I gatti di Shinjuku
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A Tokyo, nei primissimi anni Novanta – gli anni della «bolla» immobiliare –, impazzano i procacciatori d'affari e crescono i grattacieli. Non dappertutto, però. Nella zona di Shinjuku ci sono soprattutto alberghi a ore in rovina e gatti. Nel cuore di Shinjuku c'è Goldengai, un gruppo di isolati che risale ai «tempi caotici del dopoguerra», con più di duecento piccoli bar l'uno accanto all'altro. È un mondo di ruderi e lanterne colorate quello in cui si aggira Yama, aspirante sceneggiatore, autore di quiz per la televisione, daltonico. Quando entra per la prima volta al Kalinka, un localino stretto e lungo dove i clienti abituali ingannano il tempo facendo scommesse sui gatti che faranno capolino alla finestra, Yama si ritrova in una «enciclopedia illustrata del genere umano». Gomito a gomito, al bancone bevono un bassista rock, una dominatrice di un club sadomaso, un regista, un «pornoredattore», un ex carcerato, un uomo vestito di paillette. Dietro il bancone lavora Yume, che arrostisce spiedini e peperoni. Come molti dei suoi clienti, Yume sembra un po' sfasata: ti guarda con un occhio solo, non sorride mai, e sembra sapere molte cose sui gatti del quartiere. Intrigato dal mistero – dove si incontrano, Yume e i gatti? –, combattuto tra la perenne sensazione di smarrimento e gli impulsi creativi, Yama cerca di trovare una strada che faccia per lui. Lungo il cammino si metterà nei guai col suo datore di lavoro, si cimenterà nella poesia, si lascerà cullare dalle luci di Goldengai. E, proprio quando sentirà sbocciare un fiore dentro di sé, vedrà un luogo magico scivolare via come sabbia, portandosi dietro una ragazza dagli occhi sfuggenti e forse un'intera epoca della vita.
Recensione Utenti
I gatti di Shinjuku
2023-10-15 09:18:39
Pelizzari
Voto medio | | 3.0 |
Stile | | 3.0 |
Contenuto | | 3.0 |
Piacevolezza | | 3.0 |