Avventure della ragazza cattiva
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Amore, desiderio e riscatto sociale
Un romanzo che attraversa il tempo e lo spazio, queste “Avventure della ragazza cattiva” dello scrittore peruviano Mario Vargas Llosa, insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 2010. Una storia che inizia in Perù, negli anni cinquanta del novecento, quando il giovane protagonista Ricardo incontra e si innamora perdutamente della giovane ragazzina definita la “Niña Mala” , un epiteto che contraddistinguerà questo personaggio femminile, dotato di bellezza, sensualità, carisma, ambizione e grande potere seduttivo, per tutto il resto del romanzo. Da quel momento in poi, per i due protagonisti, sarà un continuo perdersi e ritrovarsi al di fuori dell’America Latina, sullo sfondo di città come Parigi, Londra, Tokyo. La Niña Mala incarna l’ossessione amorosa di Ricardo, saggiamente e sarcasticamente rinominato dalla stessa ragazza come il “Niño Bueno”, a dimostrazione di come queste due anime in evidente contrapposizione, siano in qualche modo obbligate e destinate a ritrovarsi, a frequentarsi, data la loro complementarietà.
Vargas Llosa riesce a costruire un intreccio narrativo di effetto in cui lo stesso Ricardo, il Niño Bueno, racconta in prima persona le proprie pene d’amore, la sua vita costellata dalla presenza-assenza di questa crudele ed avvenente ragazza che gli ha rubato il cuore e l’anima, per la quale arde senza soluzione di continuità (“Ero sicuro che l’avrei amata sempre, per mia felicità ed anche per mia infelicità”). L’amore viaggia in parallelo col desiderio, la presenza della Niña Mala è costante nella mente di Ricardo, anche nei momenti di sua assenza, anche quando i tormenti inflitti paiono offuscare questo sentimento profondo che riesplode inevitabilmente al suo manifestarsi (“Ti amo, ti desidero con tutta la mia anima, con tutto il mio corpo. In questi quattro anni non ho fatto altro che sognarti, che volerti e desiderarti. E maledirti, anche. Ogni giorno, ogni notte, tutti i giorni”).
Sarebbe però limitato inquadrare questo romanzo nella sola storia d’amore e di passione così ben descritta, in quanto l’abilità dell’autore si nasconde nelle pieghe della storia che, pagina dopo pagina, riesce comunque a fare provare al lettore un sentimento di solidarietà, se non addirittura di simpatia prima e di compassione poi, nei confronti di questa Niña Mala, che in qualche modo assurge a diventare emblema di quella forza di riscatto sociale che le viene riconosciuta. Vargas Llosa evidenzia infatti la sua capacità di emersione dalle “paludi” di un paese dell’America Latina, il Perù, ancora molto, troppo povero, afflitto da tensioni politiche tali da non garantire condizioni di vita soddisfacenti per il suo popolo, arricchendo così il contenuto di questa opera (“E forse….quando era ancora una mocciosetta impubere, aveva già preso la temeraria decisione di andare avanti…..di fuggire per sempre da quella trappola, quel carcere e quella maledizione che era per lei il Perù, e andarsene lontano ed essere ricca…fino a diventare una donna fredda, senza cuore, calcolatrice, crudele”).
