Danzando sui vetri rotti
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Ka Hancock è nata e cresciuta nello Utah. Con due lauree in scienze infermieristiche ha lavorato in diversi settori della medicina, ma il suo primo amore è la psichiatria. Dividendosi tra la famiglia e il lavoro è riuscita a scrivere questo suo libro d'esordio, che è un romanzo autentico sull'amore imperfetto.
Recensione della Redazione QLibri
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Una storia struggente ed emozionante
Lucy Houston ha scoperto fin da bambina il significato della parola Morte. La madre gravemente malata di cancro (malattia che ha sterminato anche altri componenti della famiglia) ha lasciato troppo presto lei e le sue due sorelle, Priscilla e Lily. Le ragazze hanno sempre convissuto con il terrore di aver ereditato qualche brutto male dalla madre. Fortunatamente fino ad ora sono riuscite tutte a crearsi una loro vita, sebbene accompagnata sempre da quella preoccupazione. Lucy incontra Mickey Chandler un bel ragazzo apparentemente forte e sano. Subito Lucy si renderà conto che Mickey è affetto da un disturbo mentale, il disordine bipolare, che induce stati d’ansia e alternanza di momenti di lucidità a periodi di psicosi. Nonostante l’iniziale contrarietà delle sue sorelle, Lucy innamorata di quest’uomo dalla personalità difficile, decide di sposarlo. La loro vita coniugale è fatta d’amore, gioie, ma anche di momenti duri, che mettono a dura prova il loro amore “imperfetto”. Dopo tutto alcuni matrimoni sono perfetti, mentre altri “assomigliano ad una danza sui vetri rotti” dolorosa e fatta di sacrifici enormi. La prima regola che si erano prefissati è stata quella del “niente bambini”, per evitare di dare alla luce una creatura che inevitabilmente avrebbe subito le conseguenze della loro difficile situazione di salute. Ma a nulla serviranno le mille precauzioni prese per evitarlo. Il miracolo accade, e Lucy rimane incinta di una bambina. Le emozioni sono sempre più forti ed i due cercano di capire quale sia la cosa giusta da fare. Lucy scoprirà di essere malata, un brutto male le viene diagnosticato e da qui inizierà il calvario per lei e la sua famiglia. Il loro percorso di vita è accidentato, per nulla semplice, ma profondo e disperato. Le loro parole “sanguinano” e la disperazione prende il primo posto. Il romanzo è incalzante, spietato, devastante così come gli stadi della malattia che si fanno via via più difficili e dolorosi. L’amore tra Mickey e Lucy è caratterizzato da una stabilità precaria, così come la vita, sempre e comunque oscurata da quel sentore di Morte che tormenta la realtà. Il racconto è intervallato da frammenti di un diario, quello di Mickey, nel quale racconta tutto: i suoi sentimenti, la sua instabilità, la razionalità alternata a momenti di panico o di estrema lucidità. Lucy dovrà trovare la forza di affrontare la propria malattia e la “pazzia” del marito, tutto per il bene della preziosa creatura che porta in grembo. Ma è una lotta contro il tempo, e quest’ultimo è sempre più limitato. I rischi sono enormi, ma è necessario non arrendersi davanti a nulla, anche quando guardandosi allo specchio quella che vedi riflessa non è più la tua immagine, bensì quella di un corpo che soffre. L’insegnamento del suo buon vecchio padre (“La Morte non è la fine”) aiuterà Lucy a trovare dentro di sé le ultime forze e dare, con il respiro e la voce spezzata, le giuste direttive affinché tutto possa andare come lei desidera, per il bene della piccola. Questa è una storia forte, reale, cruda, appassionante, strappalacrime; adatta a chi non ha paura di leggere l’intero libro con il cuore in gola. E’ impossibile smettere di leggere, di sperare fino alla fine. Il dolore, non solo fisico, dilania i protagonisti ma anche il lettore. Una cosa è certa : la forza dell’amore continuerà a vivere anche dopo la Morte. Ed un piccolo cuore desideroso di vivere potrà cambiare tutto, dando una ragione alla propria esistenza. Ho trovato questo libro davvero intenso e commovente, tagliente come un vetro rotto. Il lettore spera che, così come una bellissima danza, questo libro possa non finire mai. Ma la realtà è diversa ed i viaggi, seppur indimenticabili, a volte finiscono; portando con sé molti sentimenti contrastanti che ti accompagneranno per sempre.
