Cani selvaggi Cani selvaggi

Cani selvaggi

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In una piccola città canadese, la chiusura di un mobilificio vero centro economico dell'area - genera inquietudine. Le vittime di un clima particolarmente pesante sono soprattutto i bambini e i cani. Proprio sei cani, senza apparenti avvisaglie, fuggono o sono spinti a fuggire dalle case dove sono cresciuti e dove sono stati nutriti, scegliendo di vivere nel bosco, di essere selvaggi, liberi. I loro padroni - bAlice, Jamie, Lily, Walter, Malcolm e una misteriosa biologa - ogni sera si ritrovano in un campo ai margini del bosco e chiamano i loro cani nella speranza che tornino a casa. Fra i sei padroni si stabilisce un legame molto stretto, che sovrappone all'attesa del ritorno dei cani, speranze d'amore, di amicizia e di risoluzione delle proprie solitudini, mentre sullo sfondo si prepara la resa dei conti, la dolorosa soluzione alla incomprensibile vicenda dei cani che hanno scelto di diventare selvaggi.



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Cani selvaggi 2019-08-26 14:46:22 Antonella76
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Antonella76 Opinione inserita da Antonella76    26 Agosto, 2019
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Il cuore è un cane che torna a casa...



Un libro sull'appartenenza, sulle perdite e sui ritorni.
Sei persone ai margini...ai margini di un bosco, ai margini della società, ai margini della vita.
Sei persone che hanno perso qualcosa, qualcuno, se stessi...che cercano di ritrovarsi l'un l'altro, specchiandosi nella perdita altrui, cercando nella speranza dell'altro il coraggio di non perdere la propria.
Alice, Rachel, Malcom, Lily, Jamie e Walter hanno perso i loro cani...questi ultimi hanno abbandonato (e qualcuno è stato costretto a farlo) il calore e le comodità domestiche, per unirsi in branco con altri cani nel bosco, per ritrovare la loro vera dimensione, la libertà di appartenere solo a se stessi.
E non vogliono tornare.
Così, ogni sera, i padroni abbandonati si ritrovano al limitare della foresta per gridare i nomi dei loro animali perduti, per sentirsi meno soli, per studiarsi,  raccontarsi, due di loro si innamorano anche...impauriti ed allo stesso tempo attratti da quella linea di confine che li separa dal mondo selvaggio, incapaci di scegliere tra l'ancestrale natura animalesca e il desiderio di essere addomesticati. 
Libertà o sicurezza?
Amore o solitudine?
Sí, perché l'amore crea una dipendenza che limita, che implica fiducia, abbandono, debolezza...
E a poco a poco, sera dopo sera, diventano un branco anche loro: uniti nelle loro miserie e in fuga da se stessi.

Un romanzo corale, profondo, difficile da raccontare perché complesso nella sua bellezza, portatore di riflessioni stratificate, grande metafora della paura di amare, ma anche del desiderio intrinseco dell'uomo di liberarsi dalle costrizioni sociali.
Un romanzo sui legami, sulla difficoltà di crearli, alimentarli e mantenerli, sul dolore dell'abbandono e sulla felicità, quando possibile, del ritorno.

"Il cuore è una creatura selvaggia e in fuga.
Il cuore è un cane che torna a casa."

Helen Humphreys si riconferma, per me, dopo "La verità, soltanto la verità", una scrittrice eccezionale, elegante, profonda e introspettiva.

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Cani selvaggi 2016-09-18 23:06:18 Visitatore
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Visitatore Opinione inserita da    19 Settembre, 2016
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Piacevole sorpresa

Che bella e inaspettata scoperta questo libro! Uno stile raffinato e estremamente introspettivo, un racconto di umanità, di valori, di amore, del nostro rapporto con gli animali. Gli animali, i cani in questo caso, sono il legame che unisce persone diverse tra loro, i cani sono sfuggiti ai loro "padroni" e loro si incontrano ogni sera nel bosco per cercarli. Persone allo sbando emotivo, socialmente inutili, quasi possibile definirle inconcludenti a livello sociale, quando nella società la tua funzione e' di essere produttivo per risultare vincente. Sottile denuncia della grande crisi americana delle cittadine rurali sempre più vuote e senza possibilità di sbocchi dignitosi. Il rapporto animale e uomo nel libro e' predominante, una grande poetica metafora della nostra natura selvaggia addomesticata dal vivere civile e dalle basi stesse della società. Un libro che mi ha commosso vista la mia natura animalista. Proprio bello!! Consigliato

Piccolo stralcio: Una volta ho lavorato in una galleria d'arte. Di notte, quando tutti se ne erano andati e si spegnevano le luci, mi mettevo a correre per i lunghi corridoi, e saltavo sulle panche di pelle imbottita. Volevo sperimentare la pittura come movimento invece che come stasi.
Un tempo i quadri erano stati movimento, colori che turbinavano all'estremità del braccio del pittore, ed era sorprendente vedere quanto apparissero diversi quando gli passavo accanto di corsa. Il movimento rende tutto astratto. Se ci passi avanti di corsa, persino il ritratto più rigido si trasformerà in una pozza sanguinante di colori.

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