I nomi epiceni
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Èpicène
Protagonista di queste pagine è Claude, un giovane di venticinque anni che è follemente e perdutamente innamorato della sua Reine. Ma cosa accadrebbe se un giorno come un altro il castello d’amore venisse a disintegrarsi? È quello che accade all’uomo che apprende della notizia del fatto che la sua amata sta per sposarsi con un uomo che è il vicepresidente di una grande società di elettronica, che la porterà a vivere in quel della capitale francese e che le assicurerà una vita forse mediocre ma da benestante. Questa la scelta irrevocabile della (ex) compagna.
Da questi assunti prende campo il romanzo di Amélie Nothomb, opera che gioca sulla falsa riga dei nomi, appunto epiceni, ma che al contempo si interroga sulla vendetta, la collera e il dolore. Conosciamo gli aspetti più crudi e duri dell’animo umano, entriamo nella mente del tradito e assistiamo al suo restare sopraffatto da queste emozioni abiette e meschine. Come spesso accade, ovviamente, a farne le sorti sarà una terza persona, in questo caso Dominique, e in particolare la figlia, Èpicène.
Ancora una volta la romanziera non si risparmia e si interroga e ci interroga su quesiti affatto semplici o di facile analisi. Il risultato è quello di uno scritto che fa storcere il naso, che fa riflettere e che offre una diversa prospettiva sui legami della famiglia e sull’amore.
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Preferisci un maschio o una femmina?
Può una vita esser concepita per realizzare un disegno di vendetta?
Amélie Nothomb lo ritiene plausibile e grazie a Claude e Dominique – I nomi epiceni – ci racconta una storia noir, più nei contenuti che nella dinamica, che trova nella figlia Epicène (“Preferisci un maschio o una femmina? … Abbiamo due nomi epiceni… Ben Jonson, un celebre contemporaneo di Shakespeare, ha chiamato così una delle sue opere teatrali. Epicène è il nome, per lui, della donna perfetta”) la perfetta incarnazione della sinistra nemesi.
Giudizio finale: vendicativo, astioso, epiceno.
Bruno Elpis
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L'incarnazione del verbo to crave
Claude è un giovane di 25 anni innamoratissimo della sua ragazza, Reine. Un giorno, in modo completamente inaspettato, Reine comunica a Claude che sta per sposarsi e non con lui. Ha scelto un uomo che le garantirà una vita non mediocre: il vicepresidente di una grande società di elettronica che la porterà a vivere a Parigi in uno splendido appartamento sulla rive gauche. Reine lo ama? Non lo ama? Domande in realtà superflue: Reine ha scelto come marito il candidato ideale, questo è ciò che conta.
Inizia da queste premesse il nuovo libro di Amélie Nothomb, “I nomi epiceni”: un romanzo che indaga la vendetta, la collera e la sofferenza che nasce dal rifiuto, dal mancato amore di chi invece sarebbe stato chiamato ad offrirlo, questo amore.
L'autrice si diverte a tratteggiare un personaggio infimo, Claude, che non sa superare un abbandono da parte della donna amata e ne rimane letteralmente sconvolto: soccombe alla collera e trama un'assurda vendetta, travolgendo nel suo gioco perverso una ragazza ingenua che diventerà sua moglie, Dominique, e soprattutto la sua stessa figlia, Épicène. Quest'ultima dovrà affrontare la sofferenza maggiore.
«Dentro di sé l'adolescente sapeva che la sua battaglia contro il padre sarebbe stata molto più dura di quella che opponeva sua madre al marito. Dominique doveva trionfare sull'amore: praticamente aveva già vinto. Épicène doveva trionfare sull'odio: era un groviglio inestricabile.»
Nothomb racconta questa storia, per molti versi non convenzionale, facendo luce su atteggiamenti e comportamenti cattivi e turpi che però, purtroppo, caratterizzano spesso le relazioni familiari.
In conclusione, ci troviamo di fronte ad un romanzo breve ma intenso per il suo stile corrosivo e lapidario: una lettura coinvolgente per riflettere sull'amore da un'altra prospettiva.