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Il Nino Bueno e la Nina Mala
Lily la Cilenita. Arlette la Guerrigliera. Madame Arnoux. Mrs Richardson. Kuriko. Otilia la Peruanita. Chi è davvero la donna di cui è perdutamente innamorato Ricardo Somocurcio? Qual è la vera identità della Nina Mala, la ragazza cattiva che dà il titolo al libro? Perché continua a comparire e scomparire dalla vita del povero protagonista, ora ammaliandolo, seducendolo, illudendolo, ora scaricandolo, offendendolo, spezzandogli il cuore? Per scoprirlo potrebbe non bastare compiere una sorta di giro del mondo che parte da Miraflores, quartiere di Lima, e passa per le principali capitali europee, con puntatine anche in Estremo Oriente, nel cuore dell'Africa e nella Cuba rivoluzionaria. Potrebbe non essere sufficiente un'intera vita, dall'infanzia alla vecchiaia, passando per l'adolescenza, la giovinezza, l'età adulta. Per conoscerla veramente non basterà amarla alla follia, tremare di paura temendo di perderla, attendere ed accettare ogni suo ritorno, perdonarle ogni cattiveria e godere di ogni sua concessione. Il nostro Ricardo, il povero Pichiruchi, il Nino Bueno, se ne innamorerà appena adolescente per non guarire mai più, passando una vita alla sua totale mercé. Vargas Llosa propone una storia d'amore a tratti tragica, a tratti esilarante, con due singolari protagonisti le cui vicende sono il pretesto per raccontare spaccati di storia peruviana ed europea, aspetto fondamentale di un libro che altrimenti potrebbe apparire fin troppo leggero, una sorta di telenovela letteraria, scritta in ottima prosa, con un piglio brillante e coinvolgente, romantica e simpatica ma con una trama tutto sommato piatta, prevedibile e caratterizzata da un sentimentalismo in alcuni frangenti eccessivo. In un arco di tempo di circa mezzo secolo, Vargas Llosa ripercorre le vicende del suo paese. Uno stato devastato da violente e sanguinose lotte intestine, che portano a ripetuti golpe militari, rovesciamenti di governi, elezioni pilotate, atti di terrorismo politico, condannando di fatto tutti gli schieramenti in campo e denunciando le disparità economiche e sociali, lo sfruttamento delle masse, la mancanza di opportunità che porta i giovani ad espatriare in cerca di un futuro migliore e condanna chi resta ad una vita di rinunce, stenti, sottomissione. L'autore ci porta poi in un'Europa in pieno fermento. Si parte da Parigi, città affascinante e piena di opportunità, centro nevralgico della vita culturale europea e culla delle rivolte studentesche sessantottine. L'attenzione si sposta poi oltremanica, in una Londra hippie anni settanta, centro di avanguardia artistica, capitale mondiale di una rivoluzione psichedelica fatta di droga, rock'n'roll e amore libero. Si passa anche per Tokio, dove all'ordine, alla sobrietà, al perbenismo che traspare dalle strade durante il giorno, si contrappone la perversione, la mondanità, l'infuocata vita notturna. Si torna nel vecchio continente, in una Madrid povera ma fervente, dove artisti di ogni genere si incontrano in locali pieni di fumo ed effluvi alcolici. In questi cangianti contesti storico-geografici si muovono le disavventure amorose di due protagosti forti ed empatici, legati da un vincolo sentimentale viscerale, morboso, malato, però, o proprio per questo, invincibile, ineluttabile, capace di resistere alla distanza, all'orgoglio, alla malattia, alla morte. "Non sei ricco, ma un povero pichiruchi, - disse, furiosa. - Se lo fossi stato, non sarei andata né a Cuba, né a Londra, né in Giappone. Sarei rimasta con te da quella volta, quando mi hai fatto conoscere Parigi, e mi portavi in quei ristoranti orribili, da mendicanti. Ti ho sempre lasciato per certi ricchi che si rivelarono una schifezza. E così sono finita, un disastro. Sei contento che lo ammetta? Ti fa piacere sentirlo? Fai tutto questo per dimostrarmi quanto sei superiore a tutti loro, quanto mi sono persa con te? Perché lo fai, si può sapere? Perché così dev'essere, nina mala. Forse voglio guadagnarmi delle indulgenze e andarmene in cielo. Potrebbe anche essere che sia innamorato di te, ancora."
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Che cos'è l'amore?
Che cos'è l'amore? L'amore estremo, assoluto, fatale, irrazionale? Questo romanzo prova a rispondere a questa domanda, senza retorica e mai cedendo al sentimentalismo, con una prosa asciutta, scorrevole. Racconta la quarantennale relazione, se di relazione si può parlare (non sicuramente nel senso canonico del termine), fra Ricardito, il nino bueno, e Lucy, alias compagna Arlette, madame Robert Arnoux, Mrs. Richardson, Kuriko, Otilita, o più semplicemente la nina mala. Fin dall'adolescenza a Lima, nel quartiere di Miraflores, e poi a Parigi, Londra, Tokio e Madrid, la vita ordinaria e borghese di Ricardo, interprete per l'Unesco, è sconvolta dalla passione travolgente per quella "cilenita", unico vero amore della sua vita. La nina mala segue per tutta la vita, per riscattarsi dalla sua umile condizione di vita nell'infanzia peruviana, il suo sogno di cinica arrampicatrice sociale, prima con uomini ricchi ma tutto sommato innocui, ma poi legandosi a quel Fukuda che alla fine la condannerà a morte. Ma Ricardito ogni volta la accoglie, la perdona, le dona quelle huachaferias che per pochi intensissimi momenti ci fanno intravvedere cosa voglia dire amarsi, in maniera incondizionata, senza compromessi. Otilita è a suo modo onesta: non nasconde mai a Ricardo che non può legarsi a lui, che desidera una vita al tempo agiata ed avventurosa che lui non le può garantire. E ogni volta lo abbandona, per poi però ritornare da lui, unico vero punto di riferimento della sua vita. Gli ultimi due capitoli sono meravigliosi. L'incontro di Ricardo con Arquimedes, i momenti d'amore con Otilita a Parigi, le ultime tragiche e commoventi pagine dell'incontro a Madrid...
