Dona Flor e i suoi due mariti
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Amiamo il marito fedele ma anche il partner trasgr
Vadinho è un marito impossibile: giocatore incallito, dongiovanni mai pentito, un uomo su cui non si può contare. Eppure, con la sua sensualità priva di inibizioni, sa risvegliare in Dona Flor tutti gli istinti repressi, facendole vivere amplessi gioiosi e appassionati. La moglie ne è innamorata al punto da perdonargli tutto, anche l’imperdonabile.
Vadinho muore all’improvviso, durante i riti del Carnevale baiano. Dona Flor è inconsolabile, a dispetto del sollievo della madre Donna Rozilda e delle altre comari che non si spiegano l’attaccamento della vedova a un marito tanto problematico.
Ma la vita va avanti, Dona Flor riprende le sue lezioni di cucina e finisce con l’accettare la proposta di matrimonio del morigerato farmacista Teodoro. Il dottore si rivelerà un ottimo sposo, premuroso e affidabile oltre che innamoratissimo. Ma a letto, ahi, a letto resta altrettanto morigerato, suscitando sempre più in Dona Flor la nostalgia per lo sfrenato Vadinho.
Richiamato su questo mondo dal desiderio della moglie, Vadinho ritorna a corteggiare in maniera sempre più pressante la donna, combattuta fra il desiderio di restare onesta e la voglia di cedere al primo marito. Cederà alla fine, e volentieri, barcamenandosi tra il primo e il secondo marito. Anzi, la focosa relazione con Vadinho pare giovare anche al secondo matrimonio…
Nella colorata e a tratti ridondante narrazione brasiliana di Jorge Amado, si intravede chiaramente la complessità dei rapporti umani. Siamo un po’ tutti come Dona Flor: per sentirci appagati e completi cerchiamo negli altri tanti sapori diversi, e non sto parlando solo di rapporti sentimentali. Abbiamo bisogno dell’amico d’infanzia che condivida i ricordi e di quello appena conosciuto con cui portare avanti l’ultima passione, cerchiamo il marito fedele ma anche il partner trasgressivo, le lasagne al forno e il sushi.
Perché in ognuno di noi c’è l’angelo e c’è il demone, ed entrambi vanno accontentati.
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Bella, ingombrante, voluttuosa Dona Flor
Amado ci narra questa favola, che pur iniziando con una morte, la morte di Vadinho marito di Dona Flor, è comunque un inno alla gioia di vivere. Nonostante il dolore di Dona Flor , le sue lacrime versate per quello screanzato di Vadinho, ogni pagina è intrisa di allegria e ilarità.
Bella, sensuale Dona Flor , succulenta e saporita come i piatti che cucina. Non si può non provare solidarietà con questa donna innamorata pazza di un debosciato come Vadinho: amante delle donne, del gioco e del vino, che ha vissuto tra imprese divertenti, raggiri sfacciati, pasticci e imbrogli. Una vita stressante quella condotta da quest’uomo, che lo portano alla morte a soli 31 anni.
Ma a onor del vero, Vadinho aveva anche un cuore gentile, amico di tutti e sempre pronto ad aiutare chi si trovava in difficoltà, per questo in tanti gli volevano bene. E in molti vogliono bene a Dona Flor, e non la lasciano mai sola. Tanti i personaggi che in un incessante turbinio ruotano intorno a lei, a partire dalla madre Dona Rozilda. Questa donna in realtà non è una donna “ma un mercoledì delle ceneri” in quanto in grado di sterminare il buon umore a chiunque (tranne a Vadinho). Rabbiosa e velenosa con tutti, anche con il povero marito incapace di offrire a lei e alle figlie, una vita agiata. Così la gente afferma che, questo povero uomo abbia pazientemente aspettato la prima banale malattia, pur di passare finalmente a “miglior vita".
Ci sono poi le comari con il loro continuo pettegolio: un piccolo gruppo ben nutrito di donne giovani e vecchie, perché in fondo spettegolare è un’attività che “non richiede atto di nascita”. Ecco allora Dona Romilda, Dona Amelia, Dona Norma l’amica del cuore di Dona Flor, che si fa in quattro per tutti i vicini, prestando cibo e vestiti, dispensando saggi consigli,e poi, suo marito Zè Sempeio il malato immaginario, che passa tutta la sua vita a letto convinto che la morte sia vicina. E a proposito di pettegolezzi c’è anche Dona Dinora “capostipite delle Beghine”, la più pettegola di tutte, al punto tale di avere guadagnato la fama di veggente. Sarà proprio dona Dinora a “prevedere” il secondo matrimonio di Dona Flor con un farmacista di nome Teodoro. Finalmente un uomo di animo tranquillo e modi pacati che , nonostante l’età, alla vista di Dona Flor si agita e trema tutto come fosse un ragazzino al primo amore. Un uomo dabbene quindi, (nulla a che vedere con Vadinho), nemico delle frodi e dei raggiri, amante delle leggi e delle usanze, ma soprattutto amico fedele dell’ordine e della quotidianità. Dona Flor accanto a Teodoro sembra dunque trovare la pace e la tranquillità che voleva, tutta la sua vita ora è organizzata a cadenze regolari, anche gli incontri intimi avvengono solo ed esclusivamente di “martedì e sabato con bis”. Eppure nel suo animo l’irrequietezza si fa strada, fino a rimpiangere il suo primo marito, che per amor suo torna dall’al di là e…..
