Finché il caffè è caldo
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Nella tana del Bianconiglio adesso si beve caffè
Due casi di hype immotivato di fila mi sembrano un po' troppo, ma tant'è: dopo la delusione de "L'usignolo" è arrivata infatti la (mezza) delusione di "Finché il caffè è caldo", primo libro in una serie di grande successo soprattutto in Italia dove, pur essendo arrivata con qualche anno di ritardo, ha già superato l'edizione inglese in quanto a traduzione dei vari volumi. Il mio interesse non è nato però dal mero hype ma per la tematica del viaggio nel tempo, di cui cerco sempre nuovi titoli e, sebbene il libro non si sia rivelato proprio di mio gusto, ho trovato ben gestito questo espediente narrativo.
Il volume non segue una singola trama, sembra anzi composto da quattro racconti distinti che vengono ambientati nel medesimo posto, ossia un piccolo locale di Tokyo in cui -seguendo una gran quantità di regole- si può viaggiare nel passato o nel futuro mentre si sorseggia una tazza di caffè. Le diverse vicende non vengono però confinate nel loro singolo racconto: già nel primo infatti veniamo introdotti all'intero gruppo dei protagonisti, poi approfonditi maggiormente nella storia a loro dedicata. Questa scelta di intrecciare le vicende del cast mi è molto piaciuta perché permette di conoscere abbastanza bene tutti i personaggi e capire pian piano quali dinamiche esistano tra loro.
Mi sono piaciuti anche il sistema magico -perché ha molte regole ma conserva comunque un'affascinate patina di realismo magico- e l'atmosfera, che da alla storia un tono favolistico e quasi surreale: si ha l'impressione che chi entra nel locale venga catapultato in un luogo fuori dal tempo e dallo spazio. Per quanto riguarda le tematiche invece ho qualche riserva, perché vengono messi sullo stesso piano problemi seri e superficiali, inoltre il messaggio di fondo è molto semplice e ripetuto in ogni salsa. Infatti mi chiedo cosa si sia inventato l'autore per giustificare non uno, ma ben due seguiti.
E arriviamo ai tasti dolenti, perché questo non è un libro tremendo, ma personalmente non ho apprezzato per nulla personaggi e stile; poi c'è anche l'edizione, ma quello è un problema oggettivo.
Non sono riuscita minimamente ad entrare in sintonia con i personaggi: ho trovato ridicoli i loro comportamenti sopra le righe (adulti che fanno il segno della V, si nascondono dietro ad un bancone o si spiaggiano sui tavolini neanche avessero dieci anni!) e le contraddizioni tra personalità ed azioni, come la dirigente che parla settordici lingue ma non ha il coraggio di fare una telefonata negli USA e si imbarazza come una scolaretta se qualcuno accenna al suo fidanzato. Forse parte del problema è il mio essere occidentale, ma ho trovato davvero fastidioso come tutti i personaggi maschili fossero scostanti e maleducati, mentre quelli femminili risultassero immancabilmente remissivi e mortificati; questo si nota soprattutto nei racconti "Gli innamorati" e "Le due sorelle", e infatti sono quelli che ho apprezzato meno. Sul lato romantico preferisco stendere un velo pietoso, perché non ne posso più di instalove e incomunicabilità.
Lo stile non è troppo particolare, a parte l'abbondante uso di onomatopee che ho notato anche in altri romanzi giapponesi, ma ho trovato fastidiose le continue ripetizioni dei nomi dei personaggi, a volte all'interno della stessa frase. L'autore inoltre si dilunga senza motivo nelle descrizioni degli abiti, anche quando si tratta di capi assolutamente normali.
L'edizione italiana merita un paragrafo a parte. Inizio con il dire che la traduzione non mi fa impazzire, e non solo perché presenta refusi e regionalismi: si tratta di una traduzione dall'inglese, anziché dall'originale giapponese! e ovviamente aggiungere questo passaggio fa perdere molto al testo. Visto il prezzo del volume, mi sarei poi aspettata qualche contenuto extra, come una guida alla pronuncia o una piccola prefazione, invece non sono presenti neppure delle note a fondo pagina per spiegare al lettore italiano cosa sia un hostess club o perché si parli di "periodi" in relazione al tempo. Sono informazioni facilmente reperibili online, ma avrebbero reso più completa ed interessante la lettura.
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RICOMINCIO DA QUI
Ricominciamo da qui. Sono trascorsi circa 2 anni dall'ultima recensione che ho scritto su questo sito. Non ho mai smesso di leggere ma sono stata risucchiata dal lavoro, il tempo è volato e non ho avuto un minuto per condividere con voi i miei pensieri. Un mese fa, mentre la mia vita scorreva ai 200 all'ora come sempre ecco la sorpresa: BANG! Finita all'ospedale improvvisamente. E proprio lì, sovrastata dallo scock e dalla paura ho conosciuto una persona speciale che mi ha regalato questo libro. Ho dovuto subire un operazione che per quasi un mese mi ha impedito di leggere però finalmente ora ho ricominciato e subito mi sono dedicata a questo romanzo che non conoscevo ma che ho scoperto essere molto famoso.
