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Come fermare il tempo Come fermare il tempo

Come fermare il tempo

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Pensate a un uomo che dimostra quarant’anni, ma che in realtà ne ha più di quattrocento. Un uomo che insegna storia nella Londra dei giorni nostri, ma che in realtà ha già vissuto decine di vite in luoghi e tempi diversi. Tom ha una sindrome rara per cui invecchia molto lentamente. Ciò potrebbe sembrare una fortuna… ma è una maledizione. Cosa succederebbe infatti se le persone che amate invecchiassero normalmente mentre voi rimanete sempre gli stessi? Sareste costretti a perdere i vostri affetti, a nascondervi e cambiare continuamente identità per cercare il vostro posto nel mondo e sfuggire ai pericoli che la vostra condizione comporta. Così Tom, portandosi dietro questo oscuro segreto, attraversa i secoli dall’Inghilterra elisabettiana alla Parigi dell’età del jazz, da New York ai mari del Sud, vivendo tante vite ma sognandone una normale. Oggi Tom ha una buona copertura: insegna ai ragazzi di una scuola, raccontando di guerre e cacce alle streghe e fingendo di non averle vissute in prima persona. Tom deve ad ogni costo difendere l’equilibrio che si è faticosamente costruito. E sa che c’è una cosa che non deve assolutamente fare: innamorarsi. Come fermare il tempo è una storia bellissima in cui riconoscersi, per piangere su tutto ciò che perdiamo e per rallegrarci delle meraviglie della vita.



Recensione della Redazione QLibri

 
Come fermare il tempo 2018-09-07 13:28:12 Mario Inisi
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    07 Settembre, 2018
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Infinito nulla o istante eterno

Il romanzo di Haig è al solito piacevole e di facile lettura con spunti interessanti. E’ adatto a un pubblico adulto e forse adolescente, anche se il tono, rispetto ad altri romanzi è abbastanza malinconico. Il tema è quello dell’highlander, dell’uomo affetto da una sindrome di Matusalemme al contrario, che invecchia cioè molto più lentamente dell’uomo normale, circa 15 volte meno rapidamente. Per questo fatto si trova a vivere una infinità di problemi affettivi, relazionali e sociali. Dall’accusa di “stregoneria” o di “patto con il diavolo” a seconda delle epoche al disagio di vedere invecchiare il compagno o la compagna, alla consapevolezza di essere un diverso con la conseguente necessità di nascondersi, di non legarsi mai e di cambiare vita in continuazione. Naturalmente l’attraversare i secoli dà anche una visione della storia differente e più lungimirante rispetto a quella di un effimero cioè di una persona normale.
Haig si immedesima molto bene in Tom, il protagonista. Sente tutta la fatica della sua condizione, l’isolamento, il dramma umano. Per risolvere queste problematiche viene creata dalla comunità degli albatros, cioè da questi soggetti a invecchiamento lentissimo, una specie di società segreta con le sue regole. Tale società si prefigge il controllo. Un controllo non solo finalizzato alla propria difesa e sopravvivenza ma anche alla affermazione soprattutto di qualcuno degli albatros. Insomma si crea una specie di dittatura in cui lo scopo di controllare gli altri membri della società diventa preponderante sull’obiettivo della reciproca solidarietà. L’adesione a questa società tende a mettere i membri al di fuori della morale comune (per esempio ordinando degli omicidi) e diventa inconciliabile con la morale comune e le sue comuni aspirazioni, prima di tutto l’amore in qualunque sua forma e declinazione. Gli albatros devono cercare il piacere, ad esempio quello che viene dall’arte, ma mai l’amore. Queste pagine sulla società segreta sarebbero state interessanti ma sono poco esplorate e lasciate (un po’ troppo) all’immaginazione del lettore. A Haig interessano altri aspetti psicologici e relazionali. Queste vite lunghissime che incrociano le effimere e se le lasciano alle spalle e spesso finiscono nella disperazione, per cui la estrema lunghezza diventa anche estrema vacuità e solitudine. L’idea di Haig è che un solo istante di vero amore, cioè di amore puro contiene in sé tutta l’eternità che queste vite lunghissime e vuote sfiorano dopo averla svuotata di ogni attrattiva.
E’ un libro che riafferma la superiorità dell’amore in tutte le sue forme purchè puro sul piacere e sul potere che sono vuoti surrogati e anche sul tempo. Afferma anche la necessità del coraggio e del rischio mentre la ricerca del potere o l’asservimento al potere richiedono minori risorse mentali.
“Ma quando invecchi, Anton, ti rendi conto che in realtà non la passi mai liscia con niente. La mente umana ha delle prigioni….
….Non puoi scegliere dove nascere, non puoi decidere chi non ti lascerà. In realtà non sono molte le cose che puoi scegliere. Nella vita esistono correnti immutabili, proprio come nella storia. Ma nel suo interno c’è ancora spazio per la scelta.
…Prendi una decisione sbagliata nel presente e quella ti perseguita, proprio come il Trattato di Versailles nel 1919 ha preparato il terreno per l’ascesa al potere di Hitler nel 1933.
….Molti parlano di una bussola morale e io credo che sia vero. Sappiamo sempre cosa è giusto per noi stessi, qual è il nord e qual è il sud. Devi fidarti di questo Anton.”

