Narrativa straniera
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Harvard Square
Harvard Square
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È l'estate del 1977 e Cambridge è quasi deserta. Gli studenti di Harvard vanno in vacanza o a fare esperienze di lavoro all'estero, e sono pochi quelli che rimangono nella città oppressa dal gran caldo di luglio. Tra questi c'è un dottorando che si sta preparando per gli esami. È un ebreo di origini egiziane, un outsider nel mondo accademico di una delle università più antiche e prestigiose degli Stati Uniti. Nella suggestiva Harvard Square, punto di riferimento della vita studentesca, c'è un locale dal sapore mediterraneo, il Café Algiers, completamente estraneo all'ambiente pretenzioso che lo circonda. È qui che lo studente fa l'incontro che potrebbe cambiare il corso di tutta la sua vita. Qui conosce Kalashnikov, un tassista tunisino, così soprannominato per la sua parlantina caustica e chiassosa, che non risparmia nessuno: uomini, donne, bianchi, neri, capitalisti, liberali, conservatori... I due, uniti da una lingua comune, il francese, dal profondo senso di sradicamento e dalla nostalgia per le atmosfere dei loro paesi d'origine, diventano inseparabili. Rinviata ogni decisione sul futuro, riempiono le afose giornate di chiacchiere, cibo, vino, caffé, gite al lago e belle donne. Fino a quando non ricomincia il semestre invernale ed entrambi vengono risucchiati dalle loro "vite di sempre", inconciliabilmente diverse.
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 1
Harvard Square
2019-06-07 08:23:09
Mario Inisi
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Adieu Aciman
Lo stile curato copre, si fa per dire, l'assoluta mancanza di contenuto. Il libro vorrebbe raccontare l'amicizia tra un taxista arabo e uno studente ebreo, ma dell'amicizia non c'è traccia. Il romanzo descrive con studiata ma insopportabile lentezza una successione senza speranza di scopate, tradimenti, scodinzolamenti alla corte dei docenti di Harvard fino all'agognata inclusione nella boriosa elite. Non manca il tradimento di Giuda dell'inesistente amicizia. Forse Aciman voleva scrivere un testo proustiano e commerciale allo stesso tempo. Un autore che non sa dove sia l'interiorità , ma non sa di non saperlo, decisamente da evitare.
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