Genitrix
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Genitrix di Francois Mauriac
È il primo romanzo che leggo di questo scrittore francese di fine '800 e non mi è piaciuto, quindi penso che non ne leggerò altri. Devo ammettere che questo tipo di romanzi non è assolutamente nelle mie corde. Di sottofondo un cattolicesimo frustrante, che accompagna l'opera dall'inizio alla fine, la presenza di una madre troppo opprimente e castrante: quasi un triangolo amoroso quello fra lui, la moglie e la madre, che anela quasi a un rapporto incestuoso con il figlio. La rappresentazione di una classe media molto moralista, per la quale ogni trasgressione è considerata a-morale e deviante. Una casa chiusa e soffocante, quasi fosse un carcere da cui voler scappare. La madre di Mauriac è rimasta vedova a ventinove anni e ha dovuto crescere sola i suoi figli che, probabilmente, come molte madri sole, ha schiacciato con la sua presenza asfissiante, con il pericolo di essere talmente opprimente da indurli all'omosessualità (?) Il dramma di un uomo totalmente dipendente dalla madre, che nello stesso tempo vorrebbe eliminare, anche se adora. Una sessualità vissuta solo al fine procreativo, la sublimazione di una moglie inutile e non amata, solo nel momento della sua morte. Totale assenza di femminilità e sensualità nell'intero romanzo: la donna è vista solo come essere diverso dall'uomo, come madre, ma assolutamente non come amante. Anche lo stile, a mio avviso, non è particolarmente degno di nota. Quindi, se qualcuno è indeciso sulla lettura o meno di questa opera, io non la consiglio, a meno non si sia degli amanti del genere.
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Rapporto madre-figlio maschio
Bellissimo questo breve romanzo, in cui si ha la sensazione di entrare nella mente, nelle paure e nelle vicende di Mauriac che, se non sono raccontate alla lettera come in una autobiografia, sono tuttavia chiaramente autobiografiche nel suo modo soggettivo e non oggettivo. Mauriac non ha pietà di se stesso, non risparmia niente e si denuda mostrando tutte le debolezze, le bassezze nel suo rapporto con le due donne: la madre e la moglie. Un bambino tra due giganti, tra la madre onnipotente e castrante e la moglie intelligente, giovane e ironica. Purtroppo da ogni pagina viene fuori l'incapacità di vivere, di relazionarsi con gli altri, di amare di tutti i tre protagonisti. I rapporti umani si configurano come rapporti di forza e di potere degli uni sugli altri. Il libro è magnifico e di una sincerità che fa rabbrividire. Lo stile è superbo, scarno, sobrio, evocativo, intenso. Suggerisce immagini e scava nel lettore. Non risparmia nulla, è impietoso, assolutamente sincero. L'autore punta a smascherare se stesso prima di tutto e la rovinosità dei rapporti che ha con il mondo.