Donne
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Sesso&Poesia
Solo un uomo può capire questo libro, mette a nudo la mentalità maschile, i desideri più voluti. Buk descrive la vita che avrebbe sempre desiderato di fare ovvero abbandonare il mondo basato sulle regole e seguire le passioni e l'istinto, sesso e poesia.
In fondo la normalità è quella che ci impongono gli altri ma lui dice "no! La vita la vivo come voglio". Troppo affrettato il finale.
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Donne: Tutte troie?
Donne: Tutte pazze, tutte troie, tutte isteriche!
E’ questo ciò che Bukowski vuole dirci con il suo libro?
Il romanzo non è altro che una serie di resoconti di tutte le storie “d’amore” del protagonista, viste in chiave apertamente maschilista e pessimista, in cui si susseguono ( e si accavallano) una serie di amanti che si rubano la scena tra loro, ma nessuna di esse è descritta come un personaggio vero e proprio. Infatti, nonostante siano tutte a modo loro delle protagoniste, sono più descritte come donne di passaggio, semplici macchine sessuali nelle quali vengono sottolineate solo le performance sessuali e le loro pazzie.
C’è DeeDee, giovane in carriera che piange la “rottura” col protagonista, e lo implora di non lasciarla “-non lasciarmi, guarda che belle gambe!-“.
Poi c’è Lydia, lo stereotipo di donna isterica per eccellenza, la cui pazzia fa quasi paura, e che Henry affronta sempre più o meno passivamente.
Poi ce ne sono altre nel mezzo, ma sono così poco importanti che lo scrittore non si sforza di rendercele interessanti.
Il libro lo si sfoglia e le pagine pullulano di donne pronte a bere e ad aprire le gambe, a piangere aggrappate all’ uomo che vuole lasciarle, e a perdere tempo in filosofie new age; e tra queste Henry Chinaski (il leggendario alter ego di Bukowski) è l’ impiegato alle poste -aspirante poeta- , che, cinicamente, se le fa tutte.
Proprio tutte.
Anche ricche, giovani, e belle: Nessuna di loro sembra essere immune al suo fascino.
Un fascino che poi stento ancora a capire in cosa consista!
Se lo si analizza bene ,infatti, Chinaski è un perdigiorno ubriacone e insoddisfatto della sua vita, un misogino che niente ha di meglio da offrire a una donna se non del whiskey scadente con cui farla ubriacare.
Eppure riesce sempre a rimediare almeno una sveltina: lui (ossia Bukowski, in quanto credo che il romanzo sia apertamente autobiografico), l’uomo più misogino sulla faccia della terra, attira.
Nonostante le tratti male e le usi come oggetti, attira. Le compra con un po’ di alcool e qualche promessa. Saranno mica sul serio tutte impazzite le donne?
Scusatemi, ma devo confessarvi che Bukowski non mi è mai andato molto a genio. In realtà, questo è uno dei pochi suoi romanzi che ho apprezzato.
Ma solo perché alla fine arriva Sara.
Sara è la brava ragazza per eccellenza, fissata con filosofie e guru new age. Chinaski (Bukowski) la conosce le dedica le ultime pagine del libro. “Sara era una brava ragazza, in fondo” dice. E resta con lei.
Quindi capisci che Chinaski non è uno stronzo, non considera tutte le donne come delle pazze. Certo, di Sara non si innamora, però capisce che esiste quell’unica eccezione tra tutte le donne nel quale valga la pena investire un po’ di serietà.
Il romanzo si chiude lasciando intuire che Chinaski abbia trovato una sua stabilità, e che quell’uomo tanto sregolato abbia messo la testa a posto. Un cliché che ha sempre un suo fascino.
Forse tutte le altre andavano a letto con lui perché desideravano essere l’eccezione, essere Sara. E magari si lasciavano trattare male da qualsiasi uomo (perché anche di Chinaski ce ne sono troppi) nella speranza di farlo innamorare di loro.
Se così fosse, allora le donne sarebbero davvero tutte pazze.
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Delusa
Ho deciso di leggere un romanzo di Bukowski perché più di una persona me lo ha consigliato e perché in generale ne ho sentito parlare bene; andando avanti con le pagine speravo in un colpo di scena, in una svolta, che però purtroppo non è arrivata. Trama completamente assente, lessico molto limitato... Scene che si ripetono, tutto sempre molto prolisso; le descrizioni erotiche completamente prive di qualsiasi tipo di emotività; zero coinvolgimento del lettore, zero passione. Questo gli editori lo chiamano erotismo? Io la chiamo spazzatura. E se basta questo per essere considerati degli scrittori beh allora possiamo esserlo tutti.
