Narrativa straniera Romanzi Bambini del silenzio
 

Bambini del silenzio Bambini del silenzio

Bambini del silenzio

Letteratura straniera

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Che cos'hanno in comune un bambino di quattro anni biondo e sorridente, figlio e nipote amatissimo di una ricca famiglia, e una bambina di nove anni in cura in ospedale psichiatrico perché chiaramente disturbata in seguito a terribili abusi? Solo una cosa: la maestra dei miracoli che si trova a occuparsi di entrambi nello stesso periodo. Ma come sempre l'apparenza inganna e anche nella famiglia più privilegiata si possono nascondere terribili segreti, così come anche nella situazione più disperata c'è spazio per speranza e riscatto.



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Bambini del silenzio 2013-09-02 16:36:45 Nikly
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Nikly Opinione inserita da Nikly    02 Settembre, 2013
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Comunicare il dolore

La specialista in problemi di linguaggio su base psicologica Torey L. Hayden in “Bambini del silenzio” ci racconta come ha aiutato due bambini ad affrontare i loro enormi tormenti. Cassandra è stata rapita dal padre all'età di cinque anni e ha subito terribili abusi nei lungo periodo passato con lui. Ora, a nove anni, si trova a dover affrontare la grande sfida di ritrovare la fiducia negli adulti per essere, poi, aiutata a fronteggiare i propri demoni. Leggendo le pagine a lei dedicate ci si sente travolti da una forte emozione di indignazione nei confronti di persone capaci di infliggere simili supplizi ad altri esseri umani, in particolare ai bambini. Viene spontaneo chiedersi, allora, se questi individui appartengono realmente alla specie umana, in quanto sembrano sprovvisti di cervello e cuore. Torey affronta questo caso con grande professionalità, non facendosi intimidire dai comportamenti violenti e antisociali di Cassandra e utilizzando il suo istinto per far breccia nella corazza che la bambina ha costruito per proteggersi dal suo profondo dolore. Drake, un bellissimo e solare bambino di soli quattro anni, sembra avere un unico difetto: non utilizza parole per comunicare. Questo è inaccettabile per il suo ricchissimo, prepotente e dispotico nonno che richiede l’aiuto di Torey per guarire il nipote dal mutismo selettivo. Questo caso risulterà facile solo in apparenza: Drake , infatti, non sembra avere la personalità tipica di chi soffre di tale disturbo e ciò alimenta dubbi sulla reale causa del suo mutismo. L’autrice, inoltre, si troverà in difficoltà in quanto la storia di questo bambino la porterà a provare un sensazione di sgomento verso adulti che si mostrano così deboli e irresponsabili da non capire che il loro chiudere gli occhi alla realtà non porta ad altro che al danneggiamento del proprio figlio. Questa mancanza di buon senso e istinto genitoriale è ai suoi occhi pari ad un abuso; per chi legge è facile condividere tali pensieri e ritrovarsi nelle medesime riflessioni della scrittrice. Qualche pagina di questo libro, inoltre, è riservata alla storia di Gerda anche lei sofferente di disturbi del linguaggio a seguito di un ictus: ella ha ottantadue anni e non è chiaro ai dottori se il suo mutismo sia di natura fisiologica o psicologica. Una nuova prova per Torey che, in quanto psicologa infantile, è abituata a lavorare con individui la cui vita è ancora all'inizio. Eppure l’autrice, con grande umanità, dedica parte del proprio tempo a questa anziana signora regalandole la compagnia, l’ascolto e la comprensione che forse non hai mai avuto in precedenza. Tali pagine risultano impregnate di tristezza e compassione, difettose di quella speranza che, seppur inizialmente evanescente, si fa largo piano piano nello svolgersi delle vicende dedicate ai due bambini. Una lettura veloce grazie allo stile immediato e semplice utilizzato dalla scrittrice, ma non certo facile poiché i contenuti presentano, come riportato, storie crudeli, dure, irragionevoli e infelici che non possono lasciare nell'indifferenza il lettore.

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