Narrativa straniera Romanzi I cani e i lupi
 

I cani e i lupi I cani e i lupi

I cani e i lupi

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Le basta vederlo una volta sola, quel bambino che abita nella meravigliosa villa sulla collina e di cui dicono sia un suo lontano cugino, per essere certa che lo amerà per sempre. A Kiev, la famiglia di Ada abita nella città bassa, quella degli ebrei poveri, e suo padre appartiene alla congrega dei maklers, gli intermediari. Fra le due città sembra non esserci nessun rapporto, se non il disprezzo degli uni e l'invidia degli altri. Eppure, quando il ragazzine Harry si troverà di fronte la bambina Ada, ne sarà al tempo stesso inorridito e attratto. Molti anni dopo il destino li farà rincontrare a Parigi: e Harry cederà a quella misteriosa attrazione del sangue che Ada esercita su di lui.



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I cani e i lupi 2019-01-26 17:32:27 Erich28592
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Erich28592 Opinione inserita da Erich28592    26 Gennaio, 2019
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Amare

Kiev, 1914. La piccola Ada vive nel ghetto ebraico dell’odierna capitale ucraina. La città, infatti, risulta tacitamente divisa in due aree: alla “città bassa” (il ghetto, appunto), popolata dalle classi più povere e disagiate, fa da contraltare una “città alta”, che ospita le élite, gli appartenenti alla ‘intelligencija’ locale.
Sfuggendo ad un feroce pogrom, una delle cieche manifestazioni antisemite tragicamente comuni nell’Unione Sovietica del tardo Ottocento e di inizio Novecento, la piccola Ada cerca rifugio presso la lussuosa dimora dei Sinner, ricchi banchieri residenti nella parte alta della città. Qui rimarrà incantata - ed il suo cuore rapito - dalla visione del giovane Harry Sinner, un bambino ebreo così simile a lei (i due sono perfino lontani parenti), eppure, al tempo stesso, così diverso per condizione sociale e stile di vita.
Diversi anni più tardi, Ada, ventenne e sposata con Ben, amico d’infanzia, ritroverà Harry, il cui dolce ricordo aveva continuato ad albergare nel cuore e nella mente della giovane ragazza: galeotto sarà un quadro dipinto da Ada esposto nella vetrina di un negozio, il cui soggetto e le cui atmosfere riporteranno Harry ai luoghi della propria infanzia, così diversa eppure così simile a quella di Ada; il giovane ne rimarrà colpito al punto tale da domandare al negoziante di poterne conoscere l’autrice...

Ritengo che esistano tre tipologie di romanzo che valga la pena leggere: il romanzo che ti rapisce, catturandoti immediatamente nel proprio vortice narrativo, il romanzo ‘a carburazione lenta’, che migliora pagina dopo pagina, ed infine quegli intrecci apparentemente ‘piatti’, quasi banali nella loro semplicità, seppur stilisticamente notevoli, il cui messaggio arriva nel finale, inaspettato, travolgendoti. È in quest’ultima categoria che colloco “I cani e i lupi” della Némirovsky, le cui ultime pagine raccontano, con un candore e una delicatezza commoventi, di una scelta coraggiosa e sofferta, che molto può rivelare di ciò che significhi amare.

“Fino allora si era limitata a prendere coscienza di ciò che la circondava con la naturale curiosità di una bambina intelligente, ma nessuno sguardo sul mondo esterno le aveva mai procurato un particolare piacere. Ora, invece, una sensazione di piacere, acuta e dolce, penetrò in lei come una freccia. Vide per la prima volta il colore delizioso del cielo, lilla e pistacchio quasi fosse un sorbetto; una luna gialla, pallida, tonda e senza alone, galleggiava nell’aria ancora chiara, e dall’orizzonte accorrevano nuvolette morbide e leggere, che sembravano aspirate dalla luna e come fuse in essa. Ada non aveva mai visto un cielo più bello.”

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I cani e i lupi 2014-12-03 21:26:07 siti
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siti Opinione inserita da siti    03 Dicembre, 2014
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UN ATAVICO DESTINO

