Narrativa straniera Romanzi Esercizi di stile
 

Esercizi di stile Esercizi di stile

Esercizi di stile

Letteratura straniera

Classificazione

Editore

Casa editrice

Il capolavoro di Queneau, con alcune pagine inedite, viene riproposto alla luce di un'interpretazione innovativa: non più, o non solo, un fuoco d'artificio stilistico e un moderno manuale di retorica, ma il libro più sentito e vissuto dallo scrittore francese, per certi versi una specie di autobiografia. Un episodio di vita quotidiana, di sconcertante banalità, e novantanove variazioni sul tema, in cui la storia viene ridetta mettendo alla prova tutte le figure retoriche, i diversi generi letterari (dall'epico al drammatico, dal racconto gotico alla lirica giapponese), giocando con sostituzioni lessicali, frantumando la sintassi, permutando l'ordine delle lettere alfabetiche... Un effetto comico travolgente, che già si è prestato a realizzazioni teatrali, ma al tempo stesso un esperimento sulle possibilità del linguaggio che può essere usato, come già è avvenuto, per fini didattici.



Recensione Utenti

Opinioni inserite: 4

Voto medio 
 
4.4
Stile 
 
5.0  (4)
Contenuto 
 
3.5  (4)
Piacevolezza 
 
4.5  (4)
Voti (il piu' alto e' il migliore)
Stile*  
Assegna un voto allo stile di questa opera
Contenuto*  
Assegna un voto al contenuto
Piacevolezza*  
Esprimi un giudizio finale: quale è il tuo grado di soddisfazione al termine della lettura?
Commenti*
Prima di scrivere una recensione ricorda che su QLibri:
- le opinioni devono essere argomentate ed esaustive;
- il testo non deve contenere abbreviazioni in stile sms o errori grammaticali;
- qualora siano presenti anticipazioni importanti sul finale, la recensione deve iniziare riportando l'avviso che il testo contiene spoiler;
- non inserire oltre 2 nuove recensioni al giorno.
Indicazioni utili
 sì
 no
 
Esercizi di stile 2016-03-22 13:29:54 topodibiblioteca
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
topodibiblioteca Opinione inserita da topodibiblioteca    22 Marzo, 2016
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

L'arte dello scrivere

Un ragazzo che indossa uno strano cappello con cordicella, sale su un autobus affollato della Linea "S", inveisce contro un passeggero accusato di spintonarlo durante il sali-scendi generale, poi decide di evitare qualsiasi ulteriore scontro e si siede in un posto libero. Qualche ora dopo lo stesso ragazzo viene rivisto in un altro punto di Parigi, in compagnia di un amico che gli consiglia di mettere un bottone sul suo soprabito.

Storia finita! In realtà non si tratta di un maldestro tentativo di "spoilerare" questo libro di Queneau ma semplicemente di presentare la vicenda, perchè in questo caso quello che conta sono gli altri 98 modi diversi con i quali viene raccontata (il novantanovesimo, cioè il primo, sarebbe appunto la storia nuda e cruda sopra riportata...). Il divertimento consiste nelle varianti, nella confezione adottata di volta in volta si potrebbe scrivere, con cui sempre e solamente quella nota storia viene introdotta. Attraverso l'uso di figure retoriche (es. litote, protesi, poliptoto.....) ma anche raccontando alla maniera di un convinto reazionario ("Naturalmente l’autobus era pieno e il bigliettario sgradevole. L’origine va cercata come è ovvio nella giornata di otto ore e nei progetti di nazionalizzazione"), piuttosto che di uno scrittore di sinistra ("scusate compagni, io non sono abituato a intervenire in situazioni politiche di un certo tipo..... lo vorrei dare una testimnianza di classe di quel che ho visto ieri sull’autobus......"), come se si trattasse del verbale di un interrogatorio, o ancora come la presentazione di un teorema di geometria, piuttosto che riscrivendo il tutto sottoforma di una permutazione di parole affastellate senza senso logico, ecc. ecc ....Questi citati sono solo alcuni degli esempi adottati dall'autore che in appendice a questo divertente esperimento linguistico (tradotto in italiano dalla geniale mente di Umberto Eco) confessa di avere avuto l'ispirazione ascoltando "L'arte della fuga" di Bach, il quale, partendo da una composizione musicale molto semplice e limitata, ne ha previsto lo svolgimento con diverse varianti e modalità.