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Come fermare il tempo 2020-03-01 14:48:55 lalibreriadiciffa
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lalibreriadiciffa Opinione inserita da lalibreriadiciffa    01 Marzo, 2020
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Matt Haig e i romanzi

Ecco un altro bellissimo libro dello scrittore inglese Matt Haig, ormai entrato di diritto tra i miei preferiti di sempre. Questa volta, però, questo libro non è un saggio, come gli altri due che ho già letto, ma un romanzo vero e proprio. Un romanzo scritto in maniera impeccabile. Come Haig ci ha abituato.

La storia è molto intrigante e parla di Tom, un uomo che vive ai nostri giorni ma ha 436 anni. Soffre di una patologia che viene chiamata anageria, cioè invecchia sì, ma molto più lentamente di un normale essere umano. Fa parte di una specie di società segreta dove tutte le persone che soffrono di questa malattia vengono accolte ma ad un certo punto si stanca e vuole tornare ad una vita normale: torna a Londra, sua città natale o almeno dove ha vissuto per molti anni e si ricicla come professore di storia in un college. Sta male perché, anche se sono passati secoli, pensa e ama ancora sua moglie Rose ed è sempre in cerca della figlia Marion, scomparsa secoli prima e anche lei affetta dalla stessa malattia.

Questa la trama, che come sempre non svelo completamente per non rovinare la sorpresa. Per quanto riguarda la scrittura, Haig scrive bene, scorrevole al massimo, invoglia a continuare capitolo dopo capitolo e soprattutto si è inventato una storia accattivante e anche abbastanza credibile. Tutti vorremmo vivere per centinaia di anni, vedere come cambia il mondo e le cose che si succedono secolo dopo secolo. Ma Haig ci mostra come questo sogno che ognuno di noi a fatto almeno una volta nella vita, non è propriamente un sogno. Anzi. Attraverso Tom scopriamo che la storia, per chi ancora non se ne fosse accorto, si ripete continuamente. Pace, guerra, pace, caldo, freddo, stagioni. Tutto è un continuo dejavú che alla lunga finisce per scomparire tra i giorni tutti uguali dei secoli. Tom vive mille vite diverse e anche questo è un sogno per noi comuni mortali, poter essere tante persone in una sola vita è una delle cose che se ci fermiamo a pensare, ci attrae di più. Ma siamo sicuri che sia una cosa a cui aspireremmo davvero se solo potessimo attuarla? Oppure proprio perché impossibile nella realtà è una voglia irrefrenabile per noi?

