Gli uccelli Gli uccelli

Gli uccelli

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La vita vista attraverso gli occhi di un "Idiota", di un "povero di spirito" che nelle fiabe popolari da cui sembra uscito sarebbe chiamato "lo scemo del villaggio". E come nelle fiabe Mattis vive con la sorella Hege in una casetta ai margini del bosco, alle prese però con reali e vani tentativi di rendersi utile, di lavorare come gli altri, di integrarsi in una società che, pur circondandolo di un'affettuosa benevolenza contadina, non può fare a meno di ridere di lui. Ma è solo nel mondo della logica, delle convenzioni, della razionalità, che esiste la stupidità di Mattis, capace invece di sentire con immediatezza ciò che sfugge alla comprensione altrui, dal fluttuare della nebbia al battito di un'ala, alle pause e i silenzi che rivelano l'inconsapevole o l'inespresso nei rapporti umani. Perché come in tutti i marginali e i visionari di Vesaas, altro è il suo modo di intendere il mondo, e il suo sguardo di sognatore smarrito gli fa vedere attraverso una lente d'ingrandimento quello che non vedono "i forti e gli intelligenti". Gesti impercettibili, incontri, le impronte di una beccaccia, l'invisibile scia luminosa lasciata da un volo d'uccelli sono messaggi cifrati in cui legge presagi di gioia o di dolore. E se così profonda è in lui la felicità di un attimo di contemplazione, Mattis è proprio per questo condannato a soffrire, della sofferenza altrui e della propria solitudine, e, come la sua beccaccia, a rimanere vittima dell'implicita violenza della vita.



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Gli uccelli 2017-11-29 09:55:50 Emilio Berra TO
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Emilio Berra  TO Opinione inserita da Emilio Berra TO    29 Novembre, 2017
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Silenzi sul lago

Paesaggio nordico. Una casetta in riva al lago: ci vivono Mattis, 37 anni con l'handicap di un deficit intellettivo, e la sorella quarantenne.

La straordinaria scrittura del norvegese T. Vesaas conduce la vicenda al di là dei limiti storici e geografici: fa vibrare nel lettore corde segrete sentinelle del rimosso ; s'insinua nelle ferite che pensavamo da tempo rimarginate ; ci fa sentire più umani.
Il romanzo "Gli uccelli" sprigiona significati simbolici ; evoca immagini semplici e suggestive cui l'austerità affascinante del paesaggio nordico fa da sfondo, a tutto conferendo qualcosa tra il realistico e il fiabesco : un lago solitario, il bosco, il volo degli uccelli... Sottrae alla mera realtà l'aspetto superficiale, conferendole profondità e incanto.

Mattis va oltre le convenzioni del vivere, benché ne senta il peso e l'inquietudine. Si apre al mondo dell'immaginario che sorprendentemente si salda col mondo della natura, degli animali, la cui misteriosa complessità non comprende il raziocinio.
"Doveva andare nel bosco, seguire quella striscia invisibile nel cielo. Era la sua strada quella, la strada della sua gioia".
Tendeva a caricare di senso il linguaggio degli uccelli e delle cose mute : "Leggera va la mia beccaccia sugli argini, quando è stanca del cielo" ; coglieva il lato poetico delle "impronte di zampe. Gli pareva che fossero passi di una danza".

Spesso sulla nostra autostima attribuiamo troppo potere agli altri. Quando invece potremmo essere, semplicemente essere ; lasciarci pervadere dalla gioia di esistere, grati per la fortuna di vivere.

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