Lettura pertanto consigliata, leggera ed istruttiva anche se a mio avviso presenta due trascurabili "appunti" da rilevare: in taluni casi il titolo dato ad ogni variante l'ho trovato fuorviante rispetto poi al reale contenuto, inoltre trattandosi di un libro con testo bifronte nell'originale francese di Queneau, la traduzione adottata da Eco non sempre è fedele all'originale ma spesso viene (volutamente e necessariamente) reinterpretata.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
A chi ama l'enigmistica
Trovi utile questa opinione? 
170
Segnala questa recensione ad un moderatore
Esercizi di stile 2014-11-21 18:54:15 Erica Gatti
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
5.0
Erica Gatti Opinione inserita da Erica Gatti    21 Novembre, 2014
Top 1000 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

I mille volti della lingua.

Arguto.
Se penso a un aggettivo che potrebbe definire questo libro, penso inevitabilmente a questo: arguto.

Raymond Quenau ha saputo veramente lasciarmi incantata da tutto ciò, decidendo di raccontare un semplice fatto, assolutamente banale direi, in 99 modi diversi, spaziando e sperimentando figure retoriche, generi letterari e comportamenti linguistici quotidiani. Novantanove modi di raccontare una storia molto semplice, in realtà: un uomo che sale su un autobus, assiste a una discussione tra due persone e incontra nuovamente qualche ora dopo una delle due in un altro punto.
Basta. E non è un modo di dire: basta veramente, non succede altro, nessun grande messaggio profondo da questo semplice fatto.
Perché in questo libro il messaggio non sta nel contenuto, bensì nella forma: è questo uno dei pochi casi in cui si deve prestare più attenzione al significante che al significato.

Ma non c'è solo sperimentazione in queste pagine: c'è proprio un intento parodistico, come si può intuire da alcuni stili - in particolare protesi o epentesi - storpiati volutamente dalla loro concezione originale, portate al parossismo.

Forse mi sarebbe piaciuto leggere in novantanove stili un evento più significativo - credo che sarebbe stato ancora più efficace l'intento dell'autore - anche se presumo che Queneau abbia temuto di spostare l'attenzione del lettore sul significato e quindi far perdere valore al significante.

Grandissimo anche Umberto Eco, che ha reso perfettamente il tutto nella nostra lingua, nonostante non fosse un lavoro così immediato.

Ottima lettura.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
A chi si interessa di linguistica, a chi è affascinato dalla nostra lingua e vuole vederla sperimentata nei modi più incredibili, divertenti e curatissimi.
Trovi utile questa opinione? 
130
Segnala questa recensione ad un moderatore
Esercizi di stile 2012-04-20 09:38:46 darkala92
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
darkala92 Opinione inserita da darkala92    20 Aprile, 2012
Top 100 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Giochi di retorica

La prima recensione di “Esercizi di stile” letta era la seguente:

“Gli amanti del significato non lo troveranno un capolavoro.
Gli amanti del significante sì.”

Sembra banale, ma non lo è, poiché esprime con due parole tutto il contenuto.
La stessa storia, scritta 99 volte, con 99 stili diversi; alcuni irripetibili, altri sensazionali, certi addirittura scadenti, ma pur sempre 99 stili che trasformano e plagiano la storia in base al “significante” utilzzato.

Un libro strano, non trovate?
Raymond Queneau è stato quasi geniale, ma di più Umberto Eco, il quale ha saputo tradurre tutte le versioni con una maestria eccezionale.
Non sto parlando degli stili, poiché alcuni sono davvero opinabili, ma parlo della traduzione. Eco ha saputo rendere perfettamente lo stile in italiano, giocando, come solo un esperto sa fare, con le parole, mescolandole, trasformandole a suo piacimento, senza però capovolgere o distruggere il “significato”.
Di sicuro il merito va per il 70% a lui.

Simpatici si sono rivelati i seguenti stili: “Animoso”, “Filosofico”, “Apostrofe”, “Maldestro”;
Insuperabili i “Litoti”, “Aspetto soggettivo I”, il “Reazionario”.

Quindi concludo dicendo:
“Gli amanti del significato non lo troveranno un capolavoro.
Gli amanti del significante sì.”

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
82
Segnala questa recensione ad un moderatore
Esercizi di stile 2011-12-26 16:36:01 floria di tosca
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
floria di tosca Opinione inserita da floria di tosca    26 Dicembre, 2011
Top 500 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

MITICOOO!!!!