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Io non l'ho capito
...a me sembra un libro senza senso, senza trama, scritto da un depravato, per lo più sempre ubriaco, che vede nelle donne un oggetto da usare e buttare.
Di erotico c'è poco o nulla, semmai molta pornografia, resa tale da un linguaggio che nel 1978,anno di uscita del libro, poteva sicuramente essere scandaloso.
È tutto un susseguirsi di donne oggetto, la cui caratterizzazione si limita all'aspetto esteriore e finalizzata all'atto sessuale.
L'ego dello scrittore protagonista è infinito: vecchio, brutto, con pochi denti, misantropo, alcolizzato, attrae con non so quali attributi magnetici donne di tutti i tipi, disposte a prendere il primo aereo per incontrarlo e passare settimane con lui. Non importa se soffrono, sono contente, sono gelose, piangono , o ridono, o rimangono incinte: puntualmente vengono scaricare e sostituite con altre che nuovamente prendono l'aereo per arrivare da lui a Los Angeles.
Possibile che in tutto il west America non ci siano altri uomini più prestanti di lui?
Di tutti i personaggi, neanche il gatto maschio che gli fa le fusa nel finale si salva!
La cosa che infine mi ha dato più fastidio è la disibinizione e la promiscuità dei rapporti, senza alcuna protezione da malattie sessualmente trasmissibili, anzi con un altezzoso menefreghismo. Probabilmente la parola AIDS, nel 1978 era ancora poco conosciuta, penso però che altre malattie come la sifilide, la gonorrea e altre fossero all'ordine del giorno! Se qualcuno, leggendo questo libro, avesse la malaugurata idea di emulare il protagonista, abbia almeno il buon senso di utilizzare i metodi di protezione attualmente disponibili.
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Semplicemente Donne
Leggi un libro di Bukowski,letti tutti. Bukowski è un cinico, un superficiale, un rude. Bukowski non è un vero scrittore, leggi Dostoevskij, D'annunzio, Hemingway etc... quelli sono veri scrittori(nessuno lo mette in dubbio). Queste sono solo alcune delle stronzate che certi finti critici dicono della scrittura del "vecchio zozzone"
Questo libro al contrario mostra un Bukowski molto più sensibile rispetto ad altre opere dello scrittore. La scrittura è lineare, non ricercata, per dirla in gergo "scrive come parla". Le donne non sono solo oggetti da scopare e gettare via, sono parte essenziale della vita dell'autore. Dalla puttana alla madre di famiglia, di ognuna di loro resta un ricordo che non si perde nel tempo. Ogni donna è descritta in ogni singola sfaccettatura, ognuna ha un pregio che viene esaltato. Il lettore non può che ammirare anche la più sgradevole di queste donne. Ora lascio parlare lo stesso Bukowski, che parla delle donne meglio di come possano fare molti altri
"Pensai alle rotture, e com'erano difficili, ma d'altra parte di solito bisognava rompere con una donna per incontrarne un'altra[...]. Un uomo non doveva avere una donna per sentirsi quanto più possibile reale, ma conoscerne una non guastava. Così quando la storia cominciava ad andar male imparava cosa volesse dire sentirsi solo e sconvolto, e capiva cosa avrebbe dovuto affrontare quando sarebbe arrivata la sua fine
C'erano parecchie cose che mi facevano diventare sentimentale: le scarpe di una donna sotto il letto; una forcina dimenticata sul tavolo da toilette; quel loro modo di dire: "vado a far pipì..."; i nastri per capelli; camminare lungo il boulevard all'1.30 di pomeriggio, due persone, un uomo e una donna, insieme; le lunghe notti passate a bere e a fumare, a parlare; le liti; il pensiero del suicidio; mangiare insieme e star bene; le battute; le risate senza senso; sentire la magia nell'aria; star chiusi insieme in una macchina parcheggiata; parlare dei propri amori finiti alle tre di notte; sentirsi dire che si russa, sentirla russare; madri, figlie, figli, gatti, cani; a volta la morte e a volte il divorzio, ma sempre andare fino in fondo; leggere il giornale da solo in una tavola calda e avere la nausea perchè lei adesso è la moglie di un dentista con un quoziente di intelligenza di 95; gli ippodromi, i parchi, i picnic al parco; perfino le galere; i suoi amici noiosi, i tuoi amici noiosi; il tuo bere, il suo ballare; il suo flirtare, il tuo flirtare; le sue pillole, le tue scopate clandestine, le sue scopate clandestine; dormire insieme..."
