Guida per signore in bicicletta sulla via della seta
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Suzanne Joinson lavora presso il dipartimento letteratura del British Council, per conto del quale si occupa di progetti legati alla letteratura di Medio Oriente, Nord Africa e Cina. Nel 2007 ha vinto il New Writing Ventures Award per il racconto Laila Ahmed. È membro del comitato di selezione per il Palestinian Writers Workshop e fa parte di un progetto di sviluppo per scrittori provenienti da Siria, Yemen e Palestina. Negli ultimi dieci anni ha viaggiato e lavorato in molti paesi del Medio Oriente e in Cina, Russia ed Europa. Guida per signore in bicicletta sulla via della Seta è il suo primo romanzo, frutto di due anni di ricerche su due donne missionarie realmente esistite che percorsero in bicicletta, dal 1900 al 1940, l’Asia Centrale e la Cina. Vive nel Sussex, in una piccola città sul mare, con il marito e due figli.
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Un viaggio lontano, un passato che ritorna
Il titolo di questo libro è inusuale, a me personalmente ha incuriosito fin da subito, ma innegabilmente potrebbe anche ottenere l'effetto contrario e dare al lettore un'idea del tutto sbagliata. "Guida per signore in bicicletta sulla via della seta" (questo lungo ed articolato titolo lontano anni luce dai ricercati standard editoriali che sempre più spesso cercano di catturare l'attenzione con parole chiave contenenti fiori, cibo, profumi o segreti) non racchiude al suo interno un saggio sul ciclismo femminile, ma è un romanzo a tutti gli effetti, un romanzo realistico e interessante, che mescola un passato e un presente all'apparenza senza legami, ma collegati invece da un filo sottile che con l'avanzare della lettura andrà ad intensificarsi.
Così, a capitoli alterni, il lettore si immergerà nel passato seguendo la storia di Eva, che nel 1923 intraprende un pericoloso viaggio nel deserto di Kashgar, e poi emergerà nei giorni nostri, a Londra, con la storia di Frieda, una donna che da troppo tempo viaggia per lavoro senza trovare serenità. Questo libro mette in risalto le restrizioni sociali e religiose, le contraddizioni che si incontrano nel concetto di libertà, la ricerca di sé stessi e delle proprie origini. Detta così può risultare come un romanzo difficile, ma invece la struttura narrativa è davvero molto snella e scorrevole, adatta anche a chi non è avvezzo a letture impegnative.
La parte del romanzo che ho preferito sono i capitoli dedicati alla storia di Eva, gli stralci appresi dal suo diario sono avvincenti e drammatici, un mix perfetto di tensione e speranza, mentre i capitoli che riguardano il presente inizialmente non mi avevano catturata, ma solo più avanti, dopo aver intuito l'intreccio, sono riuscita ad entrarvi in sintonia e ad apprezzarli.
Non è comunque facile riuscire a parole a descrivere le sensazioni trasmesse dal libro, bisogna leggerlo per capirlo e per farsi trascinare nel fascino di questa storia costruita a tasselli, che tocca varie tematiche interessanti, senza mai sfociare nel banale o nel già letto.
La Joinson con questa sua prima pubblicazione si rivela un'autrice talentuosa: da tenere d'occhio nella speranza che pubblichi in futuro altri romanzi.