Crash
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Accoppiata non vincente
Crush di Ballard è un libro che ho faticato a finire e non mi è piaciuto.
Ho visto il film qualche mese fa, regia di Cronenberg, e non ne avevo capito la trama e nemmeno il senso quindi ho deciso di leggere il libro e sono rimasta della stessa opinione, questo libro non mi ha colpito.
La non trama ruota attorno alla conoscenza di Ballard con lo scienziato psicopatico Vaughan, amante degli incidenti autostradali e sopratutto delle ferite causate dagli impatti. Lo scrittore si dilunga in descrizioni di incidenti e di traumi e contusioni e risulta noioso e ripetitivo. Le scene erotiche raccontare sono sempre incentrate sulla perversione dei protagonisti verso la fusione tra uomo e macchina e anche queste le ho trovate sempre uguali. I personaggi principali insieme a Ballard e Vaughan li ho trovati inutili. L'unico personaggio che salvo è la dottoressa Helen di cui si parla poco ma mi sembra forse la più plausibile come personalità.
Devo dire che questo libro non mi ha lasciato niente, forse potrà piacere maggiormente a persone amanti di automobilismo ed erotismo particolare, ma ripeto forse perchè sono scettica.
non lo consiglio a nessuno e nemmeno il film, darò un altra occasione a Ballard come scrittore perchè come stile non mi sembra male.
Indicazioni utili
Crash
Il romanzo è ripetitivo, a tratti noioso, forzato nella dimostrazione della tesi che lo ispira: l’investimento erotico sull’automobile come estensione più o meno metaforica del corpo (insieme di particolari anatomici), e come teatro elettivo dell’atto sessuale. Sarebbe stato più opportuno – credo – farci un saggio, anche per analizzare con modalità più oneste la disumanizzazione tecno-pornografica, la deriva gelida di un’idea fissa che, girando e avvitandosi su se stessa, dimentica l’Altro, collassa in una lugubre solitudine di progetti meccanici (incentrati, di fatto, sulla morte).
Nella postfazione, la parte più interessante del libro, Ballard svela tutta la serietà dei suoi intenti – ma questo non basta a salvare l’opera, che vive di picchi isolati, perlopiù clinici, con relativi geyser di sangue, vomito, sperma e liquidi di raffreddamento.
La psicopatologia, è vero, amplia il panorama umano e culturale, purché non ci si limiti a descrivere una mera casistica con episodi ossessivi, un po’ inerti, e si affronti l’intera dinamica eziologica restando comunque nell'ambito dei codici umani.
Solo così, da lettori, possiamo risalire alle cause, ai patimenti “scatenanti”.
Il romanzo è una forma di umanismo, anche se i mezzi per esprimerlo cambiano. Ma i personaggi di Crash somigliano a robot, o terminali erotici, e nessuno, nemmeno chi abbia questo tipo di sessualità, può davvero comprenderli.