Gli occhi gialli dei coccodrilli
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Chi ha la pelle dura come un coccodrillo?
Risulta davvero difficile trovare una sintesi vera e propria di questo romanzo, ma la brevissima premessa sul retro non viene affatto disattesa: in questo romanzo c’è realmente la vita, la vita di una famiglia, e anche piuttosto allargata con tanto di amanti, dipendenti affezionati e vicini accolti in seno al nucleo familiare.
Riassumere la trama d’altro canto non è per nulla semplice: ogni personaggio segue la propria via o, in alcuni casi, se la crea con le proprie forze. Per essere precisi, sono presenti molte storylines, tutte intrecciate tra loro a formare un più ampio affresco.
In questo romanzo familiare collimano infatti personaggi dai caratteri molto diversi e, a volte, diametralmente opposti; in realtà, più che personaggi sarebbe corretto parlare di persone. La prosa della Pancol delinea dei comportamenti, delle situazioni e delle passioni molto vicine alla vita reale, e per nulla artificiose.
Mi ha sorpreso soprattutto il coraggio dell’autrice di presentare personaggi molto negativi, che per tutto i romanzo tengano dei comportamenti odiosi, spesso nei confronti di quella che si può considerare la protagonista, Jósephine: sarebbe stato più facile creare personaggi gentili e simpatici ai lettori. Alla fine però si arriva alla resa dei conti e chi prima aveva sbagliato paga le proprie cattiverie.
D’altro canto la presenza di così tanti personaggi rende la prima parte del romanzo veramente lenta, specie per spiegare tutti i legami esistenti. Un’altra scelta poco felice della Pancol sta nelle risoluzioni da “soap opera”, tra le quali la storia del gemello segreto è solo la punta di un ben più vasto iceberg sotto la superficie.
Per quanto riguarda i coccodrilli annunciati nel titolo e nella copertina, l’intero romanzo è caratterizzato da continui riferimenti ai rettili in generale e, appunto, ai coccodrilli in particolare; ci sono anche metafore o giochi di parole su questi coriacei predatori e sui loro intensi occhi che illuminano la notte. Solo più in là si incontrano dei coccodrilli in carne ed ossa, e denti pronti a sbranare chi incautamente gli si avvicina.
In generale, il romanzo non porta alla luce nessun tema nuovo od illuminante; sebbene si parli ampiamente della solitudine per molti personaggi, ritengo negativo mettere in evidenza come una donna non possa vivere da sola: non solo nel caso si Jo, ma anche per chi sembra capace di sostenersi come Shirley o chi quasi disprezza il marito.
Sempre in relazioni ai sentimenti di Jósephine, avrei di gran lunga preferito che l’uomo con il montgomery si defilasse, in favore di qualcun altro; ma è solo un’opinione personale, inoltre questo romanzo è solo l’inizio di una trilogia, quindi tutto può ancora accadere.
Strutturalmente, il volume è diviso in cinque parti, senza capitoli cosa che rende un po’ difficoltoso interrompere la lettura. Seppure carente in quanto a qualità della rilegatura, l’edizione italiana è davvero valida come traduzione e priva di refusi.
Nello stile dell’autrice, è davvero notevole il variare di tanti POV, ognuno dei quali fornisce al lettore nuove verità e retroscena, magari ignoti agli altri personaggi.
La Pancol spesso intreccia i pensieri dei suoi personaggi alla narrazione in terza persona, anziché separarli nettamente. Questo genera sovente una sorta di vortice formato dai pensieri, che ci permette di scrutare meglio nella mente dei personaggi. Molto intrigante anche il modo in cui l’autrice racconta il romanzo scritto da Jo: la passione con cui viene illustrata la storia fa venire davvero voglia di poter leggere “Un’umile regina”.
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Gli occhi gialli dei coccodrilli.
"Siamo sempre gli ultimi a renderci conto del cammino compiuto. Ma sono sicura che un giorno avrai il tipo di vita che ti piace, e quella vita, te la sarai fatta tutta da sola!"
In questo romanzo della Pancol si viene catapultate in una saga familiare che ti prende e non ti lascia più, ora per me sarà necessario leggere i due libri successivi per sapere cosa accadrà ai personaggi che ho amato o detestato: Henriette la matriarca fredda e calcolatrice madre di Josephine, la protagonista assoluta, madre di Hortense e Zoé, imbranata, amante della storia medievale, scopre il tradimento del marito e sarà costretta a rimboccarsi le maniche per tirare avanti, maturerà ed acquisterà fiducia in sé stessa, riuscirà a ribellarsi e ad imporsi e di Iris la bellissima Iris, ricca e sempre insofferente, che per ambizione e per successo si nasconde dietro a bugie e falsità.