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Recensione Utenti
Opinioni inserite: 2
una raffica di pugni nello stomaco
Avete presente quando vi guardate allo specchio indossando un vestito nuovo, e pensate che sembra sia stato cucito su di voi? Questo libro, pagina dopo pagina, sembra scritto su misura per me. E' la prima volta che mi capita di sentirmi parte di un romanzo, quasi come se fossi la protagonista, e non perché le somigli fisicamente, ma perché alcuni fatti narrati in questo potente quanto disarmante libro sono accaduti anche a me. Se dovessi scegliere tre parole chiave per descriverlo, userei:
Famiglia, amore smisurato e perdita.
Alle quali purtroppo con una certa prepotenza si contrappongono le parole, malattia, dolore e sacrificio.
QUESTO E' UN LIBRO CHE NON SI DIMENTICA
QUESTO E' UN LIBRO CHE METTE ALLA PROVA L'ANIMA E IL CORPO.
Insomma è talmente intenso, che dopo averlo letto sembra che qualcuno ti abbia preso a pugni nello stomaco. Mi sono ritrovata più d'una volta scossa dai singhiozzi, tremante e questo mi ha lasciata senza parole. Può un romanzo riportarti indietro nel tempo e farti rivivere, attraverso descrizioni e dirompenti sensazioni quello che pensavi di aver chiuso nell'angolo più buio dei tuoi ricordi? QUESTO libro ha il potere di trasportarti dentro la parte più intima di te stesso e farti domande che non avresti mai pensato di formulare.
Qui l'AMORE e la MORTE sono le due facce della stessa medaglia, la malattia latente alberga nei geni della protagonista e delle sue sorelle e prima o poi verrà a chiedere il conto ad una delle tre, quella che ha sempre fatto da collante in famiglia, la più forte e coraggiosa. Quella che ha sempre pensato agli altri prima che a se stessa. E anche davanti alla scelta più difficile sarà consigliata dal suo altruismo e dall' amore per le persone che ama. Negli ultimi istanti, il suo unico pensiero sarà quello di infondere speranza e consapevolezza in quelli che ama, cosicché accettino la sua perdita continuando a sentire il suo amore per loro.
Le magistrali descrizioni degli stati d'animo dei personaggi, sono talmente intense e reali che le vivi davvero sulla pelle. La dedizione con la quale Lucy accetta la malattia del marito, senza la quale non riuscirebbe ad amarlo nello stesso modo; l'amore di Mickey nei confronti della moglie che ha reso la sua vita meno imperfetta. La fiducia reciproca e la dedizione, fanno di questa coppia l'emblema dell'amore, quello vero e incondizionato, quello mai dato per scontato o sottovalutato. Ma si parla anche di affetti familiari, di amore e comprensione fra sorelle caratterialmente molto diverse fra loro ma accomunate da un sentimento forte e reciproco. Dell'affetto di un'intera comunità che nella malattia si stringe attorno alla protagonista, facendole sentire tutto l'affetto da lei dimostrato negli anni verso il prossimo.
LA MORTE NON E' LA FINE.
E' un qualcosa che cambia il nostro modo di vedere la vita, ma rafforza il nostro modo di sentire l'amore per chi non c'è più.
Spesso mi capita di ripetere la frase: "CHI NON HA PROVATO NON PUO' CAPIRE"...... e per lui è una fortuna.
Quando conosci la morte da molto vicino, quando comincia a scegliere tra le persone che ami, allora hai una visione della vita molto diversa, senza filtri colorati, ma con una scala di grigi. Nonostante questo, riesci ad apprezzare sfumature della vita che prima non vedevi e a dargli la giusta importanza; ti rendi conto che i sentimenti sono ciò che fa ricco un uomo e che non bisogna mai rimandare a domani quello che puoi dimostrare oggi a chi ami, perché non si può dare nulla per scontato, neanche il tempo a nostra disposizione.