Consiglio assolutamente a tutti la lettura di questo libro (o un audio-lettura dato che il libro è anche sotto forma di audio libro letto dal bravo Neri Marcoré – lo trovate su Storytel) in questa estate 2019, magari in spiaggia, al lago o con una vista sulle montagne. Non ve ne pentirete.

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Come fermare il tempo 2019-01-05 09:09:39 Ginevrosità
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Ginevrosità Opinione inserita da Ginevrosità    05 Gennaio, 2019
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Da leggere ma non rileggere

Restando in superficie potrei dire che è la storia di un uomo fortunato.
E’ effettivamente ciò che ho pensato alla prima pagina, leggendo un concetto come “Sono vecchio, invecchio lentamente e mi hanno detto che per questo, Dio mi ha sorriso”.
Beh, chi non vorrebbe poter vivere cavalcando i secoli? Chi non vorrebbe insegnare al prossimo la storia dell’umanità affermando di averla vissuta sulla propria pelle? A questo punto, chi non vorrebbe vivere da semi-dio e innamorarsi di una donna “normale”, di una lei che vive meno di un secolo? Ops.
Ed ecco perché Tom, il protagonista non tanto fortunato, si definisce maledetto e nel corso del romanzo descrive il modo in cui ha gestito la sua “disfunzione” in una vita costellata di avventure per mare, villaggi, città sperdute e metropoli in tempo di guerra, di pace e di confusione.

L’uomo che vive attraverso i secoli è un topos delle letteratura, per cui niente di geniale sotto il punto di vista della trama, il che non fa di questo un libro da scartare a prescindere, con l'accusa di non dare nulla di nuovo; anzi credo che sia valido per come è organizzato l’impianto narrativo: non lineare per quanto riguarda l’arco temporale degli eventi ed appagante ogni capitolo in inizia e si esaurisce un argomento lasciandomi fino alla fine con la stessa domanda (e adesso che succede?).
Questa disposizione e linguaggio lo rendono facilmente comprensibile.

L'elemento che ho apprezzato di più è il protagonista, in lui ho notato la bravura dell'autore nel costruire un personaggio più credibile della storia e degli eventi, un Tom smarrito e malinconico, umanissimo nella sua condizione eccezionale.
Si tratta di una personalità senza ghingheri, mossa da desideri così comuni, -come ritrovare la propria figlia perduta e sentirsi libero di amare e specialmente di essere amato per l'uomo che è-, da permettere al lettore di sovrapporsi a lui e di immedesimarsi tanto da sentirsi anch'esso un "alba".
E' ben sviluppato anche il tema del segreto, di un non-detto che Tom si porta dentro che lo rende frustrato e insicuro, portandolo, per la volontà di proteggere i suoi affetti, ad affidarsi alle mani sbagliate.

Tutti gli altri personaggi non sono egualmente degni di nota, ecco perché non do il massimo dei voti e non mi interessa se costruire dei buoni personaggi non è il primo obiettivo di Haig; perché per un buon libro è quello che descrive l'anima umana e non in modo così credibile che solo attraverso quella visione la storia si impregna di realtà.
Con un libro io voglio conoscere una o più persone.

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Come fermare il tempo 2018-09-24 13:54:50 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    24 Settembre, 2018
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Ieri, oggi, domani.