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Il coraggio dell'amore
Non sono le persone a deludere ma l'idea che ci siamo fatta di loro e Ricardito aveva chiaro chi fosse Otalita e nonostante ciò ha saputo amarla senza paura, con un coraggio che solo la forza del suo sentimento poteva alimentare. L'amore del nino bueno è talmente grande che supera qualsiasi distanza e qualsiasi dolore e alla fine guarisce la Nina mala in un modo inaspettato ma che fa capire quanto lei stessa lo conoscesse in profondità.
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Avventure della ragazza cattiva
Questo romanzo, è duplice: un primo livello mostra le fasi di una storia d’amore, Ricardo , un giovane peruviano nei primi anni cinquanta conosce a Lima una giovane donna di cui si innamora. Lei, la niña mala,sembra ricambiare i sentimenti ma inaspettatamente sparisce. I due si ritroveranno in età adulta a Parigi dove la situazione si ripete e si ripeterà anche a Londra, a Tokyo a Madrid. Da qui la duplicità del romanzo, esso infatti non è solo il resoconto della tormentata storia tra Ricardo e la niña mala ma è anche il racconto del Perù degli anni cinquanta, del desiderio di importare la rivoluzione cubana in altri paesi dell' America Latina, è la descrizione del maggio francese del 1968 e del periodo degli Hippy a Londra.Il filo conduttore del romanzo rimane comunque il rapporto di Ricardo con il Perù, del quale segue in continuazione i cambiamenti politici.Molto attuale è anche la riflessione che spesso Ricardo fa riguardo alla propria identità , egli infatti sottolinea di non sentirsi nè pienamente peruviano nè francese , evidenziando così la difficoltà di integrazione che sempre vive l'emigrante.
In conclusione consiglio vivamente la lettura di questa splendida e anomala storia d' amore, dalla scrittura e dal contenuto mai banale.
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Avventure della ragazza cattiva di Vargas Llosa
Il personaggio della niña mala protagonista delle “Avventure della ragazza cattiva” di Mario Vargas Llosa trova alcune celebri antenate nella letteratura inglese e francese.
Le vite avventurose e drammatiche di Moll Flanders (Daniel Defoe) o di Manon Lescaut (Prévost), come quella della vittoriana Becky Sharp (Vanity Fair – Thackeray), non differiscono sostanzialmente dalla vita dell’arrampicatrice sociale descritta da Llosa.
Siamo di fronte a un carattere multiforme, una personalità mai definita, sempre alla ricerca di se stessa e del suo ruolo nella società. La Lucy che incontriamo nelle prime pagine del romanzo, di cui il narratore protagonista appare subito perdutamente innamorato, non è altri che la guerrigliera Arlette, Mme. Robert Arnoux, Mrs. Richardson, Kuriko. Ogni falsa identità rivela un fattore comune: il desiderio, anzi l’esigenza di cercare una posizione economica e sociale sempre più rassicurante, anche a costo di calpestare e ignorare i sentimenti degli altri.
Questa tendenza ad assumere una proteiforme personalità nasce da una vera e propria patologia che induce all’autolesionismo e all’annientamento dell’io.