Pensiero Libroterapico
Questo è un romanzo struggente, che fornisce una versione "imperfetta" ma realistica di cosa siamo e cosa ci aspetta, dobbiamo solo esserne consapevoli e vivere appieno l'amore senza porre limiti dettati dalle nostre paure interiori. Amiamo finché ci è permesso di farlo, ma soprattutto lasciamo a chi ci ama qualcosa che ci renda immortali nel loro cuore.
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Danzando sui vetri rotti
Questa è probabilmente una delle recensioni più difficili che abbia mai fatto, in quanto le sensazioni che ho avuto durante e dopo la lettura di "Danzando sui vetri rotti" sono molto contrastanti. Solitamente le mie opinioni sono bilanciate sia da un giudizio soggettivo personale che tenendo conto del romanzo nella sua oggettività. Però, in questo caso specifico, mi risulta molto difficile esprimermi in termini di soggettività senza fare la figura del mostro insensibile, ma ovviamente devo correre questo rischio e lo farò. La verità è che, nonostante riconosca che sia un romanzo molto valido, che tratta tematiche importanti e drammatiche, che parla di amore puro, valori essenziali, speranza e voglia di vivere, a me personalmente (e ci tengo a ribadirlo e sottolinearlo che è solo un MIO parere) il romanzo non ha colpito in modo particolare, è stata una lettura sicuramente intensa e dolorosa, anche commovente (in alcuni passaggi è quasi impossibile non avere gli occhi velati di lacrime), però non è riuscita a convincermi pienamente.
La trama, che a quanto pare non è del tutto inventata perché l'autrice lavorando in un reparto psichiatrico ha preso spunto da fatti reali, narra di una coppia marito e moglie un po' particolare. Lui affetto da disturbo bipolare e lei che si deve trascinare dietro un fardello genetico impegnativo, essendo la sua famiglia affetta da molti casi di cancro. Questa coppia, che vive di un amore assoluto, deve far fronte alla drammaticità quotidiana della malattia mentale di lui, che oscilla sempre tra depressioni e folle iperattività e che soltanto le medicine riescono ad equilibrare e al tempo stesso deve far fronte anche alla possibilità che lei si ammali (com'è già successo in passato) e la loro vita è un continuo andirivieni dagli ospedali. Ecco, da questi presupposti pensavo di ritrovarmi in un contesto sì doloroso e drammatico, ma credevo anche che da lettrice ne sarei rimasta più coinvolta, che i personaggi riuscissero a trasmettermi qualcosa di più. Invece ho trovato il tutto un po' ripetitivo, i dialoghi sempre uguali, i concetti esposti tendono a picchiare sempre sullo stesso tasto, e in più le scelte della protagonista le ho trovate (a mio avviso) discutibili. Il romanzo pone infatti molti interrogativi sulla possibilità di avere un figlio da parte di una coppia con così tanti problemi genetici, fa riflettere sulla questione da diverse angolazioni, ma poi (lo sapevo già) alla fine si arriva sempre alla solita blanda soluzione che l'amore aggiusta tutto. Purtroppo non mi sono trovata d'accordo con la visione positivista che, nonostante il dramma che si consuma all'interno del libro, vuole vedere tutto secondo la visuale distorta di un presunto altruismo, quando invece (io personalmente, ci tengo ancora una volta a ribadirlo) ho scorto solo egoismo. Poi ok, l'amore sgorga a fiumi da ogni anfratto, la cittadina in cui è ambientata la storia è abitata da persone così tanto gentili, disponibili e buone d'animo che viene voglia di abitare lì, se mai un posto del genere esistesse sul serio, ma... no, soggettivamente non era il romanzo che mi aspettavo.
Se però guardo il tutto secondo una prospettiva meno personale, mi rendo conto che è una storia molto realistica e diversa dal solito, le quasi 450 pagine nonostante le ripetizioni scorrono in fretta, non annoia, sono sicura che molte lettrici si sentiranno molto coinvolte ed appassionate da questa storia d'amore che non include solo la relazione tra uomo e donna, ma coinvolge anche altri importanti affetti familiari.