Narrativa straniera Romanzi E poi, Paulette...
 

E poi, Paulette... E poi, Paulette...

E poi, Paulette...

Letteratura straniera

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La trama e le recensioni di "E poi, Paulette...", romanzo di Barbara Constantine edito da Einaudi. Una seconda chance è sempre possibile. Basta alzare lo sguardo e tendere la mano. Qualcuno la afferrerà. Commovente e allegro, il romanzo-antidoto contro il cinismo bestseller in Francia. Ferdinand vive tutto solo nella sua grande fattoria in campagna. Figli e nipoti hanno tanti di quegli impegni, e a lui restano il gatto, un bicchierino ogni tanto, e un sacco di tempo libero. Un giorno, facendo visita alla vicina, Ferdinand scopre che un nubifragio le ha devastato il tetto. Non ci dorme tutta la notte. Ma il mattino successivo si fa coraggio e invita Marceline a trasferirsi da lui. Lei e tutti i suoi animali, ben inteso: il cane, un vecchio gatto, e l'asino Cornélius. Lo spazio proprio non manca. A poco a poco la fattoria si riempie di fermento, agitazione, nuova vita. Perché dopo Marceline arrivano anche un amico di Ferdinand rimasto vedovo di recente, due vecchine un po' smemorate, uno studente che rimette in sesto l'orto, e alla fine anche Paulette... Un'incantevole commedia di sentimenti e belle emozioni. Un romanzo lieve ma capace di far riflettere su il significato dell'amicizia e il dialogo tra le generazioni. Un successo sorprendente in Francia, per un libro che ha intenerito e fatto sorridere tantissimi lettori.

Barbara Constantine è una sceneggiatrice francese di origini americane che ha lavorato, tra gli altri, con Robert Altman. Vive nella regione di Parigi. Alcuni suoi romanzi sono già usciti in Italia: La bella estate di Melie (Cairo, 2009), Non dire gatto... (Cairo, 2010), Tom piccolo Tom (Fazi, 2011) e E poi, Paulette... (Einaudi, 2012).



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E poi, Paulette... 2014-09-01 10:39:09 laguby
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Opinione inserita da laguby    01 Settembre, 2014

tra il bucolico e l'utopistico

È un libro “leggero” che fa sorridere e riflettere; protagonisti sono alcuni anziani che, per motivi diversi, si ritrovano a vivere insieme in una casa di campagna.
E poi, come dice il titolo, arriva Paulette.
La lettura è piacevole, sia per la grazia con cui viene affrontato il tema della solitudine in vecchiaia sia per il linguaggio scorrevole: una vera sceneggiatura, in omaggio alla professione dell’autrice.
È un romanzo molto gradevole, tra il bucolico e l’utopistico.
Ma, talvolta, bisogna pur sognare…

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E poi, Paulette... 2014-01-25 15:55:59 Maria Francesca
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Opinione inserita da Maria Francesca    25 Gennaio, 2014

Vietato ai minori di anni sessanta!

Beh, mai che gli amici indovinino il libro da regalarti. E lo fanno con tanto affetto, il regalo. Sanno per esperienza che presentarsi con una “frivolezza” mi scatena quel sorrisetto di circostanza e un “non dovevi disturbarti tanto”, molto peggiore del dire che cavolo mi hai portato.
E anche stavolta…addirittura ispirato, il regalo, da una mia boutade alle undici di sera sotto i pini e il frinire dei grilli: ”Ecco, quando saremo tutti in pensione potremo venire ad abitare tutti qua.” E per tutti intendevo sorelle e amiche e i consorti superstiti, perché si sa che la vita media maschile è quello che è. Avevo aggiunto una corte di badanti , governanti e giardinieri perché per il manuale non ho nessuna attitudine.
E poiché mi faccio scrupolo a non leggere i libri in regalo - ti possono sempre chiedere come ti è sembrato - ho proseguito oltre le prime righe e mi sono lasciata prendere.
Non è il libro della vita, che sono proprio pochini. Non è un libro da consigliare ma se ti capita in mano merita di portarlo a termine. Non è un libro per tutti. E’ un libro per vecchi. Una pubblicità progresso, diciamo. Un’idea raccontata alla francese - da quando i grandi se ne sono andati - leggera, ottimista, così melting pot, come se la vecchiaia azzerasse le differenze.
Una comune che sostituisca il tristissimo ospizio o la solitudine vissuta accanto ad una disamorata badante che ogni tanto ti molla uno scapaccione, quando non mira alla pensione e ti impalma il vecchietto.
Comunque, perché sia realizzabile ha bisogno d’indipendenza economica (anche una pensioncina), di una casetta in campagna non proprio mignon, di figli e nipoti occupati, di un ministro del welfare che non sia la Fornero con la sua fissa sulle pensioni. Diciamo che l’idea di questi tempi è un’utopia.

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E poi, Paulette... 2013-02-19 13:17:06 apprendista
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apprendista Opinione inserita da apprendista    19 Febbraio, 2013
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Buoni sentimenti di vecchietti arzilli

Ho trovato molto gradevole e lo consiglio , a patto che non vi diano troppo fastidio i buoni sentimenti e un pizzico di utopia. L'idea della "comune dei vecchietti" (con qualche simpatico elemento estraneo di contorno), si sviluppa in una tranquilla provincia francese, un pò alla Simenon, ma senza l'elemento "giallo". Non voglio fare altre anticipazioni sulla trama, già ampiamente articolata nella recensione ufficiale. Direi solo che il racconto mi è piaciuto, è delicato e a suo modo romatico ma non sdolcinato. I personaggi sono ben delineati e si compensano a vicenda. La trama, direi che non è Maupassant..., ma va più che bene come piacevole evasione. Ciao a tutti

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I vecchietti di Mavaldi, Barreau, Simenon (per l'ambientazione)
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