Ada, la protagonista , entra in scena con la delicatezza dei gesti paterni tesi a proteggerla dal freddo. Intermediario ebreo, il padre, appartiene alla sfera bassa del ceto borghese; vivono ad un passo dal ghetto nella provinciale Kiev, una fra le tante città dello sterminato impero. Una scrittura lieve mi cattura e lo sguardo della bambina mi fa vedere ciò che avevo dimenticato di aver visto: l’alone sul vetro di una finestra lasciato dalla testa appoggiatavi, i giochi con gli anelli di fumo, lo sguardo dal basso verso una realtà ancora impossibile da decifrare.
Una zia, vedova e arrivista, irrompe sulla scena, con lei due figli, un maschio e una femmina , quest’ultima mezzo per realizzare il tanto desiderato riscatto sociale perché gli ebrei sono capaci di salirla, la scala sociale, “fino ad altezze vertiginose”.
Invidia, divieti, ricchezza e povertà, speranza e un eterno movimento in verticale dalla città bassa a quella alta passando per la città di mezzo dimenticando e rinnegando identità, cultura e religione schiacciati dal peso di un atavico destino. Sullo sfondo i mesti, gli onesti , strisciano, rasenti ai muri, sperando di non essere visti. La Storia ne inghiotte uno :il padre.
Ada cresce e con lei la vicenda che, frettolosamente, intrecciandosi con quella del ricco cugino - cagnolino ben nutrito e curato, impaurito dall’ululato famelico dei lupi, suoi fratelli selvaggi - va a naufragare come in una dissolvenza malriuscita .
Mentre gli eventi precipitano la maestria nel tratteggiare i caratteri e i più reconditi pensieri e le emozioni e i sentimenti nella vasta gamma che solo il reale può offrire si alterna ad una scrittura tesa a declinare impietosamente l’ “insolenza giudea”.
Ada, bambina a Kiev, giovane donna a Parigi, povera e libera, presenta molte analogie con Irène, si differenziano però proprio per l’appartenenza sociale, l’una lupo, l’altra forse” cane” ,come Harry nel romanzo, intimorita Irène da una cultura e da una discendenza ebraica che probabilmente non riuscì mai ad accettare. Diverso purtroppo anche il destino per le due: Ada, creatura letteraria, imperitura e protesa al futuro non scritto, Irène , imperitura anche lei ma condannata dalla Storia e da un’appartenenza che non sono riuscite, comunque, a imbrigliare.

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I cani e i lupi 2013-10-12 06:18:40 Mario Inisi
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    12 Ottobre, 2013
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Il desiderio

Questo romanzo ha come argomento centrale il desiderio: ogni personaggio vuole intensamente qualcosa che non ha, la ricchezza, la fama, l'amore. Tra i vari tipi di desiderio c'è una scala per cui l'amore conta più degli altri e per l'amore si è disposti a sacrificare il resto.La distinzione tra cani e lupi è quella tra il marito di Ada, Ben, che sa cavarsela in ogni circostanza e l'amante Harry anche lui ebreo ma vissuto nella bambagia. Ma è anche la distinzione più profonda tra ebrei e francesi. Questi ultimi non sanno "desiderare come noi", hanno una vita tranquilla, pacata, addormentata a cui gli ebrei sempre inquieti e in movimento non si sentono adatti. Harry è il cane cresciuto alla mensa dei francesi che sente il richiamo dei lupi, diviso tra due mondi, dilacerato dalla netta divisione tra le due contrastanti mentalità. A un certo punto della storia vorrebbe addirittura conciliare i due mondi (chiede alla moglie di invitare Ada e presentarla agli amici) o forse è la sua natura di lupo che gli farebbe volere i due mondi contemporaneamente illudendolo della possibilità che la moglie possa invitare sotto il suo tetto l'amante.
Una cosa strana è che io questo libro non l'avevo mai letto prima ma già sapevo come sarebbe andata avanti la storia: credo di aver letto in passato qualcosa di di simile ma di un altro autore. Non parlo di plagio, ovviamente, ma di somiglianza. Se qualcuno avesse avuto la stessa impressione e ricordasse qual è l'altra storia, sarei curioso di saperlo.

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Irene
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I cani e i lupi 2013-09-22 20:13:13 mariaangela
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mariaangela Opinione inserita da mariaangela    22 Settembre, 2013
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il messaggio nascosto

