Narrativa straniera Romanzi I clienti di Avrenos
 

I clienti di Avrenos I clienti di Avrenos

I clienti di Avrenos

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Una città, Istanbul, ancora avvolta, all'ini­zio degli anni Trenta, da un'aura di eccitante depravazione. Una giovane donna, Nouchi, candidamente perversa, serafica­mente crudele, e capace di sedurre chiunque senza mai concedersi a nessuno. Un uomo non più giovanissimo, distinto ma squattrinato, che si è lasciato irretire, una sera, nel night-club dove Nouchi lavorava come entraîneuse, e che lei manovra a suo piacimento. Un gruppo di sfaccendati – artisti, giornalisti, uomini d'af­fari, nobili decaduti, viveur di mezza tacca –, che si ritrovano nel ristorante di Avrenos e passano le notti a bere raki e a fumare hashish, e che di Nouchi sono tutti più o meno innamorati.



Recensione della Redazione QLibri

 
I clienti di Avrenos 2014-07-03 11:55:26 C.U.B.
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    03 Luglio, 2014
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Un'ungherese a Istanbul

Nouchi ha un viso leggermente asimmetrico ma la freschezza dei neanche diciotto anni fa morir d'amore, lo sguardo pungente, le caviglie sottili e il grande petto candido. Si spoglia con innocenza, come se invece di un uomo ospitasse nella stessa stanza una delle altre ballerine del night club. 
La memoria non si assopisce mai sul passato di fame, resta ben salda su ricordi indelebili e l'occhio di bambina spia da un buco senza capire. Senza sapere perche' la sorella maggiore non sia felice messo nello stomaco vuoto il pezzo di cioccolato , quello datole dai tizi con cui si ritirava dietro il muro del piazzale .
Nouchi ha scelto il suo gioco, scopre le carte per assicurarsi la lontananza dalla poverta', gioca d'astuzia e seduzione senza mai staccare la mano dal mazzo , senza concedere a nessuno di bloccarla dietro quel muro conosciuto tanto tempo prima dalla sorella.

Sono gli anni Trenta e lo sfondo narrato da Simenon e' estremamente scenografico. 
Istanbul di gente e di luoghi, l'asiatica e l'europea tingono il giorno e la notte con il loro fascino mischiato. Passeggiando tra le vie piu' eleganti sullo sfondo di moschee e minareti, le acque scure del Bosforo ancheggiano invitando gabbiani e lenze di pescatori all'ennesimo tuffo. L'umidita' di luglio soffoca e stordisce, passeggiare nei vicoli  ed appollaiarsi sulle sedie traballanti di  un piccolo bar d'angolo, un denso caffe' turco e un narghilè fruttato. Si rilassano le spalle appoggiate al muro tiepido, lo sguardo si perde ipnotizzato dalle ombre delle foglie del fico " che il caso, con un tocco d'artista, aveva fatto crescere proprio dove le avrebbe messe un pittore ".

Forse la trama non e' tra le piu' entusiasmanti del prolifico belga , eppure la sottile analisi psicologica incuriosisce e  intrattiene. Punto di forza la caratterizzazione di luoghi e persone in un susseguirsi fotografico che rapisce pagina dopo pagina, per risvegliare la memoria di chi ha gia' visitato colei che fu Costantinopoli e per chi magari si fara' ingolosire dalle pagine de I CLIENTI DI AVRENOS. Buona lettura.

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I clienti di Avrenos 2017-03-29 15:56:36 Renzo Montagnoli
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    29 Marzo, 2017
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I vitelloni in Turchia