Che genio!!!
Dio buonino se lo è! Esercizi di stile non è un romanzo. E' forse un “libro di lettura “ nel senso più classico del termine. A questo sembra atto.
E’ una figata tremenda: perché Queneau ,essenzialmente un matematico, trascrive per 99 volte lo stesso episodio facendo uso di tutte le figure retoriche, … E’ veramente una idea pazzesca!!!
Il tutto dentro ad una logica di variabili algebriche di cui, a dire il vero non so dire per mia ignoranza in materia.
Una chicca: scritto in francese, questo testo, risultava intraducibile, anche per il grande Eco, cha ha dovuto riadattare tutto il testo alle sue regole. Dunque doppia figata!!!
Per raccontare che cosa?
In buona sostanza di come a Parigi un uomo che sale su un tram, si scontri verbalmente con un passeggero, il quale sembra infastidirlo ad ogni sobbalzo del tram e di come - appena dopo - la voce narrante lo incontri nuovamente, in una piazza, tutto preso da una efficacissima conversazione con un tizio relativamente ad un dettaglio del suo abbigliamento.
Belli miei, largo ai pregiudizi, ai luoghi comuni, alle isterie e agli eccessi caricaturali dell’uomo nel suo essere “personaggio”!!!
E poi, - devo per forza dirlo - non è la trama che mi ha convinto: non c’è storia, non c’è perché; è il modo, il MODO di rendere lo stesso episodio completamente diverso, ogni volta.
E’ la celebrazione del linguaggio, della capacità di scrivere ed interpretare e non è un caso che sia stato portato in vari teatri proprio questo testo che nulla ha di teatrale se non l’ordinarietà di un banale episodio quotidiano, reso straordinario dalla penna e dai 99 punti di vista dell’autore.
Adoro Queneau, per come è: la sua storia è il suo ritratto.
E questo libro, il suo scioglilingua.
Ipse dixit:

“Non s’era in pochi a spostarci. Un tale, al di qua della maturità, e che non sembrava un mostro d’intelligenza, borbottò per un poco con un signore che a lato si sarebbe comportato in modo improprio. Poi si astenne e rinunciò a restar in piedi. Non fu certo il giorno dopo che mi avvenne di rivederlo: non era solo e si occupava di moda.” Com’eravamo schiacciati su quella piattaforma! E come non era ridicolo e vanesio quel ragazzo! E che ti fa? Non si mette a discutere con un poveretto che sai la pretesa, il giovinastro! lo avrebbe spinto? E non ti escogita niente po’ po’ di meno che andar svelto a occupare un posto libero? Invece di lasciarlo a una signora!
Due ore dopo, indovinate chi ti incontro davanti alla Gare Saint-Lazare? Ve la do a mille da indovinare! Ma proprio lui, il bellimbusto! Che si faceva dar consigli di moda! Da un amico!
Stento ancora a crederci!”


“Mi trovavo sulla piattaforma di un autobus violetto. V’era un giovane ridicolo, collo indaco, che protestava contro un tizio blu. Gli rimproverava con voce verde di spingerlo, poi si lanciava su di un posto giallo.
Due ore dopo, davanti a una stazione arancio. Un amico gli dice di fare aggiungere un bottone al suo soprabito rosso…”

“Io proprio non so cosa vogliono da me. Va bene, ho preso la S verso mezzogiorno. Se c’era gente? Certo, a quell’ora. Un giovanotto dal cappello floscio? Perché no? lo vado mica a guardare la gente nelle palle degli occhi. Io me ne sbatto. Dice, una specie di cordoncino intrecciato? Intorno al cappello? Capisco, una curiosità come un’altra, ma io queste cose non le noto. Un cordoncino... Boh. E avrebbe litigato con un altro signore? Cose che capitano.
E dovrei averlo rivisto dopo, un’ora o due piú tardi? Non posso negarlo. Capita ben altro nella vita. Guardi, mi ricordo che mio padre mi raccontava sempre che...”

Trooooppo bello, vero?

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
...Zazie dans le métro, Pierrot amico mio. E qualcosa di filologia. Ma lo consiglio soprattutto a chi ha voglia di affrontare con leggerezza figure retoriche mai viste prima.
Trovi utile questa opinione? 
40
Segnala questa recensione ad un moderatore
 

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Il dio dei boschi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il sistema Vivacchia
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Il passato è un morto senza cadavere
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
La mano dell'orologiaio
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)
L'ora blu
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Malempin
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Morte in Alabama
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
La città e le sue mura incerte
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Per sempre
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Lo spirito bambino
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Fumana
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Liberata
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

La compagnia degli enigmisti
Demon Copperhead
La stagione degli amori
Il dio dei boschi
La città e le sue mura incerte
Per sempre
La terra d'ombra
In questo piccolo mondo
Lo spirito bambino
Sirene
Giorno di vacanza
Génie la matta
Mattino e sera
Eden
L'anno che bruciammo i fantasmi
T