Ho sognato la cioccolata per anni
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Per non dimenticare...
Sedici anni sono davvero troppo pochi per conoscere gli orrori di un campo di concentramento, troppo pochi per sopportare il freddo e la fame, troppo pochi per vedere morire le persone accanto a te trattate come bestie da macello.
Sembrerebbe impossibile trovare la forza di sopravvivere, di andare avanti, di sperare in un futuro.
Trudy ce l'ha fatta ed ha voluto raccontarci la sua terribile storia, per non dimenticare.
La storia di una bambina che si ritrova rinchiusa nel ghetto del Kosovo e poi nel campo di concentramento senza riuscire a capirne le motivazioni.
E' la storia di una bambina che si rifiuta di salvarsi per non dover abbandonare la madre, perché sa che solo da quel legame così forte ed indissolubile potrà attingere la forza per andare avanti.
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Trudi Birger
Ero al liceo quando tutte le classi vennero riunite nell’aula magna per ascoltare le testimonianze di due signore ebree sopravvissute allo sterminio.
La mia scuola era grande:circa 1200 ragazzi,forse più.
Le uniche volte in cui eravamo stati tutti insieme era per le assemblee:risate,urla,impossibilità di discutere,disattenzione e la puntuale scelta di occupare la scuola.
Insomma era naturalmente irrealizzabile tenerci buoni…..eravamo ragazzini.
Eppure quel giorno per tutte le tre ore di questa conferenza non volò una mosca.
Rispettoso silenzio,ascolto incredulo,brividi di gelo,lacrime nostre e di alcuni professori.
Perché ve lo racconto?
Perché leggendo questo libro sono tornata esattamente a quel giorno e soprattutto a un dettaglio:queste donne raccontavano le loro vicende in maniera quasi enciclopedica.
Un resoconto puntuale,preciso,da perfette croniste.La stessa cosa è accaduta con queste righe.
Mi ha stranito allora e mi stranisce adesso la capacità di raccontare,non in modo distaccato,ma direi piuttosto anestetizzato.
In autobiografie come questa non c’è ricerca di compassione,di empatia,non c’è voglia di vittimismo.Lo stile è sempre estremamente asciutto,sintetico,scevro da un eccessivo approfondimento psicologico o sentimentale.Si racconta di fatti talmente crudi,incomprensibili,agghiaccianti che ogni aggiunta non potrebbe avere senso.
Ovviamente non mi soffermo sui dettagli di questo resoconto,ma constato come in ogni ulteriore libro sull’Olocausto scopro sempre un dato ancora più tremendo di quelli che conoscevo.
Ecco.Forse è questo il punto:noi dobbiamo e possiamo limitarci a conoscere.
Perché come scrive l’autrice:
“Comunque sia, anche dopo che il lettore
avrà chiuso e riposto questo libro, io resterò con
la mia pena. Quando accade qualcosa a qualcun
altro, è terribile. Ma quando accade a te, il dolore
non ti abbandona. Tu sei solo con la tua sofferenza.
Nessuno eccetto un altro sopravvissuto all'Olocausto
può pienamente comprendere quello che
ci è successo.”
Questa è la verità:noi non comprenderemo mai,ma mi auguro che non smetteremo nemmeno mai di leggere storie del genere.Conoscere,credo sia la più alta forma di rispetto per chi questo l’ha invece dovuto vivere.
P.s.:Mi sento sempre infinitamente banale e inadeguata quando mi permetto di scrivere qualcosa sulle persecuzioni agli ebrei.
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Lezione di coraggio
La protagonista Trudi Birger è solamente una ragazzina quando i nazisti le ammazzano il padre e lei si ritrova da sola con la madre nel ghetto di Kovno.
Da un momento all’altro viene trasferita nel lager di Stutthof tra gli orrori dell’eliminazione del popolo ebraico.
Proprio in questo luogo di disperazione Trudi porta con sé un dolce ricordo, il profumo della cioccolata.
Le varie selezioni risparmiano questa giovincella dal forno crematorio e le danno la forza di trasformare questo “miracolo” in energia per andare avanti ed aiutare la madre che stava per fare la sua stessa fine.
All’interno del campo riesce perfino a trovare un tedesco più gentile degli altri che le regala un orologio d’oro.
Quando Trudi tornerà alla normalità si trasferirà con il marito in Israele dove vivrà la sua vita tranquillamente senza dimenticare le crudeltà vissute nel passato.
Da grande appassionata del genere non posso che consigliare la lettura di questo fantastico libro.
È una lezione di coraggio da parte di una ragazzina che ha vissuto l’inferno dei lager in prima persona.
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Lei ha potuto raccontare...
E' stato il libro, che 15 anni fa, a 11 anni, mi aveva aperto la porta del dolore rispetto a quanto accaduto durante l'Olocausto, di cui prima di allora sapevo poco e niente.
I ricordi di quanto vissuto da questa superstite fanno rabbrividire e colpiscono dritti al cuore.
Ricordo di averlo letto tutto d'un fiato, lo consiglio davvero a tutti...per non dimenticare.
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dolore e speranza
Ho letto questo libro qualche anno fa, e, mettendo a posto la libreria l'ho rivisto e ho deciso di recensirlo.
E' la storia di Trudi, una bambina che vive la sua infanzia agiata con gioia e serenità ma l'occupazione nazista le porta via tutto, tranne la cosa più importante l'amore per la famiglia, e soprattutto per sua madre. Trudi viene portata a vivere nel ghetto di Kosvo con la famiglia, quà non lega con nessun bambino vive, come è solita fare ,in modo molto indipendente.E' veramente forte la descrizione della fame patita, ricordo che mi sono trovata a pesare la razione di pane per rendermi conto di quello che avevano da mangiare, nonostante io legga molti libri sull'olocausto non l'avevo mai fatto.
Dopo la chiusura del ghetto madre e figlia vengono trasferite in un campo di concentramento, quà Trudi si ferisce a una gamba, sembra inesorabile la fine per lei, ma la vita ha in serbo per questa bambina qualcosa di buono, viene salvata davanti alla porta della camera a gas.
Una testimonianza agghiacciante su una pagina nerissima della nostra storia, ma anche una testimonianza di speranza che ci insegna che senza le nostre radici e i nostri affetti non saremmo niente.