Ho amato moltissimo Sivye, la vicina di casa di Josephine, un'amica leale, una madre amorevole ed una donne forte, positiva e tenace.
Gli occhi gialli dei coccodrilli è uno di quei romanzi che forse non è proprio eccezionale, ma ha la capacità di incastrare il lettore tra le sue pagine grazie alle storie, a volte anche strampalate, di tutti i suoi personaggi, ti appassioni ed insieme a loro ti arrabbi, ti emozioni, diventi triste oppure gioisci, fai il tifo per uno ed odi l'altro, scopri segreti ed assisti a piccoli colpi di scena, vivi la vita quotidiana dove non tutto è dorato e brillante, le donne sono protagoniste e gli uomini rimangono sullo sfondo, ambientato nella splendida Parigi, scritto in maniera lineare e semplice, infonde coraggio, serenità e fiducia.
"E' una persona, la vita, una persona da prendere come partner. Entrare in pista, danzare nel suo vortice; a volte ti fa quasi annegare e tu credi di morire, poi ti acchiappa per i capelli e ti posa un po' più in là. A volte ti pesta i piedi, altri ti fa volteggiare. Bisogna entrare nella vita come si entra, in una danza. Non interrompere il movimento per piangersi addosso, accusare gli altri, bere, prendere delle pastiglie per attutire il colpo. Volteggiare, ondeggiare, ballare. Superare le prove che ti manda per renderti più forte, più determinata."
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Il rosa più forte del giallo
Il titolo invoglia alla lettura, è il motivo trainante, colpisce e attira come gli occhi gialli dei coccodrilli, dai quali non si può distogliere lo sguardo. Un libro una famiglia. Entri leggendo e diventi parte attiva, apparecchi, sparecchi, vai dal parrucchiere, paghi le bollette ti senti subito a casa, confortato da sensazioni comuni, piacevoli, note.
Madri, figlie e nipoti: tre generazioni a confronto, con le loro diversità e le loro uguaglianze scandagliate dallo sguardo inquisitore di un'altra donna, la scrittrice, capace di disegnare personaggi e intrecci credibili portando sulla carta la vita quotidiana con i suoi amori, i suoi tradimenti, le sue dolcezze e le sue acidità. Ci sono cenerentole che diventano principesse, arpie insaziabili costrette al digiuno, regine scalzate dal trono. In breve la vita, quella dei giorni nostri, dove la bacchetta magica è a 4G con mela morsicata, le scarpette di cristallo sono firmate Armani e le pozioni d'amore vengono trangugiate a sorsi di champagne.
Una visione faziosa, un universo di donne raccontato da una donna, con uomini sullo sfondo, potenti o meno, ma sempre secondi.
Trama nella trama: il libro nel libro. La nascita di un best-seller, la visione delle scrittore, le angosce e l'esaltazione per dar vita ai personaggi, per sviluppare l'intreccio, accanto alla promozione; il marketing con i suoi stratagemmi, le sue invenzioni perché il mondo narrato non rimanga sugli scaffali, ma esca e conquisti i lettori.
Non un capolavoro, non una storia fragorosa, non un tomo inestimabile, semplicemente la vita quotidiana nero su bianco di una famiglia alle porte di Parigi, scritta con linearità, senza intoppi e con un pizzico di polvere di fiaba che rende tutto, se ce ne fosse bisogno, un po' più rosa.
Si legge con facilità e porta il buon umore.
