Claudine a scuola
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Più di cento anni ma non li dimostra
Non lasciatevi ingannare dal titolo, non è una fiaba né un racconto per ragazzi. E' un romanzo-diario con molti spunti autobiografici, pieno di spirito e intelligenza, il primo di una saga divisa in quattro parti (Claudine a scuola, Claudine a Parigi, Claudine si sposa, Claudine se ne va). Ambientato in un villaggio francese di fine Ottocento, il libro rivela fin dalle prime pagine il talento di una scrittrice eccentrica e decisamente anticonformista. E' divertente immaginarsi la faccia scandalizzata dei benpensanti del tempo alla lettura di un'opera piena di insospettabili “insidie” (probabilmente c'è cascata anche la zia che mi regalò la collezione completa quando ero una ragazzina). Il tema dell'omosessualità è trattato con naturalezza, senza falsi moralismi, come parte integrante dell'educazione sentimentale di Claudine, un'adolescente curiosa, impertinente, forse un tantino folle. Ma sarebbe riduttivo parlare solo di questo. Nelle pagine spicca l'arguzia, che spesso sfocia nel canagliesco, con cui Claudine descrive le compagne, per lo più perfide o stupidine, e si fa beffe delle insegnanti, spesso in tutt'altre faccende affaccendate. Candore e malizia, oltre ad una buona dose di ironia, sono dispensati in egual misura in un libro piuttosto spassoso, che ha più di cento anni ma non li dimostra.