La città ucraina in cui i fatti si svolgono, è divisa in tre aree distinte.
In basso i dannati, fra le tenebre e le fiamme dell'inferno; nella città bassa abita la marmaglia, ebrei infrequentabili, piccoli artigiani e commercianti, vagabondi, frotte di bambini che si rotolano nel fango e parlano solo yiddish, con indosso stracci.
Al centro, a metà strada fra le colline e il ghetto, ci sono i comuni mortali, rischiarati da una luce pallida e quieta. Una zona piatta, in cui convivono borghesi russi, polacchi ed ebrei, divisa al suo interno però da rivalità e disprezzo reciproci.
In alto il regno degli eletti, i ricchi israeliti che vivono in cima alle colline coperte di tigli.
La scrittrice si sofferma dettagliatamente sull'organizzazione della società del tempo, sul desiderio di salire nella scala sociale, dimostrare agli altri ebrei di valere più di loro, di aver guadagnato più soldi, di essere stato più abile nel vendere partite di barbabietole o frumento. Chi nasce nel ghetto ma riesce a mettere da parte un piccolo gruzzolo, può salire di un gradino nella scala sociale, guadagnarsi il rispetto della sua gente, per la quale diventa oggetto di invidia e simbolo di speranza.
La narrazione segue le vicende di Ada, Ben, Harry, legati da uno stesso cognome, divisi dalla vita e nella vita, più fortunata certamente per Harry che sente con terrore il richiamo dei lupi, di quei suoi fratelli selvaggi. Il significato è enorme. Quei due bambini affamati rappresentano per i ricchi ebrei un eterno monito, il ricordo atroce e vergognoso di ciò che erano stati e di ciò che sarebbero potuti essere. O anche di ciò che sarebbero potuti tornare ad essere. Una disgrazia stranamente e sinistramente contagiosa. Come tutti gli ebrei, Harry nutre per i tipici difetti della sua razza un'avversione più profonda, più sentita di quella che potevano suscitare in un cristiano. Quella tenace determinazione, quel bisogno quasi selvaggio di realizzare i propri desideri, quel cieco disprezzo dell'opinione altrui erano tutte manifestazioni classificabili, nella sua mente, sotto una stessa etichetta: “insolenza giudea”.
I cani e i lupi del titolo, non sono due gruppi distinti, ma in tutta la narrazione gli uni tendono a scappare dagli altri, a inseguire gli altri, a trasformarsi negli altri. Forse perché sono la stessa cosa.
Seguiamo le vicende dell'amore sconfinato di lei per lui, tanto che lei “non saprebbe fargli del male neppure in sogno”. Tuttavia questa parte della narrazione resta un po' in secondo piano, alcuni passaggi non sono del tutto raccontati, i fatti accadono e basta.
Ma forse l'autrice aveva semplicemente un altro messaggio da dire. Che a me, penso, è riuscita a raccontare.

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I cani e i lupi 2012-06-11 09:28:31 silvia71
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silvia71 Opinione inserita da silvia71    11 Giugno, 2012
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Un tuffo nel passato

Per poter cogliere ed apprezzare nella pienezza del loro significato e del loro valore le opere della Nemirovsky, occorre fare alcune riflessioni.
In primo luogo ricordiamoci che queste pagine sono state scritte nei primi decenni del '900 e fotografano la società dell'epoca, catturando delle immagini reali e vivide di un periodo storico di grande rilievo.
Oltre a ciò, è d'obbligo sapere che la vita di questa giovane donna si spense a 39 anni, vittima delle atrocità naziste, stroncando le potenzialità e l'abilità letteraria di una penna che poteva ancora maturare e perfezionarsi, come è naturale che sia.

Leggere questo romanzo è come sfogliare un vecchio album in bianco e nero, dove sulla carta vengono catturate delle immagini del passato, ma cariche di vita, se solo ti soffermi a dare uno sguardo ai volti, ai sorrisi, alle lacrime che solcano le guance.
Emergono dalle tenebre della storia, uomini e donne, genitori e figli, famiglie agiate e famiglie disperate; una galleria intensa, tratteggiata con tocchi delicati ma incisivi, capaci di captare l'attenzione di noi altri, pubblico del terzo millennio, così lontano dagli affanni e dalle tragedie del novecento.

Gli occhi dell'autrice catturano storie di una quotidianità e di un presente da lei vissuto e conosciuto, ossia storie di difficoltà, di emarginazione, di paura, di instabilità sociale e familiare; ma anche semplici storie di vita, di persone che cercano affetto, di persone che hanno voglia di amare e di trovare serenità.
Proprio questa attenzione ai bisogni naturali e primari dell'essere umano, fa di Irene una scrittrice che canta l'uomo e le sue emozioni, tralasciando dai suoi scritti valutazioni di stampo politico e smussando la ricostruzione prettamente storica che fa da sfondo ai romanzi, a favore di una narrazione dal sapore genuino, in cui si riflette tutto il suo cuore ed il suo sentimento.

Con la sua produzione letteraria la Nemirovsky ci ha lasciato in eredità un piccolo pezzetto di sé, della sua gente e della sua epoca.
Opere le sue che divengono utili ed interessanti strumenti per avvicinarsi alla conoscenza di un periodo martoriato da dittature e persecuzioni razziali e politiche, dedicando però una particolare attenzione all'uomo, agli ambienti sociali e alle consuetudini.