"Che prenda una direzione, ma quale? Solo l'uomo che ha ritrovato se stesso, l'uomo che coincide con se stesso, con la propria vita interiore, è un uomo libero"
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CAMBIAMENTI INEVITABILI
Incuriosita da copertina e titolo, ho deciso di leggere questo libro, che riporta in bella evidenza la scritta "oltre due milioni di copie vendute". OLTRE DUE MILIONI, che sarà mai? Ho letto le prime pagine e ho deciso di acquistarlo: il personaggio di Jo mi aveva già conquistata...Poi, proseguendo la lettura, ho capito cosa ci avevano trovato di così prezioso tutti quei lettori: in quelle pagine c'è la storia di noi tutti, riflessa in quella dei protagonisti. Ci sono i lati luminosi e bui di tutti noi piccoli esseri umani, con le nostre fragilità e le nostre paure, ma anche con i sogni e la forza che a volte compare per farci andare avanti, avanti nonostante tutto e tutti. C'è la spregiudicata forza della gioventù e l'arroganza del potere e della ricchezza, ma anche la poesia del sentimento, l'ingenuità dell'adolescenza e la delicatezza di amori privi di interesse e tornaconto.... Ogni personaggio (e sono veramente tanti!) incarna in modo particolare un aspetto della natura umana e fra tutti questi aspetti si muove ed evolve la timida e tenera Joséphine, arrivando a scoprire parti della sua personalità che, fino a poco prima, non pensava nemmeno di avere. Ma sono gli eventi della vita a farglieli scoprire e, in fondo, la vita cos'è se non un viaggio alla scoperta di noi stessi? Nel libro alcuni protagonisti racchiudono un segreto ( a volte anche un po' esagerato, volendo...) e mi sono resa conto che, pur non a questi livelli, questa è una cosa molto vera anche fra le persone comuni. E Jo deve venire a patti con l'arroganza giovanile della figlia, che arriva a umiliarla perché non la comprende. Anche questa, situazione molto frequente. In pratica, trattando di fatti che potrebbero accadere a chiunque di noi, la scrittrice trascina il lettore nella vita dei suoi personaggi, al punto che non si riesce a interrompere la lettura, si vuol sapere come va a finire, si DEVE sapere come va a finire..... E devo dire che, nelle pagine finali, mi sono commossa come non mai. Ci vorrà un po' per abituarmi a stare senza Joséphine..... ma credo proprio che presto leggerò il secondo libro della trilogia, sperando possa darmi le stesse emozioni.
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Ce la puoi fare, Joséphine!
Un romanzo brioso e gradevole la cui protagonista è Joséphine, il brutto anatroccolo che per amor delle figlie scopre di poter diventare un bel cigno, sfruttando le proprie capacità fino a quel momento ignorate.
Capace di distribuire amore a chi l'apprezza e a chi la disprezza per la sua bontà e il suo buon carattere, dopo l'abbandono del marito scoprirà in se stessa la forza di forgiare il proprio destino senza rinunciare alla sua personalità.
Intorno a lei si muove un nutrito gruppo di coprotagonisti: il marito fedifrago, la sorella ricca e insoddisfatta, le figlie così diverse fra loro ma entrambe bisognose di una presenza stabile accanto, la madre risposata e il suo secondo marito con la sua amante, la vicina di casa col giovane figlio (portatori di un segreto che si svelerà solo alla fine). Ciascuno con la propria storia che si intreccia e si svolge intorno a quella di Josephine.
Un romanzo rosa? No, non direi, piuttosto la storia di una donna come tante che nella sua vita mette al primo posto il marito e i figli e che scopre di essere un’unità autonoma e non un accessorio alla vita degli altri solo quando la vita glielo impone.
Lo consiglio a chi ha bisogno di una lettura disimpegnata ma non priva di intelligenza.
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È una persona, la vita, una persona da prendere come partner. Entrare in pista, danzare nel suo vortice: a volte ti fa quasi annegare e tu credi di morire, poi ti acchiappa per i capelli e ti posa un po’ più in là. A volte ti pesta i piedi, altre ti fa volteggiare. Bisogna entrare nella vita come si entra in una danza. Non interrompere il movimento per piangersi addosso, accusare gli altri, bere, prendere delle pastiglie per attutire il colpo. Volteggiare, ondeggiare, ballare. Superare le prove che ti manda per renderti più forte, più determinata.
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Vite di donne
Probabilmente non sono abituata a questo genere di libri o di storie, ma il romanzo di Pancol non mi ha colpito molto! Se non fosse stato per il finale con un pò di brio avrei considerato questo libro proprio privo di mordente. A metà stavo per rinunciare a proseguire.
Il romanzo è scritto in modo scorrevole e racconta la vita di Josephine, protagonista principale, e le vite di chi la circonda, continuando a cambiare punto di vista a seconda del personaggio. C'è Iris, donna ambiziosa, ricca e bella ma estremamente triste e insoddisfatta; c'è la vicina di casa di Jo, donna intraprendente e coraggiosa e con un segreto sulle spalle da portare da sola con il figlio Gary (tra l'altro un segreto assolutamente esagerato e inverosimile!). Poi la madre di Jo, il buffo e simpatico Marcel (l'unico che mi è piaciuto nel libro perchè almeno fa qualcosa!) e poi le figlie di Jo.
