Narrativa straniera Romanzi Bronsky ricorda
 

Bronsky ricorda Bronsky ricorda

Bronsky ricorda

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Il 10 novembre 1938, il giorno successivo alla Notte dei cristalli, Nathan Bronsky scrive al console generale americano a Berlino per ottenere un visto di espatrio per sé e la propria famiglia. Riceverà una risposta solo otto mesi dopo. Il visto, con sconcertante cinismo, gli verrà negato. Bronsky ricorda comincia con questo scambio di lettere. Quindici anni più tardi, il figlio di Nathan, Jakob, siede in una caffetteria di New York. Circondato dai naufraghi dell’Europa, sopravvissuti come lui all’olocausto e alla seconda guerra mondiale, cerca di scrivere il romanzo della propria vita. Impiegherà un anno, un anno passato a lottare, giorno dopo giorno, con i ricordi del suo tragico passato e con la sua nuova patria che, ricambiato, disprezza.



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Bronsky ricorda 2010-12-03 21:33:37 Jan
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Jan Opinione inserita da Jan    03 Dicembre, 2010
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Chi ritorna.

Di Edgar Hilsenrath ho un chiaro ed irreversibile punto di vista: si tratta di un genio.
Anche Bronsky ricorda è un capolavoro.
Libro a metà fra la memoria e l'inferno, "Bronsky ricorda" esprime un dolore che non può essere conservato se non attraverso il linguaggio sclerotico della bestemmia, della volgarità e dello sputo.
Il reduce dai campi di sterminio che sbarca in America solo quando il console americano glielo permette, ovvero nel '53...
La richiesta era stata inoltrata nel '39.
Paradossale, ma superbo disincanto.
E quando un incubo decide di intervistarlo domandandogli com'era "laggiù", la risposta di Bronsky rimane pudica: "Di questo non parlo".
Che privilegio leggere ancora questo gigante del '26!

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