Come foglie di tè
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Recensione della Redazione QLibri
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Il mondo cinese e la cultura del tè
Lisa See, americana, è di origini cinesi, e ha raggiunto il successo letterario con Fiore di neve e il ventaglio segreto, a cui ha fatto seguito In una rete di fiori di loto, La ragazza di giada, La ragazza di Shangai, Le perle del drago verde e Come i fiori di notte. Ora torna in libreria con Come foglie di tè, un poderoso libro in cui viene messo in particolare evidenza tutto l’amore dell’autrice per il mondo cinese. Ma non solo: si fa risaltare anche la perfetta conoscenza di questa realtà, espressa anche nei piccoli particolari che pochi conoscono. Un testo che:
“ispirerà alla riflessione, discussione e desiderio travolgente di bere un raro tè cinese.”
Narra la vicenda di Li-yan che con la sua famiglia vive in un remoto villaggio alla periferia. La sua famiglia appartiene alla popolazione denominata Ahha e sopravvive solo grazie alla coltivazione e alla raccolta del tè. I ritmi di vita sono proprio soggetti a questo, e si svolgono in funzione di essa. Sono molto poveri, e soprattutto alle donne non è concessa alcuna istruzione. Ma fa eccezione Li-yan, che impara a leggere e a scrivere, con grande stupore dei consanguinei. Tutto si ribalta quando irrompe nel villaggio la civiltà: arriva uno sconosciuto a bordo di una Jeep e lei se ne innamora follemente. Rimane incinta. Ma la sua famiglia non accetta la creatura, che verrà abbandonata in un orfanotrofio avvolta in una coperta che nasconde una tea cake. Quella bambina, adottata da una famiglia benestante californiana, una volta cresciuta vorrà, però, avere delle spiegazioni circa la sua origine. Che accadrà? Incontrerà la madre? Come si porrà nei confronti della famiglia d’origine?
Un libro interessante, dove due sono gli elementi chiave: l’amore e la minuziosa conoscenza della realtà cinese in quanto tale, e la coltivazione e la raccolta del tè. Quest’ultima ha un ruolo veramente preponderante. Al tè sono legati usi e costumi della società. A lui si riconosce una importanza totale, per cui:
“Ogni storia, ogni sogno, ogni minuto della nostra vita pullula di coincidenze fatidiche che si susseguono. Persone e animali e foglie e fuoco e pioggia: turbiniamo gli uni intorno agli altri, come chicchi di riso che vengono lanciati in cielo a manciate.”
La vita del villaggio è semplice, sempre in precario equilibrio. Infatti:
“Comunque sia la nostra casa, come tutte le strutture del villaggio, è stata costruita per essere temporanea. (…) La nostra casa è costruita su palafitte di bambù, così da assicurare una area protetta.”
Fa da contrasto, reso con molta vividezza, il mondo occidentale americano, di cui la figlia abbandonata è simbolo e insieme superamento dell’arretratezza. Quale dei due mondi avrà la meglio?
Una lettura che mi ha stupito per la comunicazione e il ritratto di un mondo che non conoscevo. Di cui però ho fatto fatica a procedere nella lettura, un po’ per l’eccessiva prolissità, un po’ per i nomi dei personaggi. Nel complesso si rivela una lettura curiosa ed interessante per chi voglia affrontare temi differenti e lontani dalla nostra cultura. Un po’ troppo prolissa e descrittiva, per cui alla fine si tende a perdere il filo del discorso. Forse da affrontare a piccole dosi, sorseggiando una tazza di tè fumante ed odoroso….
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Tea cake
«Un paio di foglie amare di montagna mi scivolano in bocca insieme al liquido piccante. Le scaglie di peperoncino si fanno strada ardenti verso lo stomaco. È un calore che, finché permane, assicura un senso di sazietà.»
È un remoto villaggio di montagna quello in cui vivono Li-yan e la sua famiglia. Le loro vite sono un susseguirsi di stagioni che mutano e si evolvono in funzione della coltivazione del tè, unica e primaria loro fonte di sostentamento. La piccola ha inoltre un talento indiscusso per la scelta delle foglie, quelle che nota e che entrano nel suo campo visivo sono semplicemente le migliori. La povertà e la tradizione sono due elementi fondanti per la comunità. Ecco perché quando quell’uomo a bordo di una jeep impone i primi rudimenti della civiltà ogni equilibrio viene spezzato. La nostra fanciulla si innamora di costui e da questo sentimento verrà concepita una bambina che non può essere accettata dalle usanze e culture del luogo. Dovrebbe ucciderla ma come mai potrebbe? Da qui la scelta di separarsi dal corpicino di quella creatura che dal suo corpo è nato innanzi a un orfanotrofio. Se da un lato la protagonista riuscirà a studiare e a intraprendere un lavoro in un contesto cittadino, Haley verrà cresciuta da una coppia californiana che l’ha adottata. Resterà sempre il dubbio sulle radici, un dubbio che chiederà di essere spiegato, che chiederà risposte alle tante domande sottese.
«E anche questo era parte del mio sogno. Il mio finto sogno. Quello che ho inventato… Solo che in quel sogno ognuno di noi aveva un pollo intero. A ogni modo… Non esiste storia senza coincidenze.»
Ciò la nostra protagonista lo scopre fin troppo bene in quegli anni che passano e che la vedono affrontare cambiamenti e sconvolgimenti continui. Si riuniranno le strade parallele di questa madre e di questa figlia separate da un passato fatto di consuetudini e superstizioni?
“Come foglie di tè” è un titolo all’interno del quale emerge interamente il dato culturale cinese perché l’autrice riesce, per mezzo delle sue accurate e minuziose descrizioni, a delineare con perizia chirurgica quelli che ne sono i principali tratti. È altresì un omaggio a quelle foglie di tè attorno al quale tutto ruota, basti pensare al tea cake che viene lasciato insieme alla piccola al momento della dovuta separazione.
È un libro, ancora, dove vengono sottese molteplici tematiche di riflessione che si intersecano tra le maglie di quei legami spesso recisi da fattori da noi non predeterminati. È un componimento, inoltre, ricco di emozione e di sentimento che non manca di solleticare le corde dei lettori più sensibili. Non semplice è però la lettura a causa di uno stile narrativo che se da un lato arricchisce l’immagine che si dipinge nella mente, dall’altro tende a rallentarla a causa di una prolissità non indifferente che alla lunga tende a sfiancare.
Resta comunque un elaborato godibile, di spessore e grande interesse.