Ed è proprio Jo, il cardine del libro, ad essere un personaggio un pò insulso. Sebbene per tutto il libro si cerchi di dare l'idea che la donna stia maturando e cambiando il suo carattere, in realtà questo accade solo nelle ultime due pagine. Il romanzo è disseminato di frasi tipo "Jo sei diversa" ,"Jo sei più coraggiosa" e in realtà lei si fa mettere sempre i piedi in testa in tanti modi diversi, non sa imporsi su nessuno...insomma è una tristezza di persona! Pure le figlie la trattano come una scema e lei l'unica cosa che fa è commiserarsi.
Non ho apprezzato praticamente nulla di quello che l'autrice voleva far trasparire dal personaggio, che per me rimane davvero senza spina dorsale. Ho capito cosa voleva far intendere l'autrice, ma a parer mio non c'è proprio riuscita.
Insomma, forse non sono entrata in sintonia con la protagonista e questo mi ha lasciato un pò di delusione.
Non so se consigliare o no il libro... per me non ne è valsa così la pena.
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- sì
- no
Parigi, l'Africa nera e l'autodeterminazione
Tre generazioni di donne: la fredda matriarca, le sue nipoti e in mezzo, allo stesso tempo figlie e madri, Iris e Joséphine, sorelle dal carattere diversissimo. La prima è bella, ricca, ammirata e frivola, vive un matrimonio in apparenza felice; la seconda è stata abbandonata dal marito inetto e fedigrafo, e deve fare i conti con due figlie da crescere e una serie infinita di difficoltà finanziarie.
Una storia tutta al femminile, quindi, ma non solo. Il libro viaggia sul filo dell'assurdo per tutto il tempo, diverte e conquista, fa ridere e sorridere delle disgrazie e delle piccole gioie dei protagonisti.
Il tutto immerso in una Parigi radiosa e sempre presente sullo sfondo, che fa desiderare di trasferirsi in un appartamento con finestra su un bouleverd e andare a comprare una baguette ogni mattina.
Divertente con brio.
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Coccodrilli centenari
Josephine,Hortense e Zoe.
Iris,Philip e Alexandre.
Madame,Chef,Josiane e in mezzo Chaval.
Shirley,Greg,la regina Vittoria.
Christine,Max e il piedone
Antoine,Mylene e i coccodrilli che hanno gli occhi gialli gialli.
Ginette,Renè,Carmen,Babette.
Luca e il suo gemello.
E Jhon Goodfellow chi è?
E’ un caleidoscopio di personaggi questo romanzo.
Tanti,tanti,tanti ne sono.
E tu li adori tutti e vorresti andare a vivere insieme a loro.
Perché sono li’a un passo da te.
Sei presente alle cene,alle liti,alle riunioni,agli avvicinamenti,alle realtà che si svelano.
Sei là mentre pensano,si interrogano,inviano le loro preghiere alle stelle.
Sei catapultato nelle vie di Parigi,tra i loro montgomery,mentre ordinano il caffè,quando sono seduti sulla panchina a osservare il glicine che cresce imperturbabile da cinquant’anni.
Vedi tutto.Vivi tutto.
La Pancol non ti racconta una storia:te la fa vivere in diretta.
Una trama ricolma di intrecci che non ti affanni a seguire.
Una scrittura garbata,con il filo dell’ironia a stringerla stretta.
Una linearità che ti stupisce per il modo in cui si interseca con la densità del contenuto.
Una capacità di caratterizzazione dei personaggi in cui raramente mi sono imbattuta.
Gli occhi gialli dei coccodrilli è il primo di una trilogia dell’autrice.
Più volte l’avevo visto sullo scaffale e più volte avevo desistito per una quarta di copertina che non gli rende a mio parere giustizia.
Adesso mi pento di non averlo letto prima e per scontare il mio ritardo corro a divorare il secondo volume.
Ah un’ultima cosa:«Cric e Croc croccarono il grande Cruc che credeva di croccarseli!»
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Gli occhi gialli dei coccodrilli
Una città schiava delle mode e delle apparenze, una sorella ricca, bellissima e di successo, un'altra borghese, scialba e frustrata... Questi i tre elementi fondamentali sui quali ruota il romanzo della Pancol, il primo di una trilogia che porta avanti la storia delle due sorelle Iris e Josephine, e delle famiglie e amicizie che gravitano intorno a loro... La scrittura è scorrevole e piacevole, alterna al meglio i pensieri romantici e sognanti di Josephine, la protagonista assoluta, con quelli acidi e arrivisti di figlia, madre e sorella, facendo risaltare l'innocenza e la metamorfosi verso cui Josephine è destinata... Una sorta di "Eleganza del riccio", decisamente più scorrevole e cattivello... Consigliato!