Crooner
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Recensione della Redazione QLibri
La strana serenata
Arriva in libreria la nuova edizione di un racconto di Kazuo Ishiguro, “Crooner”, che era già stato pubblicato da Einaudi nel 2009 e faceva parte della raccolta “Notturni. Cinque storie di musica e crepuscolo.”
Si tratta di un oggetto degno di nota, una bella edizione dei Supercoralli impreziosita dalle originali illustrazioni della bravissima fumettista Bianca Bagnarelli: un libricino che sarà sicuramente un piacere avere nella propria libreria o regalare a chi lo saprà apprezzare.
Tornando al testo però, devo ammettere che avrei preferito poter leggere tutti i racconti della raccolta, che comunque sono legati dallo stesso tema e che, immagino, avranno un denominatore comune che non può essere compreso appieno dalla lettura di un solo racconto.
Detto questo, arriviamo a “Crooner”.
La voce narrante, Jan, un chitarrista originario di un Paese ex-comunista che lavora a Venezia, suonando nelle orchestre dei locali del centro, ricorda uno strano episodio che gli capitò di vivere all'inizio di una primavera come tante. Mentre suonava in piazza san Marco, al caffè Lavena, in una ventosa mattina di marzo, vide e riconobbe fra i turisti Tony Gardner, un cantante americano ormai di mezza età, di cui era un'accanita fan sua madre. Il personaggio famoso infatti era stato importante per la mamma di Jan, che ascoltando le sue canzoni aveva potuto continuare a sognare. E' per questo che il nostro chitarrista tiene tanto ad andare a conoscere personalmente Mr Gardner. Il vecchio cantante, il crooner, si mostra subito aperto e disponibile nei confronti del giovane, soprattutto quando comprende che è un musicista e gli fa una richiesta particolare: aiutarlo a fare una serenata a sua moglie Lindy, con la quale è sposato da ventisette anni.
“-Continuo a non capire, Mr Gardner. Il mondo suo e di Mrs Gardner non può essere tanto diverso da quello di tutti gli altri. È per questo, Mr Gardner, precisamente per questo motivo che le sue canzoni da anni e anni significano tanto per gente che vive ovunque. Perfino dove stavo io. E che cosa dicono quelle canzoni? Che se due smettono di amarsi e devono separarsi, è un peccato. Ma se si amano ancora, hanno il dovere di restare insieme per sempre. È questo che dicono quelle canzoni.”
L'ingenuo Jan rimarrà molto sorpreso dopo aver suonato con Tony Gardner quella sera, su una gondola, a Venezia: ci sono mille diverse motivazioni che inducono una coppia a rimanere insieme, ed altrettante che la inducono a separarsi.
Una strana malinconia attraversa questo racconto, sicuramente accompagnata da una sottile ironia che prende in giro l'improbabile rilancio di chi in passato aveva incarnato, con le sue canzoni, la speranza e il sogno di libertà, ed ora invece si mostra nel suo ridicolo egocentrismo e nella sua esasperata superficialità.
In conclusione, una buona lettura che ci parla di “musica e crepuscolo”.
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Vita e musica
Immergersi in questo racconto partorito dalla preziosa penna di Kazuo Ishiguro significa lasciarsi avvolgere da un’atmosfera di tranquilla malinconia, proprio quella evocata dalla musica lenta e confidenziale cantata dai crooner. Un’aria di quiete e rimpianto, densa di ricordi agrodolci e opportunità mancate.
La narrazione è affidata a Jan, chitarrista dell’est che suona come tappabuchi nelle orchestre dei bar di piazza San Marco, ripetendo sempre gli stessi brani per turisti sempre diversi. All’improvviso, seduto a un tavolino, Jan scorge il vecchio crooner statunitense Tony Gardner, che inaspettatamente lo ingaggia per un’esibizione speciale, una serenata al chiaro di luna da dedicare alla propria moglie.
Nella malinconia della sera, con le luci delle finestre che si riflettono sulla laguna e il lento fruscio della gondola sull’acqua, si specchia il crepuscolo dell’uomo. Il ricordo della voce di Gardner attraverso un vecchio vinile graffiato, quando quella voce era l’unica consolazione per una donna sola nella Polonia comunista. Le canzoni ormai lontane di un tempo di fama e successi internazionali, che si vorrebbe far rivivere. L’eco del declino, dramma solo intuito che vibra morbido in sottofondo.
