Hugo e Rose
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 1
Sogno o realtà?
Qual è il confine tra sogno e realtà? Rose aveva appena cinque anni quando ha conosciuto Hugo, un incontro originato da una grave caduta in bicicletta che ha reso priva di sensi la nostra protagonista per quasi una settimana ma che di poi si è trasformato in un appuntamento fisso che ha colorato i sogni della donna per quasi 30 anni. Eh si, perché se di giorno ella è la moglie di Josh nonché la madre di Isac, Adam e Penny, la notte è la protagonista di grandi avventure con quel ragazzo incontrato in gioventù, e come resistere al richiamo quando ad ogni calar delle palpebre esse tornano ad avere inizio dall’esatto punto in cui la volta precedente si erano interrotte, tanto che, tra ragni giganti, Testacieca e pericoli vari, mai viene meno il loro proposito di raggiungere Città Castello e di assaporare le meraviglie dell’isola.
La sua famiglia è al corrente di questi sogni e mentre i piccoli si dilettano a mettere in scena le varie vicende raccontate dalla madre perché presi dall’euforia del gioco immaginario proposto, il marito, chirurgo, le considera mere fantasie.
Tutto fino a quando, di ritorno da una partita di calcio dei figli, il compagno di scorribande le appare dinanzi agli occhi in carne ed ossa. Lei sa, non ci sono dubbi, è proprio lui. Arriva perfino a seguirlo per settimane pur di accertarsene. Quando poi, spronata dalla sua analista si costringe a relazionarvisi al fine di divenire consapevole del confine fra quel che reale è e quel che non lo è, le cose peggiorano perché lo stesso dichiara di riconoscerla e si autoproclama l’eroe di quei luoghi.
Eppure David, così si fa chiamare da quando ha cambiato nome, è così diverso dall’Hugo che conosce, sia fisicamente che caratterialmente. E’ un personaggio onestamente inquietante. La moglie arriva perfino a presentarlo a Josh e ai suoi figli, commettendo così una grave imprudenza..
La voce narrante di questo scritto è una donna vicina alla soglia dei quaranta che dopo i vari parti non si riconosce più. Si percepisce invecchiata, grassa e brutta, è una figura che non amandosi tende a vedere tutto nero e ad considerarsi non solo una madre pessima e cattiva ma anche una moglie disgustosa. E’ una personalità autodistruttiva, si sente giudicata in tutto e da tutti, non ha stimoli propri, è una casalinga che si dedicata interamente alla sua progenie e che vive in funzione della stessa. Non si rende conto di quanto il marito la ami e di quanto abbia costruito in quegli anni, si sente semplicemente inadeguata tanto da cercare rifugio nel mondo onirico. Si aggrappa con tutte le sue forze a quella Rose dei sogni perché vorrebbe tornare ad essere come lei; coraggiosa, temeraria, viva. Non rimpiange le sue scelte, non potrebbe mai vivere senza il marito e i piccoli accanto eppure non può dirsi felice, non riesce a sentirsi soddisfatta. Il subentro nella sua quotidianità di David/Hugo rappresenterà la molla da cui ripartire, il meccanismo che la spingerà ad affrontare le cose per quelle che sono e per come vengono, l’ingranaggio che la spronerà prima di tutto a fare i conti quel che è, con il suo io.
Un romanzo forse lento a partire, da leggere un poco alla volta ma capace di far riflettere sotto molteplici aspetti, primo fra tutti proprio l’imparare ad ascoltarsi, perché troppo spesso ci mettiamo da parte, soffochiamo i nostri desideri, le nostre aspettative e/o semplicemente la nostra personalità. Chiunque può cadere in depressione, non intravedere alcuna opportunità di redenzione e miglioramento per il proprio universo così da cercare rifugio nella fantasia ma indispensabile è guardare sempre avanti, contare sulle proprie forze e su chi abbiamo accanto e credere in noi, darsi una possibilità, essere consapevoli di quel che abbiamo e lottare per custodirlo.