Calico Joe
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Opinioni inserite: 4
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Minimalismo ma di qulaità
Mi sorprende l'atteggiamento di alcuni recensori che da determinati scrittori pretendano il livello assoluto. E' ovvio che capolavori come "L'uomo della pioggia" o "Il momento di uccidere" siano l'eccellenza di una eccellenza, ma appunto culmini di comunque vette. Grisham ci ha abituato a romanzi meno articolati, con personaggi ridotti, con tematiche morali precise. La confezione di questo, che sembra un racconto lungo e non un romanzo vero e proprio, si basa su un precetto caro all'autore: la redenzione o meno aulicamente il "mettere le cose a posto" in fondo sempre presente anche negli altri suoi narrati. In questo libro l'obiettivo si snoda tramite il baseball e il racconto di una tragedia frutto di invidia, cattiveria, fatalità, destino. Qui un figlio ormai uomo fatto "costringe" un pessimo padre in fin di vita a causa di un male incurabile, a fare ammenda nei confronti del suo passato. Così facendo ci porta in una vicenda di miserie umane e decadenza, indicando una via , seppur tardiva, di pentimento e se non di redenzione almeno "consolatoria". Non ci sono né vinti né vincitori. Solo uomini segnati che, soprattutto nella figura del padre, hanno trasformato le loro carenze in infelicità. Si può obiettare che il narrato sia una storia molto americana, con incursioni sportive di difficile comprensione per un europeo: in ogni caso il prodotto è piacevole al di la dei contenuti.
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Joe Castle un Mito
Già dalle prime pagine la storia ti cattura, anche chi non conosce il baseball non può non amare questa storia, scritta con grande maestria dal grande Grisham.
Grisham anche fuori dai legal thriller è un maestro dei generi, con una trama emozionante che ripercorre la vita di Joe Castle, astro nascente dei Cubs e dell'uomo che mise fine ai suoi successi: Warren Tracey.
Da leggere.
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Sport e Grisham,accoppiata vincente.
Dopo aver letto "L'allenatore" e "Il professionista" sempre di Grisham,che trattavano l'argomento del football,ho deciso di leggere questo libro che invece tratta di baseball.Ma soprattutto tratta dei difficili rapporti di un figlio,con il padre alcolizzato e violento.Tratta di due "carriere" ma non solo,direi due "vite" segnate per sempre da un gesto,un fatto di pochi secondi,che avra' conseguenze nei decenni a segure,per chi l'ha fatto,chi l'ha subito e anche perchi ha assistito a quel che e' successo.Alla fine fa capire quanto puo' essere difficile per un figlio perdonare un padre che,non e' mai stato veramente quello che un genitore dovrebbe essere per il proprio figlio,ovvero un esempio,un punto di riferimento,e una persona che ti aiuta a crescere e a superare i momenti difficili.Tanto che,per Warren Traacey e' piu facile avere il perdono di Castle,al quale aveva stroncato la carriera,che quello di suo figlio,che in pratica non arriva mai.Neanche in punto di morte.Una storia,secondo me toccante e alla fine decisamente commovente.Certo essendo un libro,dove il protagonista e' un giocatore di baseball e' normale che ci siano le descrizioni delle partite e delle imprese di Calicko Joe.Ma ridurre il tutto a una "rivista sportiva" mi sembra davvero eccessivo.Se non piace l'argomento,dello sport e' meglio evitarlo,come se a uno non piace un romanzo d'amore e' meglio evitare un libro come Romeo e Giulietta,perche' e' normale che si parli d'amore e se lo leggo lo stesso non posso poi lamentarmi e dire che non si parlava altro che di baci,passione e storie sentimentali che sembrava una rivista di gossip.Almeno,questa e' la mia opinione.Grisham,come ne "L'allenatore" e "Il professionista" racconta la vita del giocatore di baseball,ma mentre in questi due libri il protagonista e' "il giocatore",qui e' un ragazzino che racconta la sua storia,quella di suo padre e quella di una promessa dello sport Americano.Tre storie che vanno fatalmente ad incrociarsi e a cambiare quella dell'altro.Lo stile e' molto scorrevole e concentrato sulla descrizione dei tre personaggi.La lettura e' piacevole ,tanto che l'ho finito in meno di una settimana.E se qualcuno non capisce i termini tecnici che Grisham usa per raccontare le partite.Alla fine del libro,ci sono piu' di 20 pagine dove l'autore spiega le regole e i termini di questo sport,per chi vuole approfondire l'argomento,Li' si che si parla solo di baseball,ma non fa parte del libro stesso.Come detto il libro parla di redenzione,di amicizia e di perdono e,secondo me lo fa molto bene,ne esce una storia coinvolgente nella quale,il lettore,alla fine deve decidere,se sentirsi piu' "Paul Tracey" o "Joe Castle",se perdonare o non dimenticare.
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Baseball for dummies
Avete presente quel simpatico cappellino (non tanto tale per colui che lo indossa, ovviamente) a cono con le orecchie da asino?
Ecco, durante la lettura di questo libro era come se lo stessi indossando.
Perchè? Semplice: tra queste orrende pagine mi sono barcamenata tra smarrimento, ignoranza e tanta, tantissimissima noia.
La quarta di copertina esaltava il suddetto romanzo, definendolo profondo e toccante.
Amando le storie di questo tipo, mi sono fidata.
Dopo un iniziale quanto effimero entusiasmo, la delusione è spuntata fuori come erbaccia in un giardino ben curato.
Più che "Calico Joe", il libro dovrebbe intitolarsi "Baseball for dummies", perchè sembra proprio in tutto e per tutto una rivista sportiva!
Il 99% dei contenuti consiste infatti in frasi del tipo: "il tizio lanciò la palla, impugnò la mazza, corse alla base, segnò un punto, fece un home run..." e così via all'infinito.
Non sto scherzando, giuro che è tutto quanto così.
Più leggevo e più sbuffavo spazientita, non vedendo l'ora che finisse.
Tralasciando l'immensa noia tristemente provata, sempre con il mio cappellino d'asino sul capo, mi sentivo terribilmente ignorante e spaesata: non ci capivo niente!
Le poche cose che so del baseball le ho imparate giocando col Nintendo Wii con amici e parenti, ma per il resto sono una profana del genere.
Come faccio a comprendere e immaginarmi la vicenda se non conosco quello che leggo, se non so cosa significano tutti quei termini da baseball?
E scommetto di non essere stata l'unica lettrice di questo libro ad essere vittima di questo senso di smarrimento totale...
Ah, e i cosiddetti contenuti "profondi e toccanti"? Superficiali e scarni in tutto il loro squallore, occupano non più di qualche paginetta.
Insomma, "Calico Joe" a mio parere è un libro incomprensibile e proprio brutto, assolutamente da evitare.
Leggetelo solo se amate lo sport e soprattutto se conoscete bene il baseball, per evitare di indossare il mio stesso cappello d'asino.