Amado come uno stregone usa una scrittura intrisa di magia che fin dalla prima pagina ti fa immergere dentro i sapori, i colori e gli odori e la solarità del Brasile.
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Dona Flor e i suoi due mariti.
"La felicità non ha storia, con una vita felice non si può scrivere un romanzo."
Ho fatto molta fatica ad entrare dentro questa storia di Amado, perché la sua scrittura è farraginosa, a tratti annoiante, si dilunga troppo nell'esprimere un concetto, spesso risulta non fluente e scorrevole.
La storia racconta di dona Flor, che sposata con un primo marito "Vadinho, pazzo e tiranno, fuoco e brezza," un uomo divertente, brillante, affascinate, ma anche irresponsabile, appassionato di ogni donna e soprattutto del gioco, quando lei ha bisogno è difficile che sia presente e di aiuto, poi all'improvviso il poveretto dopo una vita di sregolatezze muore.
Dona Flor dopo il lutto stretto di circa un anno, alla fine si sposa di nuovo con Teodoro il farmacista, "premuroso marito,...si occupa della sua virtù, del suo onore, del suo rispetto umano," un uomo sempre gentile, serio, affidabile, coscienzioso, e molto metodico che la porta in una vita sempre uguale, senza scossoni e forse anche piena di noia.
"Lui il tuo volto mattutino, io sono la tua notte, l'amante di fronte al quale hai né possibilità di fuga, né forza, Siamo i tuoi due mariti, i tuoi due volti, il tuo sì e la tua negazione. Per essere felici hai bisogno di tutte e due. Quando eri sola con me avevi il mio amore ma ti mancava tutto, e quanto soffrivi! Poi avesti solo lui: avevi tutto, non ti mancava nulla, e soffrivi anche di più. Ora sì, sei dona Flor intera, come devi essere."
Il dilemma, è quello del non essere mai felici, quando riusciamo ad esser mai veramente completi e interi?, alla fine nell'ultima parte di questo libro avverrà la svolta, una svolta divertente e allegra, la risposta sarà un po' sopra le righe,! Verremo a conoscere il mondo di Bahia, con le sue donne pettegole, la cucina golosa e stuzzicante, i balli sensuali come il tango e il samba, un mondo dove i riti voodo sono all'ordine del giorno visto che la popolazione nel corso dei millenni ha subito influenze afro.
Affascinata e deliziata dal modo in cui Amado tratta l'animo femminile.....
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La mia forza è il tuo desiderio...
Perché un solo amore non ci basta? Sarà capitato a tutti voi di porvi questa domanda,
ora con amarezza, ora con rabbia. E la stessa domanda si pone Dona Flor, che dopo aver perso
il marito Vadinho, viveur, donnaiolo e giocatore d’azzardo, riesce a innamorarsi, solo dopo
tanta sofferenza, di un uomo completamente diverso da Vadinho, Teodoro.
Amado non pretende certo di dare una risposta a un quesito così complesso, ma si limita a darci un succulento ritratto della città di Bahia, con i suoi quartieri popolari, la misteriosa convivenza di cristianesimo e rituali magici yoruba, importati secoli prima dagli schiavi di origine nigeriana.
Dona Flor è una donna di altri tempi: semplice, buona, bella di una bellezza frutto della sublime mescolanza di etnie diverse, apparentemente timida, ma con un animo appassionato e sensuale.
Amado indaga le contraddizioni dell’animo di Flor col suo consueto tono bonario e paterno, svelandoci il suo passato, le sue lacrime per un marito scavezzacollo, i suoi tormenti d’amore.
Verremo introdotti in un mondo colorato, vivace, fatto di comari acide, giocatori d’azzardo, vicine di casa impiccione e altre calorose e solidali come solo nel sud del mondo può accadere.
Inutile dire che questo mix di magia e di quotidianità mi ha completamente conquistata.
Amado riesce a creare una storia che brulica di vita, di risate, di lacrime, di una saggezza popolare che non si dovrebbe mai dimenticare. C’è un invito implicito a non lasciarsi mai trasportare dai pregiudizi morali, dalle apparenze: si può rimpiangere un pessimo marito per quegli sprazzi di generosità e di amore che ha donato alla moglie, così come la più famosa prostituta della città può rivelarsi un'ottima madre di famiglia. Questi sono solo alcuni esempi del mondo variegato in cui si viene catapultati aprendo questo libro.
E' anche un romanzo sul desiderio, perché nella storia il desiderio di Dona Flor funge da incantesimo silenzioso e scatena forze inaspettate...Ma non vi guasto la sorpresa.
Per quanto mi riguarda è uno dei libri della mia vita.