Non so se Federico Fellini abbia letto I clienti di Avrenos prima di girare I vitelloni, suo eccellente film del 1953, ma fin dalle prime pagine ho ritrovato la stessa atmosfera in cui trascinavano stancamente la loro esistenza i protagonisti della pellicola, ambientata a Roma, anziché a Istanbul come nel libro. E questo, né giallo né noir, è uno di quei romanzi – rari in verità – in cui Simenon, pur distaccandosi dalle tensioni proprie dei thriller, riesce a ricreare un’atmosfera ovattata, lattiginosa in cui i personaggi si muovono come ombre. Del resto, definirli ombre non è esagerato: tutti rappresentanti di un ceto medio decadente, più che vivere, vegetano, senza impeti sentimentali, incapaci di scuotersi dal torpore in cui da troppo tempo sono immersi.
Si tratta di un gruppo di amici, turchi ed europei, non in grado di dare un senso alla loro vita e che fra una bevuta e una fumata di hashish sembrano avere come unico scopo quello di far trascorrere le ore. Spicca, in mezzo, una donna, una ballerina di night, l’ungherese Nouchi, non proprio bella, ma comunque desiderabile, che proviene dal proletariato e che fra gli amici è forse quella che ha uno scopo, e cioè illudersi di essere diventata ricca, mettendo in pratica continuamente il famoso motto “Carpe diem”. Civettuola, anche se a primo colpo può essere considerata una donna disposta ad andare con tutti, ha la capacità di attrarre e respingere, rendendosi così più desiderabile, una vera e propria esperta nell’arte della seduzione. La quasi totalità dei componenti della combriccola non lavora, vivendo di piccole o medie rendite, oppure si è trovata un’occupazione che lascia molto tempo libero, come nel caso del francese Bernard de Jonsac, interprete dell’ambasciata del suo paese. Da quanto ho esposto appare quindi logico farsi venire in mente il film di Fellini, perché anche qui nel libro siamo in presenza di vitelloni, di esseri che appaiono nati stanchi e incapaci di risvegliarsi, privi di sentimenti autentici e di passioni, a differenza di Lelia, una bella e ricca ragazza che entrerà nel gruppo e ne uscirà come una meteora .
E il titolo? Chi è Avrenos? É il nome di un locale, per la precisione di un ristorante, quello più frequentato dai vitelloni, il campo base per organizzare improvvisate spedizioni verso il nulla.
Da leggere.

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I romanzi di Simenon
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I clienti di Avrenos 2015-06-06 13:07:59 topodibiblioteca
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topodibiblioteca Opinione inserita da topodibiblioteca    06 Giugno, 2015
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Personaggi indolenti in una città indolente

Non c'è niente da fare, Simenon riesce a meravigliarmi ogni volta che leggo qualcosa di suo. In particolare mi riferisco alla fantasia che dimostra nell'inventarsi personaggi sempre originali, ambientando le storie in locations così diverse, descritte con dovizia esattamente come se le stesse osservando in quel momento alla maniera di un pittore che dipinge un paesaggio che ha sotto gli occhi.
Nei clienti di Avrenos la vicenda prende inizialmente forma in un night club, luogo già noto ai lettori del Commissario Maigret che spesso, nel compiere le sue indagini, si trova a dovere frequentare questi ambigui locali notturni della capitale francese in cerca di indizi, interrogando avventori, entraineuses ed altri individui molto sui generis ...I clienti di Avrenos però non è un giallo di Maigret e non vi è alcuna traccia del commissario omonimo. E' un romanzo ambientato in Turchia, più precisamente sul Bosforo, nella città di Istanbul e dintorni. L'epoca storica è quella tra le due guerre mondiali, quando la Turchia si sta trasformando in una Repubblica illuminata sotto il governo di Ataturk.

Le strade assolate di Istanbul, i caffé cittadini, il ristorante di Avrenos che dà nome al romanzo, le ville aristocratiche con vista sul Bosforo abitate da ricchi europei o da turchi delle classi elevate, sono alcuni dei luoghi dove si dipanano le vicende di Jonsac, funzionario dell'ambasciata francese ad Istanbul innamorato di Nouchi, ragazza conosciuta in un night club di Ankara, che coglie al volo l'opportunità di un riscatto sociale sfruttando la sua avvenenza e sensualità'. Nouchi grazie a Jonsac ed alla “liaison” che stabilisce con lui, riesce ad accedere ad un mondo frequentato da intellettuali, artisti, giornalisti, avventurieri, politici: quasi tutti uomini (più o meno) attratti da lei, abile manipolatrice che con intelligenza e astuzia, servendosi quindi delle amicizie giuste, riesce a raggiungere il traguardo di quell'agiatezza e quel benessere sempre sognati e desiderati fin dall'infanzia vissuta nelle periferie di Vienna.

