Cambio di rotta
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Emmanuel, Lillian, Jimmy, Alberta
Il nuovo libro di E.J. Howard pubblicato in Italia da Fazi, “Cambio di rotta”, racconta una vicenda sentimentale e personale che interessa quattro personaggi inglesi, negli anni Cinquanta del Novecento.
Il romanzo si apre con la presentazione della coppia formata da Emmanuel e Lillian: lui è un commediografo inglese di 62 anni, ormai da qualche tempo in crisi creativa, che cerca di riempire il vuoto esistenziale attraverso continue infedeltà nei confronti della moglie, a cui è tuttavia legato da un sentimento di compassione e da un certo istinto di protezione. Lei invece è una elegantissima signora di mezza età, nevrotica quanto basta, cagionevole di salute e sempre molto triste a causa di un lutto mai superato. Il loro infelice matrimonio si trascina fra viaggi, feste e spettacoli teatrali. Ad aiutare Emmanuel nell'organizzazione del suo lavoro quotidiano c'è Jimmy, un uomo di circa trent'anni cresciuto in un orfanotrofio negli Stati Uniti.
A complicare questo bel quadretto, o forse a rimettere tutto al proprio posto, entra in scena il quarto personaggio del romanzo, Alberta, una ragazza di 19 anni estremamente ingenua e con pochissime esperienze alle spalle, che, proprio per questa distanza dal resto della piccola comitiva, risulterà fin da subito irresistibile.
«Ha una dignità tutta particolare: è la sua caratteristica più precipua insieme alla totale assenza di sovrastrutture, l'aria da scolaretta inglese (tranne quando portava quel vestito nero, che mi è venuto in mente all'improvviso), il suo modo buffo e compito di esprimersi, la sua dichiarata inesperienza in ogni campo che possa venirmi in mente. »
Alberta viene assunta come segretaria da Mr Joyce e il quartetto lascia la Gran Bretagna per trascorrere un lungo periodo a New York, da cui in seguito partirà per una vacanza in Grecia.
Devo ammettere che fra tutti i romanzi della Howard che ho letto questo è stato quello che mi è piaciuto di meno. Lo stile dell'autrice è lo stesso che troveremo nella saga dei Cazalet, caratterizzato dalla profonda analisi psicologica dei personaggi e dalle bellissime descrizioni. La narrazione alterna i punti di vista dei quattro personaggi principali, tutti in prima persona eccetto Emmanuel, raccontato invece in terza persona. I temi affrontati sono quelli cari all'autrice: l'amore, le incomprensioni familiari e soprattutto coniugali, le problematicità che si nascondono in ogni relazione. Tuttavia questa volta ho trovato la vicenda veramente troppo inconsistente: malgrado i viaggi intercontinentali molto ravvicinati non accade quasi niente. Ho trovato le riflessioni dei protagonisti troppo lunghe, visto che si sono protratte per oltre 400 pagine senza lasciare spazio quasi a nient'altro.
In conclusione, non posso che definirlo, purtroppo, un romanzo abbastanza noioso, a cui manca sia il respiro narrativo della saga dei Cazalet, sia l'originalità e la freschezza del romanzo “All'ombra di Julius”.