Honeymoon
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IL RISULTATO DELLA VITA
Le autrici giapponesi in generale mi affascinano ma Banana Yoshimoto non mi ha mai colpito e la lettura di Honeymoon non mi ha fatto cambiare atteggiamento verso la scrittrice.
Il romanzo è la strana storia d'amore tra Manaka e Hiroshi, vicini di casa e cresciuti insieme e diventati marito e moglie alla maggiore età. La loro relazione è basata sui continui turbamenti d'animo di lui e sull'attitudine leggera e quasi noncurante di lei, che sopporta e supporta Hiroshi nei suoi momenti di depressione.
Le cause di tutto il subbuglio interiore di Hiroshi sono dovute ai genitori che lasciando il figlio alle cure del nonno dedicano la vita ad una setta satanica, mentre Monoko vive una vita tranquilla e felice con suo padre e la matrigna che l'ha cresciuta sin da piccola. Le differenze delle vite e delle famiglie dei due si rispecchiano nella loro anima.
Monoko ama passare il tempo seduta in giardino ad oziare e ammirare la natura, Hiroshi vive nella casa con il nonno e ci sono ripetute scene claustrofobiche all'interno dell'abitazione, anche qui una netta distinzione sulla crescita dei due ragazzi.
I continui riferimenti sulla vita e sulla morte, temi trattati con leggerezza ma eleganza sono la cosa che mi ha trascinato nel proseguire la lettura rapidamente, lo stile della Yoshimoto è comunque molto appagante sebbene la trama in se del libro non mi abbia convinto.
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L'inquietudine di un amore tormentato
“Quando, dovunque io sia, vengo presa dall’inquietudine, nel mio spirito ritorno al giardino. Il giardino è il punto dal quale sono partite le mie sensazioni, lo spazio, eternamente immutabile, dove trovo la misura delle cose”.
La protagonista del libro si chiama Manaka, ventitreenne, cresciuta in una casa con un bel giardino a pochi passi da Hiroshi, compagno di giochi, amico intimo e poi marito. Si sposano a diciotto anni, non mutando il loro rapporto fatto di fiducia, complicità e conoscenza reciproca. Manaka trascorre il suo tempo in giardino con il cane mentre Hiroshi prova una strana angoscia che lo porta a vivere momenti di vera crisi. La loro vista apparentemente tranquilla verrà scossa dalla morte del nonno di Hiroshi che porta i due coniugi a scottanti verità. L’amore e l’innocenza dei due giovani so oppone alle turbe dell’animo umano.
Questa lettura cade al pennello con le tematiche affrontate nel mio elaborato di tesi. Difatti, tratto l’importanza del giardino e della sua influenza positiva sull’essere umano. L’ambiente esterno incide fortemente sullo sviluppo psicofisico di ogni soggetto. A maggior ragione se quest’ultimo vive un lutto, l’ambiente viene visto come luogo dove canalizzare tutte le frustrazioni e trasformare tutto in energia positiva e produttiva. Dal titolo Honeymoon si comprende da subito che si tratta di una coppia di amanti, “luna di miele” anche se molto differente dal concetto amoroso e pacifico che noi occidentali gli attribuiamo. Questo romanzo della Yoshimoto appare più maturo ed unitario rispetto ai suoi precedenti lavori. Lo stile dei suoi libri appare sempre molto delicato e piacevole nonostante le tematiche affrontate. In maniera minuziosa e leggera, l’autrice tratta il tema dell’amore e della morte, il primo basato su una profonda conoscenza della anime. Non si parla di un amore pieno di passione o carnale ma più di un’unione di anime, di comprensione e di rispetto. Il secondo tema dà vita in un certo senso al rapporto intimo tra i due protagonisti. Struggente e pieno di inquietudine, il rapporto tra Manaka e Hiroshi non è il classico rapporto adolescenziale, sembrano proiettati in una realtà diversa, utopica. Anche in questo caso la Yoshimoto è riuscita a trasmettere al lettore i sentimenti provati dai personaggi utilizzati in quest’opera. Ogni capitolo si concentra su un aspetto del rapporto differente.
Ne consiglio la lettura per l’accuratezza e semplicità con le quali l’autrice ha descritto un rapporto tanto difficile da capire agli occhi del lettore. Abbastanza angosciante ma la sua intensità ti entra dentro le ossa. Si riconferma tra gli autori della letteratura giapponese che prediligo, anche se ho apprezzato altri romanzi rispetto a questo.
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Piccola delusione
Banana Yoshimoto per me è stata un grande amore adolescenziale.
Avevo iniziato ad amarla timidamente con "Kitchen", "Lucertola" e "Sonno profondo".
L'amore forte è scoppiato con "Amrita", che mi è entrato dentro con grande forza. "Honeymoon" ha decretato la fine di questo amore.
Quegli elementi che mi avevano catturato in "Amrita", e cioè le atmosfere rarefatte, la capacità dei personaggi di dialogare di argomenti estremamente intimi con una naturalezza che sconfina un po' nella neutralità, si sono rivelati proprio i punti deboli di questo romanzo.
Non c'è la benché minima parvenza di "sentimento".
Spesso i personaggi della Yoshimoto hanno ferite terribili, storie assurde alle spalle, ma non esternano mai quegli eccessi emotivi tipici di noi latini. In Yoshimoto sono gli elementi naturali, più che i personaggi, a veicolare una certa carica emozionale: il mare, il cielo, una lucertola che sonnecchia sotto il sole, un tramonto.
In "Honeymoon" è il giardino il punto focale del romanzo.
E proprio sul giardino l'autrice spende le parole più poetiche.
Ma, arrivati alla fine,non c'è niente che ti rimanga impresso della storia, o dei personaggi.
A quel punto ho smesso di leggere la Yoshimoto, come se con i libri precedenti mi avesse già dato tutto ciò che mi mancava e non avessi bisogno d'altro.
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