Criminali Criminali

Criminali

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Una storia corale, come tutti e tre i romanzi di Philippe Djian legati dallo scorrere del fiume Sainte-Bob: Assassini (Voland 2012), Criminali e Sainte-Bob (di prossima pubblicazione). Anche qui si agitano personaggi inquieti alle prese col dolore e la rabbia, tutti colpevoli nei confronti della propria vita. Soprattutto Francis è in un momento non facile: rischia di perdere il lavoro per problemi alla schiena, col figlio ventenne non riesce a comunicare, e con la nuova compagna, malgrado il sesso vada alla grande, i rapporti si complicano quando lui decide di prendere in casa il vecchio padre, ormai rincitrullito e che nasconde un terribile segreto… Un ordito di relazioni e sentimenti sostenuto dalla lingua e dall’ironia spietata che solo Djian è in grado di infondere ai suoi personaggi alla deriva.



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Criminali 2014-07-20 05:25:39 LuigiDeRosa
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    20 Luglio, 2014
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L'amicizia tra uomo e donna ed altri piccoli crimi

Philippe Djian ha una capacità come pochi di descrivere la Società liquida, quella analizzata dal sociologo Zygmunt Bauman; la Società senza più punti di riferimento. Se ne avessi l'opportunità chiederei volentieri a monsieur Djian se la Sainte-Bob non sia altro che una metafora voluta del suo modo di vedere il mondo delle relazioni umane; liquide e tortuose come il corso di un fiume. I protagonisti dei suoi romanzi infatti si trovano spesso a vivere molte delle loro epserienze a diretto contatto con il fiume Sainte-Bob che finirà anche per inghiottirne alcuni. Francis il protagonista di "Criminali" è alle prese con le bizze di un figlio ormai grande, Patrick, che lui ha cresciuto da solo dopo il divorzio, ma che adesso è deciso a seguire la madre in una balzana avventura in Guatemala, decisione che irrita non poco Francis che si sente tradito anche come padre oltre che come marito. Poi c'è il rapporto conflittuale con la nuova compagna, Elisabeth, che odia il vecchio padre di Francis. L'anziano genitore è malato di Alzheimer, ma soprattutto in famiglia è oggetto di un terribile sospetto, fu lui ad assassinare la moglie? Marc il figlio maggiore ne è convinto come la cognata Elisabeth, Francis no. Per Elisabeth il "vecchio" è un criminale! "Non lo voglio quell'assassino tra i piedi" griderebbe volentieri al compagno che invece del genitore ha una cura quasi maniacale. Accanto a Francis e Elisabeth si muovono altre coppie tutte in crisi profonda: Ralph e Monique che non riescono più a fare l'amore, cercano di tenere vivo l'interesse sessuale con giochini erotici o ricorrendo alla compagnia di altri partner. Il Professor Victor Blamont , il medico curante del padre di Francis, è a sua volta alle prese con gli isterismi della moglie, Juliette, che aspira a diventare madre, maternità che il dottor Blamont si ostina a negarle. Poi c'è Patrick innamorato di Nicole, donna molto più grande di lui e fondamentalmente testa calda del gruppo che s'infila nel letto di tutti. Queste coppie si odiano e si amano, sono alla continua ricerca di punti fermi, ma non riescono a trovarli, perché spesso i puntelli dell'uno rendono instabile quelli dell'altro. Nel lavoro, nell'amore, nel sesso niente si può dare per scontato, tutto è maledettamente liquido. La soluzione a questa mancanza di stabilità, certezza nei rapporti, fiducia nel futuro ogni personaggio la cerca affannosamente durante tutto il romanzo e non mancheranno i colpi di scena perché spesso la precarietà può costringere ad adottare soluzioni drammatiche, che non sono poi tanto lontane dalla realtà, anche in questo il romanzo di Djian è verosimile; delle soluzioni proposte infatti, a pensarci bene, ne sono pieni i nostri quotidiani.
Un romanzo , questo di Philippe Djian molto interessante, profondamente disarmante.

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