Il brano, tratto dalla raccolta “Notturni. Cinque storie di musica e crepuscolo”, è un racconto sul tempo che scorre e sulla contrapposizione tra vita e musica. La melodia porta sentimenti e speranze, ma non sempre la vita è capace di restituire quel che la musica promette. Altrettanto melodiosa, morbida e malinconica, è la scrittura di Ishiguro, che dà prova di eccezionale eleganza e limpidezza pur nella brevità. Ad accompagnare le parole, in questa bellissima edizione, vi sono inoltre le illustrazioni della fumettista Bianca Bagnarelli, che con il suo tratto pulito e i suoi colori brillanti rende queste atmosfere persistenti alla retina. Un vero e proprio oggetto prezioso, da leggere e da ammirare.
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Serata d'inizio primavera
Tratto dalla raccolta "Notturni", questo racconto può essere considerato un piccolo gioiello letterario degno del Nobel ricevuto da Ishiguro.
Ci sono incredibili meccanismi dell'arrivismo e del 'successo' (termine ormai permeato di volgarità) che annientano la vita, soprattutto di chi li pratica.
In armonioso equilibrio fra realismo e inverosimile, in una suggestiva Venezia d'inizio primavera, si narra di un musicista che suona nelle orchestrine dei caffè di Piazza San Marco.
Lui, però, suona la chitarra, e a Venezia questo non è un vantaggio. Poi non è italiano (ma dell'Est-Europa), e i turisti non devono accorgersene.
Ai tavolini di uno di questi locali incontra un celebre cantante, un mito della madre, che gli propone di accompagnare il suo canto, per una serenata in gondola sull'acqua notturna di un canale.
Si tratta di una serenata assai particolare, che non può lasciarci indifferenti.
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racconti
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La melodia scandisce i ritmi della nostra vita.
Una dettagliata e esauriente descrizione di ciò che sia un crooner, della sua funzione nell’arte melodica ci è data da Ernesto Assante in un articolo pubblicato da Repubblica il 17 maggio 1998.
Egli fa immediatamente riferimento a Bing Crosby e Frank Sinatra, che definisce “principi dei crooner”, per il loro stile melodico, sussurrato e mai urlato, confidenziale e sensuale. Assante si sofferma anche sull’origine del termine crooner, che potrebbe risalire al tedesco kronen, che significa gemere, lamentarsi, poi divenuto comune negli Stati Uniti, forse anche grazie alla musica afroamericana. È certo comunque che lo stile melodico del crooner si è diffuso nel momento in cui è divenuto d’uso comune il microfono che ha permesso di giocare su diverse intonazioni di voce.
Il crooner diviene così il cantante preferito dalle coppie innamorate, e le sue canzoni scandiscono le fasi dell’innamoramento e dell’amore, della tristezza dell’abbandono e dell’addio. Per le generazioni degli anni 40 fino agli anni 60 la musica melodica e confidenziale ha segnato le tappe d’una crescita sentimentale. È quanto emerge anche in questo breve toccante racconto di Kazuo Ishiguro, illustrato meravigliosamente da Bianca Bagnarelli. Qui il giovane chitarrista Janeck incontra la grande star della sua adolescenza, Tony Gardner, di cui sua madre era stata fan appassionata, in una serata a Venezia. È questa l’occasione per riandare a ricordi nostalgici del passato, per rievocare i momenti difficili della vita della madre di Jan e quelli felici della vita di Tony. Ora però quella stessa musica che ha lasciato segni indelebili nell’animo e nella mente dei protagonisti farà da sottofondo al momento triste dell’addio tra Tony e Lindy, perché il mondo degli artisti, fondato sostanzialmente su principi estetici non può affrontare il decadimento fisico e professionale. Solo un cambiamento che porti nuove energie può offrire una via di salvezza a chi ha basato la propria vita più sull’esteriorità che sui sentimenti.
Un racconto breve, profondo nei contenuti, gradevole nello stile, “musicale” nella forma.
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La vita che scorre, la vita che va.
Il vincitore del Premio Nobel per la Letteratura 2017 Kazuo Ishiguro torna in libreria con un racconto della brevissima durata ma di grande entità. L’opera presentata, di fatto già pubblicata nella raccolta “Notturni. Cinque storie di musica e crepuscolo” nell’anno 2009 da Einaudi, narra dell’incontro tra Jan, chitarrista di origine sovietica e Mr. Gardner, il crooner, il vecchio cantante dell’infanzia di Janek e di sua madre, che è in visita a Venezia con la moglie Lindy, donna con cui è sposato da ben ventisette anni. Quando dunque Jan in una sera come tante delle sue esibizioni si rende conto di trovarsi al cospetto di colui che negli anni della sua giovinezza ne aveva colorato le note e dato voce alle sonorità, decide di farsi coraggio e di presentarsi a quell’uomo solitario e apparentemente distratto, con la mente altrove. L’artista si dimostra disponibile con il ragazzo tanto che quando apprende del suo mestiere non esita dal chiedergli una cortesia: desidera dedicare una serenata alla compagna e vorrebbe essere accompagnato da lui e dalla sua chitarra. E così Jan, Mr. Gardner e Vittorio, il gondoliere, partono alla volta della finestra dell’amata. La serenata ha luogo, tocca le corde più intime di ciascuno dei due coniugi eppure, in quell’attimo di puro e genuino romanticismo e sentimento scorrono delle lacrime, lacrime che non sono di felicità quanto di disperazione perché nonostante quell’amore perpetrato negli anni sia ancora vivo in entrambe i cuori, alla coppia non resta altro che separarsi. Quello a cui il musicista ha presenziato è stato infatti l’ultimo loro viaggio insieme.
