Effetti collaterali dell'amore quando finisce
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Effetti collaterali dell'amore quando finisce
Un thriller psico-emozionale è l’opera prima di questa trentanovenne scrittrice e giornalista canadese (di origine ebraica) laureata in medicina e psichiatria ( la sua formazione scientifica si nota in tutto il romanzo). Libro che è stato accolto con recensioni eccellenti (i paragoni più frequenti sono quelli con Borges e Pynchon) che nasce “dalla sensazione di essere traditi da qualcuno che in realtà non lo ha fatto, ma è soltanto cambiato». “Un romanzo, - come ha detto un critico dell’Observer, -sull’idea devastante che l’amore possa finire alla stessa velocità con cui è cominciato».
La trama è intricata e destinata a un crescendo impegnativo e di suspense. Il romanzo, circolare e labirintico è sul doppio, la sovrapposizione, i triangoli e gli incroci.
Tutti gli amori iniziano e finiscono, tuttavia elaborarne la fine è traumatico per tutti, anche per lo psichiatra protagonista. Prima con ironia, poi in modo ossessivo, Leo si immerge in uno stato di trance spazio temporale, in cui vaga nell’ossessiva ricerca della Rema autentica (sua moglie), con esiti paranoici, visto che è convinto che la Rema che si trova accanto a lui sia un simulacro, un Doppelgaenger della moglie. La Galchen ha dichiarato che è solo perché non riusciamo ad accettare i cambiamenti che avvengono all’interno dei rapporti di coppia, che si comincia a parlarne come se fossero dei tradimenti e quindi a viverli come una sconfitta.
Il cambiamento spazio temporale in cui il protagonista cade alla ricerca di una risposta, ha il suo senso solo su un piano prettamente emotivo (ovvero il sentimento di abbandono per la perdita di Rema). Rema e Leo sono diventati due solitudini che si cercano senza trovarsi, perché l’amore quando compare è deflagrante, ma quando finisce fa scoppiare temporali che sembrano uragani ( da qui l’efficace titolo originale “Atmospheric Disturbances”).
La Galchen gioca con maestria su piani linguistici differenti, tra i quali spicca un umorismo cinico alla Woody Allen. Sicuramente è un registro linguistico particolare, quello che la protagonista utilizza, ma molte volte mi sono trovata un po’ in difficoltà a riuscire a seguire la storia. Diciamo che non è proprio il mio romanzo ideale, anche se ne riconosco il valore.
Alcune frasi o espressioni che mi sono piaciute:
“ …di questi tempi il consenso mi sembra un concetto più vuoto che mai”;
“La mia onestà non costituisce per me un valore morale, dato che considero la moralità qualcosa di legato alla scelta”;
“La gente ha bisogno di segreti”;
“… ero già consapevole della necessità di superare i confini del mio solitario punto di vista”;
“E’ importante che l’odore dell’altro ci piaccia, sai, per innamorarsi”;
“Non stavo aspettando che mi venisse un’idea, era l’idea che stava aspettando che io andassi da lei”;
“Forse lei è una persona a cui non basterà mai nessuno”.
Lo consiglio a chi vuole immergersi nei meandri intricati e complicati di una mente un po’ contorta.