà ad analizzare se stesso, il suo passato, i suoi errori, le sue prospettive future. Quando avrà toccato il fondo (si ritroverà in auto, ubriaco, semi assiderato, solo e senza carburante in mezzo ad una bufera di neve), come spesso accade, potrà piano piano riemergere scoprendo un Maxwell Sim di cui non sospettava l'esistenza.
Un bel viaggio nelle paure dell'animo che Jonathan Coe riesce a farci sentire un po' anche nostre: la solitudine, la perdita degli affetti, la sensazione di inutilità, la paura di conoscere e conoscersi fino in fondo legate ad uno sfondo di attualità; l'ecologia, la crisi economica. Un finale della storia forse troppo facile e del libro…. surreale.