"Quando si ama una donna non si comincia sicuramente a misurarle gli arti" diceva Picasso, sicuramente Bukowski era d'accordo.
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Mi fa il pieno...di birra?
Bukowski è disarmante nella sua assoluta sconsideratezza e incapacità di dare delle regole alla propria vita.
Anzi l’unica cosa certa nella vita di Hank Chinaski è il caos etilico totale.
La sua scrittura è semplice e fluida, accattivante anche quando parla delle cose più squallide che gli capitano.Certo se la narrazione vedesse ripetute meno volte termini, come cazzo o fica, scopare,leccare,la clitoride sarebbe da consigliare ad un pubblico più vasto, ma non sarebbe più un libro di quel simpatico alcolizzato.I personaggi femminili che ci descrive Bukowski/Chinaski sembrano usciti da un manicomio, Lydia su tutte, una donna capace di grandi momenti di passione alternati a furiose scazzottate.Fortuna che Chinaski fra una corsa di cavalli e un pieno di birra incontra e scopa affascinanti antiquarie vedi Joanna Dove, dolcissime brune come Dee Dee o la texana Katherine.
I “trip” non mancano mai con la rossa Tammie
Ciò che rende unica la narrazione sono anche quelle perle di saggezza etilica che il poeta californiano lascia quasi per caso lungo l’asfalto letterario, quando si ricorda dove cazzo ha parcheggiato la sua Volks , sempre che non l’abbiano rubata o sequestrata.
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Meraviglioso!
E’ il sesto libro del vecchio che leggo, e senza dubbio, di tutti i romanzi che ho letto (Donne, Factotum e Post Office) è tranquillamente il più bello. La prima cosa che mi ha incuriosito è stato il titolo. Ho subito pensato, avendo ormai cominciato a capire “il Bukowski pensiero” che queste donne fossero per la maggior parte prostitute. Mi accorgo invece che mi sbagliavo di grosso. Il libro comincia con un incipit abbastanza indicativo: “Più di un valent’uomo è stato ridotto sul lastrico da una donna”. Decine di donne si susseguono. Ognuna viene prima descritta fisicamente in ogni minimo particolare, dai dettagli fisici al modo di vestire, poi parte la descrizione mentale, il modo di vivere e tutto il resto. E lentamente esce fuori il Bukowski che non ti aspetti. Lo fai cinico, disinteressato all’amore, solo sesso e nient’altro. E invece no. Tra un bicchiere e una corsa ai cavalli (compagne immancabili del vecchio…) trova anche il tempo di essere geloso, di fare innamorare una giovane donna di sé tanto da portarla a compiere veri e propri atti di follia, di far litigare due o più donne per lui, e di abbandonare una donna nel proprio letto senza dire nulla. E poi ammiratrici o ragazze qualunque che gli scrivono lettere e gli chiedono di incontrarlo. E lui accetta, sempre e comunque come se non potesse farne a meno, sa che non è giusto, sa che non può comportarsi così, che rischia di perdere non solo le donne a cui più tiene, ma anche se stesso, la sua identità. Ma come sempre gli succede, si trova una giustificazione che vale solo per lui e se la fa bastare. E così il libro va avanti con donne di ogni genere: tossiche, pazze, hippy, madri di famiglia, amiche di donne con cui è già stato al letto e altro ancora , e proprio quando pensi che non riuscirà mai ad uscire da questo tunnel, che forse è vero quello che gli diceva Lydia, e cioè che lui ha paura di innamorarsi…ecco che ti stupisce, come sempre….perchè “prima o poi ci si stanca di trattenere l’amore e lo si lascia andare da qualche parte, perché ha bisogno di andare da qualche parte”…Immenso Charles (o Hank nel romanzo), nudo e crudo come sempre nel raccontare i vari particolari dei suoi rapporti sessuali, spietato verso la società che lo circonda (meravigliosa la descrizione di tutto ciò che la gente fa mentre aspetta la morte, lui al contrario di tutti loro, la sua scelta l’ha già fatta…vodka-7…), ma alla fine non ti delude mai, ti lascia sempre qualcosa, una consapevolezza, un pensiero, una qualunque cosa che prima di leggere quel libro non avevi. Un vero e proprio maestro di vita.