Protagonista di questo nuovo romanzo di Haig è Tom, una sorta di highlander affetto da una particolare disfunzione che agisce sulle cellule dell’invecchiamento che nel suo caso è rallentato con un rapporto di 16 a uno. Pertanto, essendo egli nato il 3 marzo 1581, ha vissuto e continua a vivere molteplici problemi tanto affettivi quanto relazionali e sociali a cui si sommano accuse di “stregoneria” tanto quanto di aver stipulato “un patto con il diavolo” nonché l’impossibilità di stilare rapporti duraturi con altre persone che chiaramente saranno destinate ad andarsene prima di lui lasciandolo solo. D’altra parte egli è un alba, la sua vita è sostanzialmente diversa da quella degli effimeri ovvero coloro che invecchiano normalmente, ed è quindi normale che la sua condizione abbia suscitato e susciti perplessità. Per tutelare gli Alba e la loro esistenza dagli effimeri è stata inoltre creata una sorta di società segreta che finisce con il dimostrarsi una sorta di dittatura capitanata da un unico soggetto.
Dal linguaggio adottato, alla morale, al ben giostrarsi di salti temporali tra il presente e il passato che permettono di comporre quel puzzle degli avvenimenti e di fatti che hanno costituito la vita dei vari personaggi introdotti e in particolare del protagonista, l’immedesimazione da parte di Haig nello scritto, è perfetta. L’opera, inoltre, a differenza delle precedenti è caratterizzata da toni malinconici che riportano e cristallizzano lo stato di solitudine perenne in cui una persona condannata a vivere per sempre, può trovarsi. Per combattere questa disperazione dettata dalla solitudine di una così ampia longevità vi è l’istante di vero amore, quell’unico attimo, quell’unico battito di amor puro, quel sentimento così unico e indescrivibile che al suo interno contiene il tutto. L’eternità, semplicemente. Un attimo, cioè, che riempie quel vuoto che la dilatazione del tempo comporta, determina provocando una sensazione di “andare avanti” per inerzia, per impossibilità di altro. Amore e coraggio sono un rischio che si contrappone, al contrario, alla facilità del potere e dell’asservimento. Ma a quale costo? Non solo. Haig lascia anche un altro messaggio: l’importanza di vivere nel presente. Tanto quanto è facile crogiolarsi nel passato, nel vissuto perché già conosciuto e dunque essendone già a conoscenza dei fatti, prevedibile l’epilogo, altrettanto non dobbiamo angustiarci per il futuro, per quel che sarà perché non abbiamo modo di controllarlo e perché il futuro è già presente nel momento in cui vi stiamo pensando. Il futuro è inevitabile, accadrà, il tempo non può essere fermato, pertanto l’importante è vivere quel che abbiamo ora, vivere e essere felici per quel che la vita ci riserva. Per il domani c’è sempre tempo, per lo ieri anche.
Lasciate un po’ troppo a sé stesse e poco approfondite, sono a mio modesto parere, le pagine destinate alla società segreta che si respira, si sa esistere ma che dobbiamo interamente immaginarci (non che sia un male, sia chiaro, solo che questo le rende vacue, inafferrabili). Altra pecca, lo stile. Piacevole e originale come sempre ma talvolta troppo prolisso e ridondante. Questo tende a far perdere di “attenzione” e di suspense a una lettura capace di far riflettere l’uomo sugli arcani più antichi e irrisolti di sempre.

«Ma il punto è che non è possibile conoscere il futuro. Uno vede il telegiornale e si ritrova a pensare che il futuro è terrificante. Ma non si può mai esserne sicuri. È questo il problema del futuro. Non sai. Arrivato a un certo punto devi accettare di non sapere. Devi smetterla di sbirciare avanti e concentrarti sulla pagina che stai leggendo.»

«Tutto accadrà. E ogni attimo dura per sempre. Vive per sempre. Da qualche parte. In qualche modo. […] Esiste solo il presente. Proprio come ogni oggetto su questa Terra contiene atomi simili e intercambiabili, allo stesso modo ogni frammento di tempo contiene aspetti di tutti gli altri. Sì. È chiaro. Nei momenti traboccanti di vita il presente dura per sempre, e so che ci sono tanti altri presenti da vivere. Ora capisco. Capisco che si può essere liberi. Capisco che il modo per fermare il tempo è smettere di lasciarsene dominare. Non sto più annegando nel passato, non ho paura del futuro. E come potrei? Il futuro sei tu.»