Simenon coglie nel segno riuscendo a ben rappresentare l'indolenza, la noia ed il senso di vacuità di questi personaggi che passano le loro giornate bevendo acquavite e fumando ashish, oppure partecipando a feste o facendo escursioni domenicali in barca. Personaggi che si fondono con la realtà quotidiana di una città – Istanbul- indolente e pigra quanto loro, che sembra quasi provare piacere nel mostrarsi così opulenta e sonnolenta, allungando i proprio tentacoli sul Bosforo.

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I clienti di Avrenos 2014-08-05 22:50:53 Mancini
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Mancini Opinione inserita da Mancini    06 Agosto, 2014
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Un amore non compreso

Leggendo il titolo di questo racconto e associandolo all’immagine di copertina raffigurante una donna in un costume succinto è stato facile farsi un’idea del contenuto….totalmente errata.

Lo scenario è una Istanbul degli anni trenta, carica di quel fascino che le è dovuto da sempre, tagliata a metà dal Bosforo, distesa tra due continenti che se la contendono e che ne fanno una perla rara al mondo.
La giovane e magnetica ungherese Nouchi ha seguito le orme di tante altre sue conterranee fuggite dal proprio nido per cercare lavoro e soldi facili nei vari night-club della Turchia.
Bernard de Jonsac, meno giovane, interprete e tuttofare francese presso l’Ambasciata di Istanbul si trova proprio in uno di quei night-club, ad Ankara, per cercare un pò di compagnia.
L’attrazione per quella ragazzina così invitante è scontata, un pò meno scontata la richiesta di Nouchi di portarla via con sè ad Istanbul.

E invece la voglia di evadere, di scappare da un passato nebuloso e fatto di immagini ancora troppo dolenti, il disprezzo per quella povertà che l’aveva oppressa sin da piccola, spiegano molto bene la chiara volontà della ragazza intenzionata a riscattarsi, a diventare ricca non con un lavoro sporco e a dimostrare che è arrivato il suo momento.
E sebbene inizialmente sembra disprezzare la comitiva del suo nuovo amico, fatta di un mucchio eterogeneo di individui non meglio precisato, uomini dalla poca voglia di lavorare e il vizio di bere e fumare hashish, pian piano scivola nel loro mondo e si fa trasportare cercando sempre di non perdere di vista l’obiettivo principale della sua missione, quello di avere, di realizzarsi.
Ma più lei si fonde con loro, più la gelosia di Jonsac diventa prepotente, sebbene lui, a causa della sua naturale indole rassegnata e remissiva, riesca a fare ben poco per tenersela stretta.
A ciò non gioverà nemmeno un inatteso matrimonio tra i due, organizzato furtivamente solo per evitare l’espulsione di lei data la sua condizione illegale in quel Paese.

La storia pendola tra la furba leggerezza di Nouchi, civetta tra tanti pretendenti, e l’amore tenero e inespresso di Jonsac che subisce questo matrimonio in bianco, che lei mai avrebbe voluto.
Eppure Jonsac medita una vendetta, un modo per tentare almeno di farla ingelosire e lì dove trova una potenziale luce, Lelia, i suoi timidi modi di fare finiscono per complicare ancor più i fatti, sfiorando una tragedia.
Ma sarà proprio la tragedia mancata a rimettere in binario Nouchi che mossa da compassione è costretta a rivedere la sua posizione e a concedere se stessa a colui che tra tutti, forse per la prima volta in assoluto, la stava amando.

Jonsac rimane un uomo perdente che non ha saputo giocare le sue giuste carte, ma di sicuro si è complicato la vita decidendo di imbattersi in chi con la sua indole aveva poco o nulla a che fare, disturbato da una cerchia di amici che poco avevano in comune con lui se non andare a cenare sempre tutti nello stesso ristorante...il ristorante di Avrenos!

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