Tony cerca di spiegare le ragioni di quella separazione, motivazioni che possono essere più o meno profonde ma che di fatto non sempre sono comprensibili o fondate. Talvolta, le circostanze della vita sono tali che non si può far altro che prendere decisioni irreversibili, brutali. Al lettore, a cui questa ragione viene rivelata, non può che restare un retrogusto amaro che si mixa e confà perfettamente a quel senso di malinconia che avvolge l’intero scritto.
Un racconto molto particolare è Crooner. Se deciderete di leggerlo al suo interno rivivrete le sensazioni dell’amore, del romanticismo, della sfuggevolezza di quel tempo che inesorabilmente passa, sfuggendo dalle mani, senza mai tornare indietro, senza mai concedere seconde possibilità, senza mai dar adito a quel rilancio tanto auspicato, cercato e desiderato, all’egocentrismo, al dolore, alla separazione, al sogno che si realizza, alla riflessione sull’idealizzazione di un personaggio e il suo vero essere, alla superficialità.
A far da cornice alle vicende, le immagini della fumettista Bianca Bagnarelli.
In conclusione, una piacevole lettura da collezione che risente della mancanza degli altri racconti destinati al tema che se inclusi nella raccolta avrebbero esaurito e soddisfatto completamente l’argomento “musica e crepuscolo”.
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Le ombre dello spettacolo
Quello contenuto in questo libro è un racconto brevissimo, che si legge nel giro di un’oretta. Lo stile di Kazuo Ishiguro mi piace e conferma quanto di buono mi ha fatto vedere in “Quel che resta del giorno”, mostrandosi adatto anche alla forma racconto.
Dovendo essere sinceri, tuttavia, quello che mi ha realmente spinto all’acquisto di questo libricino è l’edizione che si è inventata Einaudi: bellissima a partire dalla sua sovraccoperta e arricchita dalle illustrazioni della fumettista Bianca Bagnarelli.
Le illustrazioni sono ben fatte; in qualsiasi modo venga rappresentata, Venezia è un piacere per gli occhi. Devo dire che affiancare dei disegni che vanno di pari passo con la storia rendono l’esperienza di lettura ancor più interessante. Affiancare a queste immagini anche l’ascolto delle canzoni citate in questa storia, devo dire che ha dato qualcosa in più alla storia stessa.
Forse il prezzo di copertina può essere considerato un po’ eccessivo, considerato che il racconto è molto breve e, seppur molto carino, non indimenticabile; ma devo dire che questo libro è davvero un bel pezzo da tenere in libreria.
Il racconto in sé narra il breve incontro tra un musicista “zingaro” (nel senso che non fa parte di un’orchestra fissa, ma si unisce ad esse quando ne hanno bisogno) e un vecchio crooner di successo, che si trova tuttavia nell’ombra che avvolge anche il genere musicale a cui appartiene. Per il musicista, quest’uomo ha rappresentato una parte importante della propria vita, considerando che i suoi dischi venivano letteralmente consumati da sua madre e la consolavano nei momenti difficili, che non erano pochi. Il musicista, dunque, non può esimersi dall’avvicinarsi al crooner e scambiare con lui qualche parola.
Immaginate la sua sorpresa quando quella celebrità gli chiederà di accompagnare con la sua musica una serenata che intende cantare a sua moglie.
Questa storia che sembra avere delle premesse molto romantiche getterà luce su alcuni lati oscuri dell’amore, in specie il tipo di amore che lega le persone che appartengono al mondo dello spettacolo. Un mondo che intriga chiunque, con le sue luci e la sua fama, ma che nasconde un mondo di sofferenze che molti faticano a immaginare.
“È per questo, Mr Gardner, precisamente per questo motivo che le sue canzoni da anni e anni significano tanto per gente che vive ovunque. Perfino dove stavo io. E che cosa dicono quelle canzoni? Che se due smettono di amarsi e devono separarsi, è un peccato. Ma se si amano ancora, hanno il dovere di restare insieme per sempre. È questo che dicono quelle canzoni.”