Biglietto scaduto
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Il declino ghiandolare
Romanzo onesto, a suo modo, ma che non riesce a suscitare empatia, non soltanto per la specificità dell'argomento trattato (un po' datato visti i progressi della scienza sul campo) ma anche perché adopera il cliché usurato “uomo ricco e maturo/giovane brasiliana (sia pure ereditiera)” che rende inefficace e un tantino stucchevole qualsiasi scena o frase d'amore, per quanto ben scritta.
Il “declino ghiandolare” del cinquantanovenne Jacques Rainier, fonte inesauribile d'angoscia sviscerata in tutte le sue forme, interessa a livello puramente accademico ma non coinvolge, almeno fino alla seconda parte, quando entra in scena la “cloaca dell'anima”, vale a dire le fantasie a cui il protagonista fa segretamente appello per rinvigorire una virilità messa a dura prova dagli anni, a beneficio della tenera amante e del suo Ego (quest'ultimo fa continuamente, fastidiosamente capolino).
Ma forse è mancato il coraggio di andare fino in fondo e profanare una storia d'amore troppo limpida, con un personaggio femminile troppo sublimato per non suscitare nel lettore la voglia di vederlo un po' infangato: la caratura della narrazione, di sicuro, ci avrebbe guadagnato.
Invece Rainier inizia a corteggiare la morte sfidando la vita e i suoi doni beffardi, per amore ed orgoglio (“Le stai rifilando un pacchetto di valori che tra qualche anno non varranno più niente: te stesso”) e il romanzo si appiattisce inesorabilmente, deprimente ed egocentrico.
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Amore e virilità
Jacques Rainier è un cinquantanovenne di successo, sia negli affari che sentimentalmente, essendo legato ad una giovanissima ed affascinante ragazza brasiliana.
Da qualche tempo le cose hanno preso una brutta piega, la crisi dell'Europa, impoverita di materie prime, minaccia la stabilità economica della sua azienda, e lui accusa i primi pesanti segnali di un vigore fisico e sessuale che va riducendosi in maniera rapida e drastica, costringendolo ad autentiche acrobazie di immaginazione e "tattiche" per essere all'altezza della situazione.
Le due problematiche circondano Jacques, lo mettono progressivamente all'angolo, da una parte deve cercare di vendere la sua azienda senza depauperare un patrimonio ma facendo in fretta perché non è più in grado di fare fronte alle imminenti scadenze, dall'altra la sua mutata condizione fisica lo turba ancora maggiormente.
Il suo alter ego è l'americano Jim Dooley, un uomo di grande successo, uno squalo della finanza che ha i suoi stessi "impacci" sessuali ma li maschera dietro una finta esuberanza , millantando doti amatorie ormai perdute. Sarà proprio Dooley ad offrire a Rainier una via di scampo dalla crisi finanziaria, ma è una vera occasione o la trappola di un uomo ormai folle per la perdita della propria virilità ?
Gary riesce a far emergere quella che è in fondo una storia d'amore a prima vista improbabile e invece solida tra un uomo di quasi sessant'anni e una giovane di 22, nella relazione uno dei due non si sente all'altezza e sprofonda in una cupa depressione che lo porta a desiderare di morire pur di non dover sopportare di essere amato sentendosi invece inadatto, inutile per la sua progressiva impotenza.
Chi salverà Jacques Rainier dalla distruttiva disistima di se stesso perché non più simbolo di virilità ? C'è un rimedio e poi , si chiede Gary, l'essenza di un uomo e di un rapporto di coppia, è davvero tutta racchiusa in un bocciolo che fiorisce solo con una sessualità a mille o la sua pur giovane compagna ha bisogno anche di altro?
Tema delicato che in fondo non ho trovato particolarmente interessante, forse per ragioni anagrafiche, però Romain Gary scrive molto bene e lo affronta in modo poco incline alle morbosità di certa letteratura che ha tanto successo oggi.
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