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Frattura

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Il kintsugi è un'antica pratica giapponese che prevede l'utilizzo dell'oro - o di un altro metallo prezioso - per saldare i frammenti di un oggetto rotto. Grazie a queste pregiate riparazioni, l'oggetto rovinato diventa un'opera d'arte. Il kintsugi è la celebrazione delle cicatrici, l'elogio delle linee di frattura. Il signor Yoshie Watanabe è un uomo anziano, silenzioso, solitario. Anche lui, come un vaso rotto, porta i segni dei soprusi del tempo e della brutalità degli eventi. La sua vita prende una piega drammatica quando è solo un bambino. Sopravvissuto per una concatenazione di banali casualità all'esplosione della bomba atomica di Hiroshima prima, e scampato a quella di Nagasaki poi, Yoshie non ha più nessuno. Dei genitori, delle sorelle, del Giappone in cui ha vissuto fino a quel momento, non rimane altro che un cumulo di ricordi e macerie. Yoshie cresce a Tokyo con una coppia di zii, ma appena può lascia il paese e si trasferisce prima a Parigi, poi a New York, a Buenos Aires, a Madrid, complice l'assoluta dedizione a un lavoro che gli permette di viaggiare. A scortarlo in quel vagabondare irrequieto non c'è solo la trama di bruciature che gli percorrono la schiena e le braccia: tracce invisibili, ricordi in dissolvenza, una sofferenza senza nome sono il bagaglio più ingombrante di cui non può disfarsi. E così, dopo decenni passati a saldare e spezzare legami tanto intensi quanto effimeri, raggiunta la pensione, Yoshie torna a vivere a Tokyo, forse nella speranza di riconciliarsi con la sua identità. Ma nel 2011 il terremoto che precede l'esplosione di Fukushima lo costringerà a confrontarsi con i fantasmi del passato. A raccontare di Yoshie sono Violet, Lorrie, Mariela, Carmen, le donne che lo hanno amato, una per ogni città. Le loro versioni si somigliano appena, ma rivelano un'unica storia: quella di un uomo ferito, alla ricerca instancabile dell'oro che possa risanare tutte le fratture di una vita.



Recensione della Redazione QLibri

 
Frattura 2019-07-25 14:34:28 Antonella76
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
Antonella76 Opinione inserita da Antonella76    25 Luglio, 2019
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Preziose cicatrici



Yoshie è un sopravvissuto.
Era ancora un bambino quando, insieme a suo padre, si trovava a Hiroshima il giorno in cui fu sganciata la bomba atomica.
Era solo un bambino quando si è ritrovato, senza più un padre, in quel luogo,  in quel nulla senza contorni, in cui "tutto era mescolato con tutto".
Era solo un bambino quando, poco dopo, la bomba su Nagasaki si portò via il resto della sua famiglia.
Non rimase più nulla.
"Sua madre e le sue sorelle erano irrintracciabili persino come morte: smisero di esistere due volte".
Yoshie cresce con gli zii, studia e poi cerca di cominciare un'altra vita...e passa tutta la vita a cercare di cominciare altre vite, cambiando continuamente luoghi e persone (da amare), cercando un posto dove poter risultare irraggiungibile a se stesso, dove poter seminare i ricordi, nella speranza di cancellare tutte le cicatrici, ben visibili e ramificate sulla sua schiena e nell'anima.
Parigi, New York, Buenos Aires e Madrid.
Rispettivamente Violet, Lorrie, Mariela e Carmen.
Le città che lo hanno accolto e le donne che lo hanno amato...e perso.
Sono loro che ci parlano di Yoshie, ci raccontano di un uomo silenzioso, solitario, uguale e sempre diverso.
Un uomo a cui manca sempre qualcosa.
E quel qualcosa forse lo troverà molti anni dopo, quando, ormai anziano, si deciderà a tornare in Giappone...e il terremoto/tsunami del 2011, con la conseguente esplosione della centrale di Fukushima, lo obbligherà a fare i conti con tutte le cicatrici che si porta addosso (e dentro) sin dall'infanzia.
Capirà che la soluzione non è nasconderle, queste cicatrici, ma come insegna il Kintsugi, impreziosirle con l'oro...perché ciò che ha subito un danno, ed è sopravvissuto, è ancora più prezioso, più importante.
E lui dovrà cercare il suo oro nei luoghi semideserti delle zone evacuate vicino Fukushima , dove, dopo tanti anni, ritroverà quel "silenzio" che non è semplicemente mancanza di rumore, ma un silenzio specifico, di scomparsa simultanea, un silenzio che è totale assenza.

Pagine dense, dalle quali traspare il lavoro immenso che c'è dietro.

Eppure...nonostante l'interesse per il tema trattato e nonostante la bravura di Neuman (di cui ho apprezzato moltissimo "Parlare da soli", "Le cose che non facciamo" e "Vite istantanee"), ho trovato questo libro a tratti noioso.
Forse il mio limite, perché sicuramente è un limite mio, sta nel fatto che questo non è solo un romanzo, è anche un po' un saggio, indagine giornalistica, ricerca storica, politica, antropologica...mentre io forse cercavo principalmente il risvolto psicologico di un uomo che ha passato la vita a cercare di ricomporre i pezzi della sua identità, di sanare quella frattura interna che lo ha segnato nel suo cammino attraverso un secolo e un mondo ferito.

Comunque un libro importante, che prende posizione e non lascia indifferenti.

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