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sesso sesso sesso!!
Nelle prime 50 pagine avverti una noia mortale, un ciclo stranamente ripetitivo di eventi: scrivere, bere, andare in bianco, sesso la mattina, poi di nuovo, bere bere, in bianco, sesso la mattina poi bere e bere ancora.
Pensavo che sarebbe stato il primo libro che avrei smesso di leggere senza finirlo.
Poi, stranamente le sue storie cominciavano a diventare divertenti sotto certi aspetti e ti va di continuare a leggerlo per capire se ti piacerebbe avere qualcosa in comune con lui oppure no.
In effetti c'era una frase che mi incuriosiva:
le donne trattano me meglio di quanto io tratti loro.
il problema secondo me è che lui sa trattare così male se stesso da giudicare positiva qualsiasi cosa le donne facciano per lui.
Ha trattato male se stesso tanto da soffrire nell'età più bella della sua vita per poi cercare "vendetta" nello scopare ragazze di 20-30 anni più giovani dopo essere diventato un vecchio ubriacone.
Dopotutto non si può che non invidiare una vita di sesso estremo con ragazze 20 o 30 anni più giovani, però tu lettore che fine fai?
beh, la fine è quella di Ed che ascolta Frank in questo video:
http://www.youtube.com/watch?v=av-GwioxWqY
hehe
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Non avevo amiche
Terzo romanzo di Bukowski, pubblicato nel lontano 1978, "Donne", simboleggia la bramosia di un uomo verso il sesso(da tenere ben distinto dall'amore, come verrà esplicitamente chiarificato in corso d'opera), desiderio, ardore e costante onnipresenza nella esistenza"on the road" di Henry Chinaski,celebre alter-ego letterario dell'autore. Le congiunzioni carnali si susseguono a guisa di "lista della spesa" per tutta la durata del romanzo, caratteristica peculiare che fa comprendere veramente in modo ottimale l'ossessione del protagonista. Rapporti, molti dei quali sicuramente esecrabili all'occhio delle "persone normali", contraddistinti dall'intensità della passione corporale;passione aimè effimera ed evanescente,passione quindi, che neccessita di un perpetuo rinnovo. Charles Bukowski ci presenta un mondo di picari, pezzenti e randagi,che raccattano le giornate, vivendo costantemente tra lo sguaiato ed il grottesco,senza l'immancabile compagnia di alcol, tabacco e prostitute. Con questo romanzo si affoga nel lato povero dell'America, si vive dietro l'insegna bianco sfavillante dell'Holliwood californiana, si vive "nella merda".La grande sfacciataggine e i dialoghi esplicitamente sboccati ed intrinsecamente erotici fuoriusciti dalle labbra del protagonista,servono al lettore per rivivere le abissali sensazioni(corporali ed emotive) di Henry: l'Henry sessantenne innamorato delle giovani ventenni, l'Henry che vuole vivere(alcol permettendo) fino a ottant'anni per scoparsi una ragazza di diciotto,l'Henry impiegato delle poste che si licenzia per "poter alzarsi a mezzogiono ogni mattina dopo una delle tante maratone alcoliche".Opera in cui il lettore farà un'incetta di emozioni turbinose, conoscerà la personalità di uno degli alter-ego meglio riusciti della trasposizione letteraria.Altra caratteristica fondamentale del libro, è l'insicurezza del protagonista:il rifugio costante nel sesso carnale rappresenta la paura di amare,il terrore della condivisione emotiva e caratteriale di un uomo, folle paura resa dall'abusata frase"Vuoi una puttana!Hai paura di amare!". Concludo sostenendo che nessuno ha saputo far vivere le pagine di un romanzo ad un lettore con un'intensità ed un 'efficacia così travolgente come ha fatto Bukowski!
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Il capolavoro di Bukowski!
sono restio a dare i voti massimi, ma in questo caso non ho proprio potuto evitarlo! "Donne" è il romanzo capolavoro di bukowski, ed i romanzi rappresentano la sua produzione migliore. Un esempio perfetto per chi ama il realismo (contemporaneto, non come corrente letteraria del passato) nella letteratura...