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Come fermare il tempo 2018-09-24 08:17:17 Valerio91
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Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    24 Settembre, 2018
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La storia è una strada a senso unico

La casa editrice E/O ormai ha spiccato il volo, per una serie di motivi: trame intriganti e originali, copertine accattivanti e, probabilmente, anche per la qualità degli scritti che sceglie di pubblicare e tradurre. Non posso dare un giudizio completo riguardo alla qualità, avendo finora letto soltanto due scritti, ma posso dire che le premesse non sono per niente male.
Un buon libro è anche questo "Come fermare il tempo" di Matt Haig. Col suo stile fresco e scorrevole, la storia originale e accattivante e con una divisione in scene non troppo lunghe, l'autore riesce a farci entrare nel mondo che ha creato. La lettura è assolutamente piacevole e, nonostante le 360 pagine, si conclude piuttosto in fretta. La storia non si svolge in maniera lineare, ma è carica di flashback che si inseriscono frequentemente nella storia principale, ma senza risultare invasivi e senza intaccare la fluidità di lettura e la comprensione del testo.
Certo, "Come fermare il tempo" non è un libro perfetto. C'è qualche forzatura narrativa che può far storcere un po' il naso, soprattutto alla fine si ha l'impressione che l'autore abbia un po' velocizzato e semplificato la conclusione perché non avesse idea di come sbrogliare la matassa. Non mi ha convinto.
C'è una ricerca spasmodica di frasi a effetto, di "frasi precotte" da condividere sui social network e cercare la gloria del web.
Per concludere, mi sembra chiaro che l'autore avesse l'ambizione di creare qualcosa che non intrattenesse semplicemente, ma che potesse anche trasmettere un messaggio ed evidenziare alcuni lati controversi della natura umana; tuttavia, credo che ci sia riuscito con meno efficacia, rispetto ad altri autori.
Ora voi mi direte: "con tutti questi lati negativi, è comunque una lettura che consigli?". Assolutamente sì. Questo libro non riesce a raggiungere le sue ambizioni, ha qualche difetto, ma è comunque una lettura gradevole che può lasciare qualcosa.

Il nostro protagonista, Tom, soffre di una disfunzione che tanto disfunzione non è: invecchia molto lentamente e non si ammala mai. Per lui, quindici anni di vita possono equivalere a quindici anni della vita di un essere umano normale. Dunque, il nostro caro Tom ha conosciuto Shakespeare, Fitzgerald e tante altre personalità di spicco della Storia della Terra. Nonostante questo, Tom non è felice: ha conosciuto l'amore ma è stato costretto a perderlo. Come può proseguire il rapporto tra una persona che non invecchia e una che, lentamente, si vede logorare nel corpo e nella mente? Se l'amore è vero resiste anche a questo, ma l'uomo è sempre stato carico di pregiudizi e ha sempre condotto la sua "caccia alle streghe", letteralmente o metaforicamente.
Dunque Tom non può vivere una vita uguale a quella del resto dell'umanità e per questo arriva in suo soccorso Heinrich, capo di un'azienda che ha il preciso scopo di proteggere chi, come lui e Tom, soffre di questa disfunzione. Offirà a Tom la possibilità di vivere infinite vite diverse da cambiare ogni otto anni per non destare sospetti, e gli offirà aiuto per trovare la sua unica figlia scomparsa, e che soffre della stessa disfunzione. L'unica regola da rispettare è: non innamorarsi.
Carino.

"Ci sono esperienze che ho vissuto e che non potrò mai più vivere per la prima volta: l'amore, un bacio, Cajkovskij, un tramonto a Tahiti, il jazz, un hot dog, un Bloody Mary. È nella natura delle cose. La storia era, ed è, una strada a senso unico. Bisogna continuare a camminare in avanti. A volte ci si può semplicemente guardare intorno, ed essere felici proprio lì, dove si è."

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Reincarnation Blues
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