Il tema principale è proprio il TEMPO e il rendersi conto che gli errori si fanno ma che il passato non può essere cambiato.
Io mi ci sono ritrovata molto proprio perché quando ti ritrovi in ospedale improvvisamente per un problema per cui non è certo che ne uscirai ti rendi conto che la vita è una sola e che va vissuta ADESSO! e non domani e che, certo, gli errori si fanno però non si può piangere sul latte versato ma cercare di andare avanti anche se è difficilissimo.
Solo quando sono arrivata alla fine ho capito il perché la mia amica e compagna di stanza me lo aveva regalato: perché parlava anche un pò di noi!
Brevemente racconta quattro storie di persone che vogliono tornare indietro nel tempo per rimediare ad errori fatti o nel futuro per vedere cosa succederà e possono farlo attraverso un rituale ricco di regole di una famosa caffetteria Giapponese.
Per il resto, vorrei aggiungere, che a mio parere in certi tratti è un po confusionario soprattutto perché a me non restavano in memoria i nomi (giapponesi) dei personaggi quindi a volte li confondevo ma nel complesso un romanzo carino, non pesante però piuttosto triste quindi ve lo consiglio solo se vi sentite di prendere in mano un libro che NON vi tiri su di morale.
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Caffè al profumo orientale
In questo breve romanzo si sente il profumo della cultura giapponese antica che si unisce alla visione futurista e tecnologica di questo moderno e affascinante paese.
Se pure l’ambientazione del caffè, nel quale avviene in modo inspiegabile e con una serie di riti il salto del tempo, sembra richiamare una descrizione di arredamento antico, si percepisce una realtà moderna. Un posto dove si riesce a dominare il tempo.
È tutto reale e surreale insieme.
Vivo ma immaginario.
Tutto ciò che viene descritto dai protagonisti nei loro salti del tempo sembra realmente vissuto ma senza una prova tangibile che non sia frutto della loro mente, dei loro desideri, della loro immaginazione.
Questo giustifica una delle tante regole che i viaggiatori devono accettare: nulla può far cambiare la realtà del presente.
Le storie descritte sono tutte amare e tristi ma vissute con una serena rassegnazione.
Serenità che i personaggi raggiungono grazie al caffè “speciale” che gli consente di vedere un passato (o un futuro) in una sfaccettatura differente rispetto a quella vissuta.
Questo caffè speciale se pure non cambia il passato ed il presente, riesce a migliorarne il futuro.
Per chi subisce il fascino della cultura orientale e per chi apprezza i film o le animazioni giapponesi credo che non possa non apprezzare questo libro.
Io l’ho fatto :)
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un viaggio nel tempo come balsamo per chi resta
Presa dal passaparola molto vivace e le numerosi recensioni, ho deciso di leggere questo romanzo in cui grazie ad una caffetteria speciale e al caffè che qui viene servito è possibile compiere viaggi nel tempo, andare nel passato o nel futuro.
L'idea di fondo, questa possibilità di andare avanti o indietro nel tempo per poter dire quello che non si è detto, per poter provare emozioni tenute nascoste, devo dire che è carina, ma ho trovato che il tutto si sia svolto in maniera un po' "piatta".
Cioè viste le premesse, mi aspettavo qualcosa di più. In particolare, da amante della letteratura giapponese e della cultura del Sol Levante, da un autore giapponese credevo di riuscire a trovare quella finezza psicologica nelle descrizione delle situazioni e dei personaggi che invece purtroppo non ho trovato.
Come dicevo, l'idea di fondo attorno alla quale ruota tutto il romanzo, declinato nel racconto di quattro esperienze differenti vissute da coppie di personaggi che danno anche il nome ai relativi capitoli, è molto interessante. Allo stesso modo, anche le regole che questa curiosa e rinomata caffetteria ha definito per i viaggi nel tempo sono molto intriganti, inducono alla riflessione sul fatto che viaggiare nel tempo non significa poter cambiare il corso degli avvenimenti, ma corrisponde soltanto ad un dolce balsamo per lenire il dolore di chi sopravvive ai cambiamenti nati dallo stesso scorrere del tempo e dalle relazioni umane.
Una storia leggera, carina, ma tolti alcuni passaggi, che a me sono sembrati quasi inseriti a posteriori nella narrazione per arricchirla un po', una storia che non rimane troppo impressa nella mente del lettore.
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come bere un caffè
Non sono mai stata un'amante della letteratura giapponese e questo libro non fa eccezione.
La trama ruota intorno a questo caffè di Tokyo in cui esiste una sedia sedendoti sulla quale puoi, rispettando alcune regole, viaggiare nel tempo passato o futuro.
Vengono così raccontate le storie di 4 donne, che per un motivo o per un altro, decidono di sedersi su quella sedia per affrontare alcune situazioni della loro vita. Da queste storie se ne possono trarre alcuni insegnamenti, come quello di non avere rimpianti e che ognuno è artefice del suo destino.
