Fight club 2
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Fight Club si conclude col primo capitolo
Un seguito che mi ha lasciato parecchio perplesso.
Inizialmente, ho storto il naso quando ho appreso che il seguito di un capolavoro come Fight Club sarebbe stato una Graphic Novel. Non fraintendetemi, ne sono un lettore e non ho alcun tipo di pregiudizio, ma credevo che una storia di questa complessità avesse bisogno di un altro tipo di supporto, o di un altro genio come Fincher che le desse vita tramite immagini rimanendo comprensibile. Poi ci ho pensato su, e mi sono detto che poteva essere un’idea innovativa e audace.
Dunque ho aperto questo volume, eccitato dall’idea di ritrovarmi di fronte uno dei personaggi più interessanti e sconvolgenti che io abbia mai incontrato: Tyler Durden.
Sfoglio le prime pagine, guardo le prime vignette, colpito dalla bellezza dei disegni e rincuorato dall’inizio promettente.
Dopo un po’ comincio a raddoppiare l’attenzione perché ci stavo capendo ben poco, ho cominciato a spezzettare la lettura, sempre più perplesso (e anche un po’ annoiato), ma ancora deciso a capire dove l’autore volesse andare a parare.
Purtroppo, questo entusiasmo va scemando man mano che si prosegue, fino a precipitare nel finale, dove tutto si fa delirante, irritante, difficile da seguire.
Che Palahniuk abbia ambizioni più alte delle sue effettive capacità? Fatico a crederlo, considerando la genialità del primo capitolo, ma in questo lavoro c’è troppa carne a cuocere, troppe idee mal sviscerate e di difficile comprensione per il lettore. Non ho assolutamente la sensazione che quest’opera sia stata scritta per fare un “sequel a tutti i costi”, ma addirittura credo ci fossero troppe idee e nella smania di inserirle tutte si sia combinato un gran casino.
Come se le cose non fossero già troppo complicate, in certi tratti l’opera diventa meta-narrativa e vediamo comparire l’alter ego a fumetti dell’autore, che viene chiamato in causa dai personaggi secondo voi, per cosa? Perché anche loro non hanno idea di come proseguire in questa storia che a un certo punto diventa totalmente assurda.
Va bene che stiamo parlando di un fumetto, ma a questo punto lasciate stare Fight Club e inventate qualcosa di nuovo! Il primo, in certi tratti, era un po’ assurdo, ma questo aspetto era compensato dalla genialità dell’idea e dal fatto che molto fosse nella testa del protagonista. In questo caso invece, TUTTO diventa totalmente assurdo, non solo quello che accade nella psiche del narratore.
Totalmente folle, e non in senso positivo.
Sinceramente sono parecchio deluso, e sono arrivato alla conclusione che considererò Fight Club chiuso col primo capitolo e che nella mia mente escluderò quest’opera dal “brand”, così come ho escluso episodi 7 e 8 di Guerre Stellari.
Non starò qui a dilungarmi sulla trama, sul serio, non saprei da dove cominciare.
P.S: Lo stile si riferisce alla qualità dei disegni.
"Quello che voglio dire è che non sono gli uomini a coltivare le idee. Sono le idee a coltivare noi."
Indicazioni utili
sangue impazzito
Chuck Palahniuk è mio padre.
Finalmente ho un nome: il mio nome è Sebastian.
Che Tyler Durden non fosse morto l'avevo sempre saputo, è sempre stato lì, dentro di me, a guardare il mio mondo da dietro lo specchio che sono i miei occhi.
E' proprio lì, lo sento, sento la sua disapprovazione, sento la sua rabbia, lo vedo fare di no con la testa ogni volta che accetto un compromesso, lo vedo stringere i pugni ogni volta che chino la testa e porgo l'altra guancia.
Sento la sua rabbia crescere, la sua forza salire, i suoi demoni... I suoi pensieri.
Ogni tanto viene avanti, quelle volte sono libero.
Tyler Durden
Tyler Durden
Tyler Durden
Tyler Durden
Tyler Durden
Tyler Durden
Tyler Durden
Così Chuck Palahniuk si è finalmente deciso, ha scritto il seguito del suo più grande successo.
Purtroppo non è un romanzo.
Per fortuna non è un romanzo.
In realtà, quello che in questo momento mi trovo tra le mani non è un fumetto, non è un romanzo illustrato, non è una "Graphic Novel" ... In realtà, quello che in questo momento mi trovo tra le mani è la mia vita.
Pazzo, sconclusionato, visionario, analitico, filosofico, rabbioso, anticonformista, questo libro è tutto ciò che si poteva desiderare dopo Fight Club.
Tutto ciò è quello che abbiamo sempre desiderato.
Tutto ciò è quello che non abbiamo mai voluto.
Quello che avevamo paura potesse essere è qui e non può più essere cancellato.
Quello che restava di Fight Club erano dei tessuti muscolari corrotti e marci che si annidavano nella parte più nascosta del cranio. Nero profondissimo e rosso opaco con spruzzate di lancianante e gioiso dolore cronico.
Quello che Chuck Palahniuk è riuscito a schizzare energicamente e rumorosamente sulla carta è un'opera d'arte, un dannatissimo e dolorosissimo, quanto mai aspettato e desiderato orgasmo.
Un esplosione nucleare che parte dal centro del nostro animo, passa inevitabilmente per forza dal cuore, ed esce in un turbinio di scintille luminosissime dalle nocche tagliate dei nostri pugni rabbiosamente chiusi.
Siamo una generazione di schiavi e non si può creare un nuovo popolo libero partendo da noi, per questo verremo fatti vagare nel deserto alla ricerca della terra promessa, fino alla nostra morte, solo così le nuove generazioni saranno libere, solo senza di noi le nuove generazioni potranno creare una società di uomini liberi, solo resettando tutto, solo annullando tutto.
Per concludere, consiglio a tutti i maschi adulti di leggere e rileggere Fight Club, e di leggere, rileggere e studiare i disegni di Fight Club 2.
Consiglio però a chi è debole di cuore di esercitare tale lettura solo sotto stretto controllo medico, non esimetevi dal farlo però ne vale della vostra stessa vita. La vita vera. Quella che vi sta scappando tra le dita. Quella che scorre lenta nelle pieghe del vostro tempo. Quella che consumate ogni volta che andate all' Ikea, o al centro commerciale a buttarvi via a riciclarvi come vacche da mungere.
La migliore lettura di questo decennio.