I privilegiati
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Fortuna favet fortibus
Il romanzo è a tratti arguto, a tratti scontato e dal messaggio non chiaro. Forse se il messaggio fosse stato più chiaro, tipo la ricchezza non fa la felicità, il libro sarebbe irrimediabilmente precipitato nel banale. Io credo che l'autore se ne sia reso conto restando perciò un po' più sull'indecifrabile e lasciando al lettore la scelta del messaggio nascosto perchè da un simile romanzo uno si aspetta un messaggio nascosto.
Io scarterei la ricchezza non fa la felicità perchè allo stesso modo nemmeno la povertà la fa e probabilmente la felicità non è di questo mondo. Il protagonista Adam si occupa di finanza e l'autore ci lascia ben capire che è un uomo senza scrupoli morali nel suo lavoro che non esita a azzardare con il danaro altrui per non far mancare il superfluo alla famiglia e soprattutto alla moglie che ama. Il figlio ci suggerisce che l'amore è la chiave di lettura. Nella sua famiglia un po' strana l'amore è l'unica cosa che conta: il resto è solo in vestito da sera. Non c'è secondo me una vera morale se non quella latina: fortuna favet fortibus. Tanta ricchezza bisogna avere le spalle robuste per sopportarla come il protagonista Adam e forse (meno) sua moglie se no può avere effetti collaterali pericolosi. Loro forse se la sono meritata anche se a scapito di chi non la merita. Ma questo per l'autore non conta, non dà un giudizio morale sulla ricchezza e le modalità truffaldine di procurarsela come fa in un certo senso Jorge volpi nel suo Memoriale dell'inganno.
Certo i figli di Adam, cresciuti da una madre troppo tenera, non sono altrettanto in gamba da sopportare il vuoto di una vita senza problemi in cui i soldi risolvono velocemente ogni questione per cui si crea un eccesso di tempo libero, una specie di vuoto interiore, che attira i figli della coppia, soprattutto April in droga, frequentazioni di gente losca e pericolosa ecc... Ma anche Jonas il figlio, che sembrerebbe sopravvivere bene alla ricchezza dei suoi dimostra debolezze simili a quelle delle sorella, per cui alla fine dei conti, l'autore conclude il romanzo buttandosi sull'amore. Ma anche a proposito d'amore ha la stessa visione confusa che aveva sulla ricchezza.
Al ritorno ho cominciato a temere che il nostro rapporto stesse diventando troppo intimo. Ti lascio. Ti avevo lasciata, poi ho cambiato idea e sono tornato. Vuoi sposarmi? .....Al ritorno sono finito in un fosso. Sono stato rapinato, ho battuto la testa e ho avuto un'amnesia. Non ricordo più nulla di ciò che è successo prima di ieri. Ho trovato il tuo indirizzo nel portafogli. Non ricordavo più il tuo nome. Non lo ricordo ancora. Andiamo a procurarcene di nuovi. Offro io.
La conclusione confusa è la parte che preferisco del libro.
Indicazioni utili
I privilegiati
“La povertà è spaventosa” disse Adam. “Il pensiero di non avere ciò di cui si ha bisogno è terrificante. Per questo la gente fa di tutto per evitarlo”.
Chi sono i privilegiati?
Treccani.it:
privilegiato - che gode di privilegi, cioè di particolari favori, riguardi, facilitazioni, vantaggi, persone, classi, categorie privilegiate…
Ecco spiegato tutto il senso di quest’ opera di Jonathan Dee, i privilegiati hanno una marcia in più, hanno tutto il mondo ai loro piedi, hanno ricchezze, hanno potere, insomma hanno un aurea diversa dagli altri.
J. Franzen lo ha definito “un romanzo arguto e seducente..” la mia amata Elizabeth Strout “una storia di ampio respiro con uno stile mirabilmente efficace”, io a lettura ultimata non ho capito il messaggio che voleva dare, ho faticato ad entrare nell’animo dei personaggi, ho faticato nella lettura perché a tratti noiosa e scontata. Ecco è stata una lettura scontata, troppo facile parlare delle ricchezze materiali e spirituali delle persone quando nel loro insieme non salta fuori niente di eccezionale, come parlare della felicità e dire che un ricco è felice e poi sappiamo che così non è per certi versi, che un ricco si può permettere di morire in una clinica a 5 stelle, che un ricco non sa come spendere più i soldi perché ne ha così tanti. A proposito di felicità non ho capito alla fine se questa famiglia di privilegiati è una famiglia felice, di certo li ho trovati una famiglia ricca piuttosto normale, come tante altre senza scorgere alcun contenuto così straordinario da renderli speciali, forse l’unica cosa speciale era l’amore duraturo e costante tra Cinthya Adam, sposati appena ventenni e innamorati come il primo giorno, bellissimo lui, bellissima lei (privilegio innato), forse salvo anche il figlio Jason che non vuole dimostrare di essere un giovane rampollo e frequenta l’ambiente universitario mischiandosi con gente comune, oppure la figlia April che trova piacere a frequentare ambientacci e drogarsi fino allo sfinimento con la totale consapevolezza di farsi del male. Insomma storie che abbiamo letto in altri testi, quasi somiglianti per contenuti e intensità, per questo lo boccio e per la totale “asetticità” che mi hanno lasciato questi personaggi così sicuri e scontati e poco calorosi, distaccati e freddi, forse l’obiettivo dell’autore era proprio questo, raccontare una storia fin troppo normale senza accanimenti nello sfarzo del troppo lusso.
"Restarono abbracciati finché scese il buio. Adam si sentiva invincibile come un martire, come un guerriero sacro. Come aveva fatto a non capirlo prima? Non esisteva niente di sbagliato, se non quello che lo era agli occhi di lei."