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Indagine sull'animo umano
Questo libro, davvero appassionante, non fa parte della serie poliziesca di Giménez-Bartlett ma è comunque un’indagine, una ricerca, condotta da personaggi fuori dagli schemi ed eterogenei: uno psichiatra parigino di alta levatura docente alla Sorbona e un giornalista spagnolo di scarso successo, un pennivendolo che sopravvive vendendo articoletti di cronaca. Intorno a loro la Spagna di Franco con le sue atmosfere inquietanti dove dominano la violenza e il tradimento.
Ma il vero personaggio del romanzo, e oggetto della ricerca della coppia psichiatra-giornalista, è “la Pastora” personaggio divenuto leggendario, dal sesso e dal carattere incerto, prima donna e pastora poi uomo e partigiano delle brigate antifranchiste infine efferato brigante.
La narrazione si svolge su più piani. C’è in primo luogo la storia dei nostri 2 avventurieri che si muovono per le montagne dell’interno della Spagna sulle tracce della “pastora”, attenti a non finire vittime della Guardia Civil che vuole occultare tutta la vicenda o bersaglio degli abitanti di quelle montagne, selvaggi e pericolosi come i luoghi che abitano. Alla storia delle loro vicende si intreccia quella dei loro conflitti che fin dall’inizio del libro si intuiscono dalle profonde differenze dei loro caratteri e delle loro vicende di vita in un climax fino al gran finale.
Ci sono poi, alternate alla narrazione della ricerca, pagine che narrano in prima persona e con accenti di grande verità le vicende della pastora, pagine di un diario forse, o più probabilmente racconto orale raccolto non si sa da chi e non si sa quando.
Nelle ultime pagine tutti i fili della narrazione verranno annodati e tutte le domande e i dubbi troveranno una risposta anche se forse non sarà quella che il lettore si aspetta…
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Un mistero di nome Pastora.
Nella Spagna degli anni Cinquanta un medico ricercatore francese e un cinico giornalista spagnolo iniziano la ricerca dell’unico sopravvissuto del movimento antifranchista del maquis, un ormai celebre bandito chiamato La Pastora, che si cela dove ancora nessuno l’ha scovato. Ma è un uomo o una donna chi si nasconde? E un mostro assetato di sangue o un essere sofferente? Sciogliere l’enigma non sarà facile, anche perché i due ricercatori si troveranno in un ambiente ostile e saranno presto preda dei loro fantasmi, dei loro rimpianti e della loro ambiguità, che è in fondo quella che è dentro ogni essere umano. E il Paese che attraversano non li può aiutare a ritrovarsi, perché è ancora perso nei postumi della guerra civile e di quello che è venuto dopo, pieno di rancore e di vergogna, sofferente e senza speranza. A mano a mano che la narrazione procede penetriamo in una Spagna maestosa e aspra, selvaggia e crudele, che avvolge i due ricercatori e li spinge a guardarsi dentro per trovare, passo dopo passo, la vera motivazione della loro ricerca. E intanto il racconto de La Pastora ci permette di attraversare il deserto della sofferenza di quest’essere, che conosce tutte le sfumature del dolore e che vuole che la sua verità giunga agli altri, a chi l’ha sempre aborrita come un mostro feroce o uno scherzo della natura.
Alicia Giménez-Bartlett ci accompagna in questo viaggio con la sua scrittura fluida e precisa. La narrazione solo in pochi frangenti cede alla monotonia e alla ripetitività e ha i suoi migliori momenti nell'indagine attenta dell’animo del bandito. Nel dolore di quest’essere, vissuto e morto solo, la metafora della Spagna, impotente ma dignitosa di fronte al male che l’ha attraversata.
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L'EPOPEA DELLA PASTORA
Questa storia descrive sapientemente l’epopea della rivolta partigiana contro la dittatura franchista nei primi anni del dopoguerra in Spagna. Siamo nel 1956, nelle aspre ed impervie montagne che si intersecano intorno al fiume Ebro tra Catalogna e Comunidad Valenciana. La storia si svolge su due binari che mescolano realtà e finzione romanzesca . In effetti da una parte c’è il romanzo che vede protagonisti uno psicologo francese ed un giornalista spagnolo che vivono ogni tipo di peripezia inseguendo le tracce di un personaggio entrato nella leggenda popolare con il nome di “Pastora” , metà uomo e metà donna , sul cui profilo sessuale fino alla fine non si ha nessuna certezza e dall’altro invece le reali storie accadute a tale personaggio , raccontate in prima persona dallo stesso. Credo che l’autrice , nel descrivere tali eventi , abbia in qualche modo voluto dire la sua sulla guerra civile spagnola , che devastò la penisola nel corso degli anni 1936/39 ma che ha lasciato delle ferite tuttora aperte. È interessante il taglio storico-psicologico che l’autrice conferisce a questa sua opera; sostanzialmente l’approccio è basato sulla descrizione dei caratteri e lo si capisce da come descrive i protagonisti principali del romanzo, in quanto ogni azione commessa ha una causa specifica che va ricercata nell’ambiente sociale in cui tale personaggio è cresciuto ed ha maturato esperienze di vita. Nel complesso, la scrittrice condanna apertamente la dittatura franchista che oppresse grossolanamente il suo popolo, impedendone un sviluppo socio-economico-culturale e da un altro lato descrive le gesta della resistenza
Indicazioni utili
Romanzi e saggi sulla guerra civile spagnola.