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I cani e i lupi 2011-11-17 17:04:22 Lady Libro
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Lady Libro Opinione inserita da Lady Libro    17 Novembre, 2011
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Uomo addomesticato, donna selvaggia

Le basta vederlo una volta sola, e da quel momento la piccola Ada Sinner, figlia di un povero ebreo ucraino, s'innamora perdutamente di quel bambino che altri non è che suo cugino Harry Sinner che, a differenza di lei, proviene da una famiglia assai facoltosa.
Ma se all'inizio Harry ignora completamente quella misera bambina, bisognerà aspettare parecchi anni a dopo a Parigi, quando, ormai adulto e sposato, ritroverà Ada, anche lei sposata, che nel frattempo è diventata una graziosa donna e sarà inevitabile che l'interesse si ridesti in lui nei confronti della cugina e il cane addomesticato raggiungerà la lupa selvaggia...

E'il mio secondo libro della Nemirovsky, e ancora non riesco a darle un voto superiore al tre. Se devo essere sincera, questo libro mi è piaciuto un po'meno di "Due".
La prima parte del romanzo, che parla dell'infanzia di Ada in un ghetto ucraino nei primi anni del Novecento, è scritta benissimo soprattutto quando l'autrice descrive i pogrom e i vari ceti ebrei con i loro vizi, mestieri e virtù, che popolano la storia, ma il romanzo mi ha delusa nella seconda parte, ovvero quando Ada si trasferisce a Parigi: la narrazione diventa molto affrettata, poco dettagliata anche se molto riflessiva. La storia d'amore che nasce tra Ada e Harry è poco più che accennata, e si limita a qualche pagina, senza nessuna azione di corteggiamento o particolari manifestazioni dei sentimenti reciproci, per poi passare subito ad un finale significativo ma terribilmente rapido.
Probabilmente se il romanzo avesse avuto qualche pagina o dettaglio in più, lo avrei apprezzato maggiormente.

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I cani e i lupi 2010-12-03 09:27:38 MATIK
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MATIK Opinione inserita da MATIK    03 Dicembre, 2010
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I cani e i lupi.

Una amore grande a prima vista!
"Ma Dio sa quel che fa, e a questi sventurati accorda un passo agile e leggero che li salva dall'orlo dell'abisso; la tempesta si abbatte su di loro senza travolgerli. Allo stesso modo accorda loro anche grandi colpi di fortuna, inattesi e quasi altrettando terribili delle sciagure."
La protagonista di questo libro, Ada, incontra da piccola lo sguardo di Harry un bambino di poco più grande di lei ed immediatamente è amore e sarà così per sempre per tutta la vita.
La Nemirovsky ci racconta la storia d'amore di una donna libera, coraggiosa, artista che soffre per le difficoltà che la vita gli presenta, ma nonostante tutto lei l'affronta con grande dignità e forza d'animo ed un pizzico di egoismo.
I cani e i lupi, sono la metafora, per rappresentare due ceti sociali diversi gli ebrei poveri e gli ebrei ricchi che si disprezzano ed odiano gli uni verso gli altri e che nonostante tutto eppure si attraggono e le loro vite tornano sempre ad incrociarsi nel bene e nel male.
Dopo aver letto questo libro, è per me un gran dispiacere sapere che una scrittrice così brava a raccontare senza tabù il popolo ebraico con i suoi pregi ed i suoi difetti, sia scomparsa in un campo di concentramento insieme al suo immenso talento questi sono gli orrori delle guerre!

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Splendidamente Irène!
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I cani e i lupi 2009-02-10 10:13:55 Miskin
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Miskin Opinione inserita da Miskin    10 Febbraio, 2009
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si può amare in modo diverso...

si può amare in modo diverso a seconda della razza di appartenenza? La Nemirovski fa uno sforzo incredibile per dimostrarlo, ma a mio modo di vedere non ci riesce, sia pure piegando i destini dei suoi personaggi. L'amore, invece della razza, è il vero protagonista del libro: si manifesta in tante forme, non tutte lecite, ma sempre devastante.

Bello davvero

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I cani e i lupi 2008-08-11 06:42:48 GinaRosa
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Opinione inserita da GinaRosa    11 Agosto, 2008

i cani e i lupi

E' scritto molto bene, piacevole e scorrevole e mi ha rivelato qualcosa che non sapevo sulla gente ebrea.

L'unico fastidio che mi ha dato è stata la ricorrente espressione "razza" che è un termine relativo agli animali. Ma forse ai tempi in cui è vissuta la scrittrice non si sapeva che gli umani sono tutti uguali e non sono divisi in razze...

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