I miei giorni alla libreria Morisaki
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Insipido, per il mio palato di lettore occidentale
E se un giorno scoprissi all’improvviso che il tuo fidanzato, e pure collega di lavoro, sta per sposare un’altra donna, la sua fidanzata ufficiale, mentre tu eri solo una distrazione, l’amante?
È ciò che succede alla protagonista di questo romanzo, Takako, che in un colpo solo perde fidanzato e lavoro. Non riuscendo più a sopportare la costante presenza dell’ex nella sua vita, talmente insensibile da voler proseguire la loro relazione anche dopo il fidanzamento ufficiale e in futuro il matrimonio, darà le dimissioni e si dedicherà ad un’unica attività: dormire.
Non potendosi permettere di continuare a vivere dei risparmi messi da parte, finirà per trasferirsi nella stanzetta sopra la libreria del suo eccentrico zio, scoprendo il piacere della lettura che la aiuterà a riprendere in mano la sua vita.
Nel farlo aiuterà anche lo zio e la ancor più eccentrica zia fuggitiva a capirsi e riallacciare il loro strano rapporto.
L’inizio è promettente, ma l’impressione è che del libro ci sia appunto solo l’inizio. Non c’è un vero sviluppo e sicuramente non c’è un finale.
Pur sapendo di non avere per le mani un libro della Kinsella e non aspettandomi certo un romance credevo che Takako avrebbe a un certo punto trovato l’amore, che avrei saputo che ne sarebbe stato della sua vita futura... Invece no. Quando pensi che stia per nascere qualcosa scopri che invece avevi frainteso, così come Takako stessa.
È una lettura veloce, fresca, scorrevole... che però non lascia nulla se non la sensazione di qualcosa di incompiuto. Forse bisogna essere abituati alla scrittura giapponese, non so, ma l’ho trovato un libro talmente delicato e impalpabile da essermi scivolato addosso come acqua. Il punto forte è l’atmosfera, l’ambientazione, ma non basta a emozionare, complici forse i personaggi: così caricaturali e appartenenti a una cultura talmente lontana dalla nostra che rendono difficile immedesimarsi.
Basti pensare che la reazione di Takako alle rivelazioni del fidanzato è... non fare nulla. Medesima reazione quella dello zio la cui moglie sparisce dall’oggi al domani con un semplice biglietto: non fare nulla. Non che sia nella cultura giapponese fare scenate, urlare, tirare pizze in faccia... però insomma... alla fine non si va a parare da nessuna parte. Con questo libro non ridi, non piangi, non lascia davvero nessuna sensazione.
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Tokyo, Jinb?ch?, Yasukuni-dori
Protagonista di questo simpatico racconto è Takako, venticinquenne appena lasciata da Hideaki che fraintendendo aveva considerato il suo fidanzato, superficiale e insensibile ma secondario rispetto alla narrazione principale; è tuttavia il pretesto per rompere con tutto e partire, la vita in un attimo si trasforma quando riceve la telefonata del simpatico zio Satoru. E’ lui che un bel giorno le offre un alloggio al piano di sopra in quella che è la sua piccola libreria da ben tre generazioni, in cambio di un aiuto nel lavoro.
Quando era ragazzina Takako e lo zio Satoru trascorrevano insieme tanto tempo, poi nell’adolescenza il carattere dello zio un po’ arrogante la allontana fino a farle rompere del tutto i rapporti.
Il primo pensiero che formulo, in modo del tutto spontaneo e immediato, è che questa narrazione potrebbe rivelarsi scontata se procederà come la mia mente ha immaginato. Ma sono pronta e speranzosa di sorprendermi.
Con questo suo romanzo d’esordio l’autore ha vinto il premio letterario Chiyoda ed è bestseller internazionale.
C’è un quartiere a Tokyo, Jinb?ch?, dove una strada, Yasukuni-dori è interamente dedicata alle librerie, ce ne sono di grandissime e di più piccole, ciascuna è specializzata in una vendita: autori moderni, testi accademici, copioni teatrali, vecchi albi illustrati, raccolte di fotografie… la libreria dello zio Satoru è la “Libreria specializzata in letteratura moderna - Morisaki”
Questo quartiere interamente dedicato alle librerie è il più grande al mondo.
Quello che per Takako è uno sgradevole odore di muffa che aggredisce l’olfatto all’ingresso, per lo zio Satoru “odora come le mattine dopo la pioggia.”
I libri non si riesce a vedere dove finiscono, sono ovunque, fino al soffitto.
Takako non riesce a capire, non coglie la bellezza.
“Poi ebbi come un presentimento, mi voltai e mi fermai a guardare.
Vidi la sagoma piccola piccola dello zio fermo al centro della strada che sventolava la mano verso di me, allora non riuscì più a fermarmi e scoppiai a piangere.
Con il volto rigato di lacrime, sventolai la mano a mia volta. Lo zio allora la sventolò ancora più forte. Alle sue spalle brillava il sole.