Tuttavia nonostante i messaggi positivi e di speranza che il libro trasmette, non mi sentirei di consigliarlo. Non è decisamente il libro rivelazione che mi aspettavo, non mi ha lasciato molto. Avrei preferito un po' più di approfondimenti sui personaggi, sulle storie, spiegare il perché di certe regole... Piacevole ma nulla più, un po' troppo leggero per i miei gusti.
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Galeotto il caffè
Dal beccuccio della caffettiera d'argento scende un filo di caffè fumante in una tazza bianca.
Questo rito è propedeutico all'inizio di un viaggio a ritroso nel tempo, seduti su uno sgabello di un angusto bar di Tokyo.
La seduta è il veicolo per tornare nel passato e poter rivivere un rapporto interpersonale liberandosi dal peso del rimorso, del rimpianto, del non fatto e del non detto; la temperatura del caffè scandisce il tempo a disposizione, dettando come limite per il ritorno al presente l'ultimo sorso caldo sorbito dalle labbra tremanti dei protagonisti.
Un romanzo breve che racconta quattro storie di dolore legate alla perdita di un affetto importante; storie di destabilizzazione, di mancata accettazione delle scritture del destino.
Una moglie che stenta ad accettare la fragilità del consorte, una storia d'amore che si sbriciola, un legame tra sorelle scoperto in ritardo, un desiderio di maternità combattuto.
E' una narrativa dal tocco rapido e leggero, l'impianto poteva far nascere una variopinta farfalla ma la magia non è avvenuta; le tematiche sono scontate e appena abbozzate, la malinconia ed il dolore dei protagonisti meritavano un approfondimento, l'escamotage della “macchina del tempo” è debole e già sfruttata.
Stilisticamente una lettura che è figlia dell'odierna letteratura nipponica dai tratti essenziali, onirica ed eterea, dall'andamento composto senza picchi emotivi.
Unica tensione sollecitata al pubblico curioso, sta nell'attesa di scoprire l'esito finale del viaggio temporale, fausto o nefasto che sia.
Un testo che non è destinato a lasciare il segno e in cui non si ritrovano le caratteristiche di miglior esordio internazionale dell'anno 2020 come recita la fascetta gialla che ne cinge la copertina.
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L'aroma del passato
Chi di noi, almeno una volta, non si è chiesto come sarebbe tornare per un momento nel passato? Se la risposta la trovassimo in un connubio di Giappone, locanda ed aroma di caffè cosa vorremmo fare? Semplice.... Indagare sul funzionamento.
Addentrandoci in questo piccolo locale nipponico, pochi tavoli in un seminterrato, senza finestre e con orologi che segnano ore diverse, già ci si sente spaesati. Scopriamo poi che per tornare indietro dobbiamo sorbirci e rispettare cinque regole descritte dalla cameriera Kazu:
- solo una sedia permette di tornare indietro nel tempo ed è occupata da uno spettro
-bere il caffè finché è caldo per non incorrere in un grave incidente di percorso
-non alzarsi dalla sedia durante il viaggio, per nessuna ragione
-non potrai cambiare il corso degli eventi successivi
-puoi incontrare solo qualcuno che hai visto in questa locanda
Difficile rispettare tutti i requisiti, infatti, molti ci hanno rinunciato ed il mito della caffetteria che fa viaggiare nel tempo non ha avuto molta eco. Eppure nel racconto scopriamo persone che hanno insistito. Vite e calore umano si intrecciano, avventori che hanno tutti un conto in sospeso con il passato. Benché il viaggio nel tempo non cambierà il presente, ognuno di loro metterà pace all'anima, propria o altrui, vivendo un momento determinante del passato.
Conosciamo così una relazione finita, per ora; una malattia e la forza dell'amore che lega marito e moglie; l'insostenibile rammarico di parole non dette ad una sorella o l'incontro con una figlia tanto desiderata. Man mano che il narratore ci presenta i personaggi, assistiamo a momenti ed emozioni semplici e pure. I gesti lenti, gioie e dolori che tutti noi possiamo conoscere. E per ogni personaggio scatta una scintilla di pensiero: se le nostre azioni, almeno alle volte, fossero meditate per un nanosecondo in più, forse le relazioni ne trarrebbero vantaggi.
La vita maschera molte insidie che nel libro si affrontano con estrema delicatezza, gravi malattie con sentimenti genuini e soliti. Tante sfaccettature della vita in un ambiente onirico ma con sfumature di spunti che fanno riflettere.
Lo stile narrativo è piacevole, delicato, non aspettatevi estremi colpi di scena ma assaporate l'aroma del caffè e ricordatevi: va bevuto ancora caldo e, aggiungerei, in compagnia è meglio.
Dal sapore orientale e senza tempo, un libro che si legge velocemente per distendere la mente e viaggiare.
"Kazu comincio a versare il caffè nella tazza come se niente fosse, eppure Fumiko avrebbe giurato di assistere a un'antica cerimonia"
"la gente troverà sempre la forza di superare tutte le difficoltà che si presentano, serve solo il cuore"