Figlia della giungla
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Nella Valle Perduta
Questa e’ la storia vera di Sabine Kuegler, nazionalita’ tedesca , genitori linguisti e missionari laici, nata nel 1972 sotto il cielo nepalese e cresciuta nel rigoglioso grembo della foresta della Papua Occidentale.
Un’ infanzia a stretto contatto con la giungla e le tribu’ indigene completamente isolate dal resto del mondo, uno stile di vita riconducibile all’eta’ della pietra fatto di caccia, di guerra e di lotta per la sopravvivenza fino al suo diciassettesimo compleanno, quando lascia la Papua per rientrare in Europa.
Nel cuore di questo mondo arcaico, ecco insediarsi – col benestare del capo tribu’- una famiglia con tre bambini di cinque, sette e otto anni. Degli incredibili esemplari dalla pelle bianchissima ed i capelli biondissimi, osservati con stupore e meraviglia dalla tribu’ dei Fayu.
Grazie all’impatto pacifico e silenzioso del padre, messaggero di pace intenzionato a studiare lo sconosciuto dialetto locale e della madre infermiera, non di meno dall’innata capacita’ di integrazione dei bambini, Sabine vivra’ – tra alti e bassi – ben dieci anni della sua vita in questo mondo di foglie e terra e stelle.
Figlia della giungla, fortemente forgiata dalla foresta che restera’ per sempre parte integrante della sua personalita’.
Scritto in maniera molto semplice e un pochino banale, la questione poco incide sul bilancio finale.
Leggere questo romanzo non significa anelare ad una penna sopraffina, ma significa praticare un profondo e piacevole cammino antropologico e naturalistico in un mondo sconosciuto, attingendo dai ricordi di un cuore bambino ormai adulto.
Un ‘esperienza importante, ben approfondita , pura e senza idealizzazioni , dove l’autrice non risparmia di dettagliare la lotta alla sopravvivenza, la difficolta’ di procurarsi il cibo, le malattie e le infezioni assassine .
Correre nella foresta coi morbidi piedi bianchi dolenti, giocare con grossi ragni neri, scivolare sugli argini di un fiume fangoso, sedere per ore davanti ad un fuoco, ascoltando storie di guerra o semplicemente godendosi il canto della foresta.
Corredato di molte e bellissime vecchie fotografie a testimoniare , passo per passo , l’incredibile infanzia di Sabine.
Buona lettura.
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Una piccola Mowgli
Sabine Kuegler, nata nel 1972 in Tibet da genitori missionari tedeschi, all'età di cinque anni si trasferisce con la sua famiglia nella giungla della Papua occidentale, in Indonesia, a nord dell'Australia. I genitori della piccola sono venuti lì per studiare, aiutare e convivere insieme ad una tribù di indigeni che il mondo prima di allora non aveva mai tenuto particolarmente in considerazione (nonostante i numerosi viaggi di esplorazioni intorno al mondo compiuti in epoche precedenti): i Fayu.
La giungla diventa immediatamente il vero e unico amore di Sabine: i suoi animali, insetti, piante, paesaggi, tramonti e i Fayu entrano a far parte della sua vita per non uscirne più.
In quel mondo la vivace e irrequieta Sabine (insieme a suo fratello minore Christian che lei definisce "il suo complice" e a sua sorella maggiore Judith, l'esatto opposto di lei) impara a vivere cacciando con arco e frecce, mangiando insetti, cinghiali e coccodrilli, percependo ed evitando i numerosi pericoli celati dalla giungla, giocando con i suoi amici Fayu e imparando la loro lingua e i loro costumi e allevando parecchi animali in casa propria...
Per la piccola Sabine non esiste altro che la giungla con i suoi Fayu, le sue creature e la sua natura che lei ama profondamente. Trascorre tutta la sua infanzia in quel luogo incantevole tra giochi, sogni, paure, divertimenti e scoperte d'ogni genere.
Ma purtroppo non si è piccoli per sempre: Sabine cresce, diventa una splendida ragazza e torna nella giungla sempre più raramente per trasferirsi in una scuola in Indonesia per poter stare al passo con il programma scolastico e l'istruzione dei ragazzi della sua età.
I primi dubbi emergono proprio in quel periodo: lei è una figlia della giungla o una tedesca civilizzata? Qual'è il suo posto? La giungla o la patria d'origine dei suoi genitori? Dove deve stare?
Sabine all'inizio cerca di convincersi in tutti i modi di appartenere alla giungla, di essere una Fayu, di non lasciare mai il posto in cui è cresciuta.
Ma un giorno, dopo un tragico e alquanto doloroso evento, Sabine prende una sofferta decisione: tornerà in Europa, in un collegio svizzero.
Così nel 1989 lascia definitivamente la sua adorata giungla e i suoi fratelli Fayu della Papua occidentale e va nel Vecchio Continente: ma se all'inizio appariva una ragazza curiosa, vivace e desiderosa di conoscere e di apprendere ogni cosa della civiltà, presto il suo entusiasmo si trasforma in depressione.
Tutto comincia ad andarle storto e Sabine non sa più chi è, non sa più qual'è il suo posto, vuole tornare piccola, vuole tornare nel luogo in cui era cresciuta, vuole tornare felice...
Per questo Sabine Kuegler, che oggi ha trentanove anni, ha scritto la sua autobiografia: per cercare di ritrovare se stessa e la sua identità.
Questa non è soltanto la sua storia: è la storia della sua famiglia, di un mondo completamente diverso, di un popolo che grazie all'arrivo dei Kuegler è cambiato: le varie tribù Fayu non sono più in guerra tra loro e accolgono amichevolmente gli stranieri, i bambini non hanno più paura e hanno imparato a sorridere, le pene di morte sono state abolite e le donne vengono rispettate.
Un libro unico, bellissimo, toccante e indimenticabile, con meravigliose foto scattate dall'autrice. Un libro di una donna che, nonostante il cambiamento, il dolore e la sofferenza ha trovato la forza e il coraggio di andare avanti, vivendo come tedesca con il corpo in Germania e il cuore e l'anima nella Papua occidentale.
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Un lungo viaggio
A 5 anni Sabine Kuegler si trasferisce con la sua famiglia nella giungla della Papua Occidentale dove i suoi genitori, antropologi e missionari, avevano stabilito una base per studiare la popolazione locale.
E' un bellissimo libro illustrato, è la storia vera di una ragazzina che è vissuta per 12 anni a contatto con la bellezza della natura, crescendo in un'altra epoca, insieme agli indigeni; "una storia d'amore, odio, perdono, brutalità, e sulla bellezza della vita".
Il romanzo, tradotto in 18 lingue, ha raggiunto i vertici delle classifiche dei bestsellers.