L’aria pungente del mattino sembrava annunciare l’arrivo della primavera, e io le andavo incontro a spasso spedito.”
Tutti i personaggi ispirano simpatia, zio Satoru e zia Momoko, gli amici Takano e Tomo, l’accogliente bar di Subouru che mi ha fatto desiderare di esser seduta affacciata sulla vetrata, in una giornata fredda di pioggia, a sorseggiare il tanto decantato caffè in compagnia del mio Wada.
“Ti aspettavo, poi estrasse un tascabile dalla borsa e lo posò sul tavolo. Era la copia di “Amicizia” di Mushanokoji che avevo dimenticato la sera prima di partire.”
Ignoravo la curiosità per la fiera dei libri usati di Kanda, dove in tantissimi accorrono da ogni parte per perdesi tra cataste e cataste di libri.
Non ho letto tanta letteratura giapponese. La narrazione procede lentamente, appare piatta come se nulla debba succedere se non ciò che accadrà, tutto sembrerebbe un po’ noioso, ma forse quello che io definisco noioso è il loro procedere tra passeggiate, libri e caffè dove rintanarsi e fare nuove amicizie.
Mi ritrovo anche io seduta in quei fumanti bar a guardarmi intorno assaporando la quieta giornata, stringendo in mano il libro che mi accingo ad aprire.
Tutto è fermo, se non fosse per quei pulviscoli di polvere che ballano nella luce.
Fuori la giornata va avanti come sempre.
Buone prossime letture.
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La sognante Jinbocho
In una Tokyo frenetica, frettolosa e individualista, si nasconde un quartiere magico e silenzioso: Jinbocho, che racchiude al suo interno più di 100 piccole librerie. È proprio all’ombra della grande città, che lettori appassionati si rifugiano nelle rassicuranti pagine dei libri, aprendo il proprio cuore e la propria mente a nuove storie. Jinbocho non segue le fredde regole di Tokyo: relazioni superficiali lasciano posto a legami autentici e duraturi, ritmi di lavoro alienanti vengono sostituiti dal desiderio di fare ciò che si ama. La protagonista, una giovane venticinquenne, si perde nelle logiche crude e incolori tipiche delle grandi città e si sente smarrita. Sarà proprio ritornando alla semplicità, all’amore disinteressato e sincero dei propri familiari che ritroverà la forza di ricucire le sue ferite e di guardare con ottimismo al futuro. È questo quartiere all’apparenza dimenticato a risvegliare nella protagonista il desiderio di vivere una vita piena e a renderla consapevole di ciò che è veramente importante. Soprattutto, questo libro sottolinea che tutti i fallimenti sono una preziosa occasione per prendere la mira e volare più in alto, verso i propri sogni.
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UNA LETTURA RILASSANTE
Con una trama semplice ma coinvolgente questo libro è riusciti a farmi sorridere e a farmi passare un paio di ore in assoluto relax. .
Adoro gli autori giapponesi sia quando affrontano temi più delicati, sia quando descrivono i problemi della società odierna, ma anche in questo caso quando raccontano una storia normale e riescono a renderla interessante.
Takako è in un momento difficile della sua vita, scopre che la sua relazione è in realtà fittizia perché il suo ragazzo si sta per sposare con un'altra donna che è la sua fidanzata e decide di lasciare il lavoro perché non sopporta più di vedere il suo ex. Si chiude in se stessa, nella sua stanza per giorni senza fare nulla, fino a che suo zio non le chiede di darle una mano nella libreria Morisaki, negozio che ha ereditato dal nonno.
Abitavo sommersa dai libri in una stanza al primo piano, un ambiente buio e angusto, umido, pervaso dell’odore di muffa tipico della carta vecchia.
Ciò nonostante, il ricordo di quelle giornate è ormai parte di me perché è proprio lì che la mia vita, la mia vera vita, è cominciata. Senza quell’esperienza tutto sarebbe stato molto più scialbo, banale, piatto.
Un posto importante, indimenticabile: questo è per me la libreria Morisaki.
I ricordi di quel periodo sono ancora vividi, pronti a emergere dai recessi della memoria.
La protagonista è titubante all'inizio ma accetta, perché non vuole andarsene da Tokyo e tornare nel suo paese Ky?sh? dove è cresciuta e dove la madre le combinerebbe un matrimonio. Dopo aver fatto così tanti sacrifici non può tornare indietro.
La libreria Morisaki è nel quartiere Jinb?ch? che è famoso per essere pieno di libreria, un vero e proprio posto magico per tutti noi lettori. Takako è affascinata da quello che vede, dai libri anche se non è una lettrice, li inizierà ad amare e aiuterà lo zio con il negozio. A causa di alcuni problemi di salute, lo zio deve assentarsi per fare delle terapie.
Takako è un personaggio interessante che ho trovato ben delineato nonostante il libro sia corto, è una giovane ragazza che deve ancora capire cosa vuole e cosa fare della sua vita, sicuramente quello che le è successo l'aiuterà a crescere.
