Fato e furia
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Un libro sui punti di vista
Quando ho terminato questo libro, mi sono resa conto che non è uno di quelli che raccoglie il consenso di tutti: bisogna approcciarsi alla lettura con pazienza.
Mi spiego meglio: ho trovato una narrazione molto descrittiva, attenta ai particolari e mai banale.
Ammetto però di essermi sentita confusa e un po’ svogliata all’inizio, complice sicuramente la scansione del tempo non lineare ma che invece salta, va in avanti, torna indietro, si sofferma, omette e poi riparte.
Da un punto di vista stilistico inoltre, oltre alla voce di un narratore onnisciente, la storia è spesso intervallata anche da un’altra voce più diretta e sincera (scritta tra le parentesi quadre), che sembra quasi voler far uscire il lettore dal racconto, per mostrargli una realtà ben diversa da quella appena descritta.
"Ora la vita dimostrava di avere una forma diversa,
equivalente e opposta alla prima.
[Complessa la nostra Mathilde; capace di contenere contraddizioni.]"
– Fato e furia
Il sesso poi, ha un ruolo importante nel libro, sotto varie forme: viene raccontato come abbandono dei sensi in maniera quasi totalizzante (ad es. all’inizio del rapporto adolescenziale di Lotto e Mathilde), ma anche come strumento di potere, nel suo aspetto più adulto, razionale e calcolato.
Ho trovato “Fato e furia” un libro particolare ed interessante, sicuramente diverso da tutti quelli che ho letto fin ora.
Ho apprezzato molto i numerosi riferimenti a Shakespeare e alla mitologia classica: ad es. “the Fates” in inglese sono le Parche romane, le dee che regolano il destino dell’uomo.
E non è un caso che le principali figure femminili nel romanzo rivestono proprio questo ruolo, mentre cercano di tenere in mano i fili della vita di Lotto.
E poi la questione dei punti di vista: è strano e affascinante pensare che due persone che guardano nella stessa direzione, difficilmente vedranno le cose allo stesso modo.
Così, nella prima parte del romanzo vedrete la protagonista femminile un po’ in ombra, come se fosse soltanto un accessorio in quella vita matrimoniale, bello da ammirare ma “insipido”.
Nella seconda parte questo schema viene invece completamente ribaltato svelandone il bluff: la narrazione ci offre uno scorcio ben diverso su questo personaggio sensibile, forte ed impenetrabile, iniziando un nuovo racconto, ma della stessa storia.
Atteggiamenti prima quasi senza senso acquisteranno improvvisamente di significato ed i tasselli andranno finalmente al loro posto.
Non avrete più bisogno di leggere tra le righe, perché la realtà sarà finalmente davanti agli occhi di tutti.
Indicazioni utili
In amore uno + uno non è mai due.
Fato e Furia
Spinto dalla raccomandazione di una persona che qualche libro sembra averlo letto (Barack Obama) e dal traduttore che stimo molto (Tommaso Pincio) ho comprato il libro e l’ho lasciato a riposare nella libreria per qualche mese. Solo recentemente l’ho ripreso in mano e ne ho apprezzato i suoi contneuti.
La trama da come si può leggere sopra sembra abbastanza semplice se non addirittura già vista e sentita in quanto storia di un matrimonio, quello che nvece mi è sembrato se non nuovo quanto meno inusuale è la maniera in cui è suddivisa la narrazione della storia: una prima parte raccontata dal protagonista maschile, Lotto e la seconda parte da quello femminile, Matilde. Questo espediente di narrazione divisa, dove lo stesso fatto viene raccontato in maniera diversa a seconda del punto di vista, è stato usato con grande successo nella serie televisiva The Affair e l’ho trovato molto interessante in quanto evidenzia come la stessa storia possa essere diversa a seconda di come l’ha vissuta la persona protagonista.
Nel libro Fato e Furia una voce terza fuori campo racconta prima quello che è Lotto, il marito, l’equivalente terreno dell’Apollo greco, bello, ricco e desiderato da tutti e tutte con un’aura di fascino intorno a lui che fa si che tutto gli sia permesso e perdonato. A questo ragazzo privilegiato è stato detto o fatto credere che tutto gli sia dovuto se solo lo volesse e con questa idea è cresciuto sviluppando un egoismo naturale, fino a quando non incontra l’altra metà della storia, ovvero sia l’angelo caduto in terra di nome Matilde. L’incontro tra i due è un bellissimo pezzo di bravura da perte dell’autrice, Lauren Groff, che dipinge le luci e le meozioni dei volti protagonisti con impressionante vividezza. Il racconto del matrimonio tra i due continua con le esperienze professionali di Lotto, le sue delusioni e i suoi successi, con i suoi pensieri e le sue fantasie però sempre filtrate dallo sguardo a prospettiva limitata dell’uomo Lotto, la metà di questa coppia e forse non unico artefice del suo successo e del suo stesso modo di essere.
A metà libro si parte con il racconto da parte di Matilda, ed è qui che la storia si impenna e assume un ritmo inaspettato, con tonalità dark e sfumature di mistero che a poco poco verranno svelate, si cominciano ad aprire armadi e trovare scheletri che rendono la lettura un’apnea inaspettata e profonda. La calma, eterea, angelica Matilda si svela e il racconto della parte femminile si prende la scena e rende quest’opera un unicum letterario nella narrativa degli ultimissimi anni.
Questo libro è il racconto di un matrimonio, dei suoi alti dei suoi bassi e dei vari sacrifici delle due parti della coppia, del deus ex machina che sta dietro al successo dello stare insieme e in sintesi estrema è la narrazione di un rapporto umano dove le persone vivono la vita, che non è mai semplice.
Un libro che trasuda vita, che non richiede necessariamente immedesimazione nei personaggi ma che si richiede un’apertura ai sentimenti delle varie parti che molto spesso sono sentimenti opposti, contrastantice impopolari. Un tuffo in una coppia moderna, una storia d’amore che ci racconta quanto poco conosciamo l’altra metà e che non sempre è possiile conoscere a fondo le persone che ci stanno a fianco.