Tutto quello che succede nel libro viene scandito dal passare delle stagioni e di come la natura cambia e così anche le persone possono trovare la loro strada, dopo il buio dell'inverno c'è sempre una nuova primavera.
Lo stile è molto semplice forse in alcuni momenti anche troppo probabilmente se fosse stato scritto da un autore europeo sarebbe stato molto noioso, ma i giapponesi ci sanno fare, riescono a rendere qualcosa di semplice davvero delizioso.
Per apprezzarlo bisogna conoscere come scrivono i giapponesi, il ritmo calmo e lento è tipico della loro letteratura e della loro cultura come l'amore per i libri.
Diciamo che manca la visione pessimista tipica della loro cultura, la trama è leggera e senza pretese anche se in fondo tra le righe si può scorgere un messaggio importante, come la rinascita dopo un momento buio, un amore ritrovato, una seconda possibilità, il potere dei libri e della lettura. Ho amato le descrizione anche se trovo che l'autore sia ancora alle prima armi e possa migliorare molto.
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Autentica profondità letteraria?
Takako, la giovane protagonista del romanzo, inopinatamente abbandonata dall’ amato, perso il lavoro, vive il presente tra depressione e fallimento, volendo sparire e dormire per sempre.
Grazie a Satoru, uno zio piuttosto eccentrico appassionato di letteratura e viaggi, che non vede dall’ infanzia, proprietario della libreria storica Morisaki specializzata in letteratura contemporanea, situata nel quartiere di Jinbocho, nel cuore di Tokyo, riuscira’ a riappropriarsi del gusto della vita.
Takako decide di accettare la richiesta di aiuto di Satoru e si trasferisce per un breve periodo nella libreria di famiglia abitando al piano superiore. Giorni svuotati di senso, annoiata e triste, ma lentamente, la passione contagiosa dello zio, lo stretto contatto con i libri, la bizzarria di alcuni utenti, la magia della Morisaki, ne risveglieranno la curiosità sopita.
È così inizia a dedicarsi incessantemente alla lettura, affamata di libri, lettrice onnivora, riappropriandosi dei propri desideri, gettando uno sguardo incuriosito alle vite altrui, avvicinandosi ai dolori e ai sentimenti di Satoru, costruendo relazioni importanti e durature, risvegliando i lati oscuri del proprio essere.
Si calerà in rapporti famigliari dimenticati restituendo alla propria vita il senso perduto, nuovi significati indirizzeranno Takako ad avventure e conoscenze ( il ritorno dopo una lunga assenza ingiustificata di Momoko, moglie di Satoru, l’ inizio con lei di una frequentazione rivelatoria, la nascita di un amore), indirizzando la sua vita dove mai avrebbe sperato.
Quale il merito della letteratura in questo e la vita non è un grande libro da scrivere?
Sappiamo che il potere dei buoni libri è in grado di generare gentilezza, empatia, capacità di ascolto, positività, sappiamo che la letteratura educa e cura, indirizza al sentimento, salva vite complicate e dissolte.
Questo breve romanzo possiede i tratti della fiaba contemporanea, trascinando il lettore in un mondo fascinoso e magico con i ritmi lenti e sincopati di una certa cultura e tradizione giapponese, costruita su attesa, pazienza, riflessione, saggezza.
Eppure titolo e contenuto sono fuorvianti, perché di vera letteratura poco si parla, respirandone la sola presenza nella libreria e nella magia del quartiere di Jinbocho oltre che in poche citazioni. Per la maggior parte del romanzo e per tutta la seconda parte, quando la protagonista pare “ guarita “, ci si inoltra in altro, un percorso di affetti, ricordi, rapporti personali e famigliari da riscoprire e indirizzare, di sofferenze lontane e di misteriose assenze.
E allora Takako come ha assorbito il potere dei libri se non per assecondare uno scopo puramente narrativo e quali sono gli insegnamenti letterari che ha fatto propri e che si sono impadroniti di lei?
Esiste un romanzo che ha cambiato il nostro approccio alla letteratura, un’ atmosfera indirizzata alla spiritualità attraverso la lettura, un luogo dell’ animo che respira nel profondo del nostro io? Immergersi per un breve quanto intenso periodo tardivo nell’ universo librario ci cambierà per sempre, ci sarà di aiuto e richiamerà emozionalmente una voce sopita?
Takako è improvvisamente scossa, colpita, trascinata, cambiata per sempre , in verità sappiamo da lettori consumati e appassionati che il respiro letterario prevede anni di immersione e apprendimento, maestri di vita, l’ arte di affinare il gusto e il lento palesarsi della bellezza, la costruzione di un pensiero critico, in altre parole la crescita e lo sviluppo di un’ autentica sensibilità intellettiva e letteraria, fatta di dedizione, tempo, attesa, lunghi silenzi, ogni scorciatoia e fluido magico sarebbero fuorvianti e dispensatori di altro.
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