La niña mala non riesce a superare l’umiliazione e il disagio dell’infanzia dovuti alla sua umile estrazione sociale. Il denaro diviene la sua unica meta, il mezzo che le consenta di raggiungere lo status sociale a cui ella aspira. Pur sentendo periodicamente una profonda carenza affettiva, nell’animo della niña riesce sempre a prevalere il calcolo più cinico. La menzogna, l’inganno, la disonestà non la condurranno tuttavia verso la libertà, ma la renderanno progressivamente più schiava, fino a distruggere, insieme con il suo animo, anche il suo corpo.
Il narratore protagonista, anch’egli schiavo di un amore irrazionale e irragionevole, supera ripetutamente le umiliazioni subite, pur di tenere legato a sé in qualche modo l’oggetto del suo amore e dei suoi desideri. Sempre alla ricerca di attenuanti per la sua donna infedele e degenerata, vede nella sua stessa professione, interprete per l’Unesco, una proiezione delle molteplici identità dell’amante, perché, egli si chiede, chi è un traduttore-interprete se non un individuo che assume personalità diverse a seconda della lingua in cui si esprime?
L’interrogativo di fondo, a questo punto, non si pone solo in termini morali, ma più esistenziali, sulla vera natura dell’io, sulla vera identità di ogni essere umano. Uno, Nessuno, Centomila.
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Una bella huachaferia (e un grazie al traduttore)
Un bel libro, piacevolmente ingenuo (come contenuto, non come scrittura) e con una incantevole fiducia nell'amore e soprattutto nella vita vissuta per essere e non per avere. Una fiducia inossidabile nonostante qualche esitazione verso la fine. Un gran bel libro, di quelli che ci vogliono ogni tanto per una iniezione di ottimismo. Un antidoto contro il cinismo quotidiano anche se dopo tanti sacrifici il premio è anche in certa misura materiale: non tanto l'amore dell'amata ma un tocco di bacchetta magica e una certa tranquillità economica. (E il tocco di bacchetta mi pare la cosa che per l'autore conta di più, forse anche più dell'amore dell'amata). La conclusione la trovo un tantino più cinica del resto della storia. Ma appena, appena un po'.
Invece leggendo La zia Julia e lo scribacchino (altro traduttore, altro editore) subito dopo Le avventure di una ragazza cattiva mi sono reso conto della bravura del primo traduttore (Glauco Felici) per la scelta delle parole, per il ritmo della frase, per aver reso la brillantezza originale del testo. Certe cose si notano solo se... Proprio perchè ho letto l'altro libro subito dopo ho potuto verificare che la scelta di alcune parole non mi piaceva e che la musicalità era cambiata e anche il ritmo. Ho provato un certo fastidio poi subito scordato dietro alle vicende della nuova storia.
Speriamo che il bravo traduttore guadagni un po' più del protagonista della storia.
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Relazioni pericolose
Amor ch'a nullo amato amar perdona
Là dove l'amore diventa un gioco, là dove l'amore è un perdersi e un ritrovarsi, là è questo romanzo di Vargas Llosa; là è quel sorriso sbarazzino, un pò maligno, della nina mala che si lascia conquistare ma non troppo dal nostro eroe, il nino bueno, un eroe senza spada ma sicuramente anche senza macchia, che attraversa l'arco temporale della sua vita per ricercare l'amore, un amore sfuggevole, ma quanto mai intenso. Le avventure della ragazza cattiva sono in realtà le avventure della vita di tutti giorni, di una vita fin troppo tranquilla e banale del nino bueno che, forse per quella famosa legge dell'attrazione tra gli opposti, s'innamora perdutamente della nina mala. Ed è un amore come un cancro, come lo strascico di un abito da sposa, lungo e a volte costellato di ingombranti verità. Ma in fondo, un amore tenero e romantico come può essere il primo e l'ultimo di un uomo.
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La storia d'amore per eccellenza.
Due sere fa, ho finito di leggere una delle più belle storie d'amore, per me la storia d'amore per eccellenza, raccontata magnificamente da Mario Vargas Llosa.
Niente è dato per scontato, dalla descrizione dei personaggi al finale e per la prima volta mi sono perfino ritrovata a piangere leggendo gli ultimi tre capitoli, perchè il nino bueno e la nina buena mi erano ormai entrati dentro.
Ringrazio la Paltrow per aver dichiarato che è uno dei libri preferiti di Madonna, altrimenti probabilmente non lo avrei mai letto e sarebbe stato un gran peccato, ve lo assicuro.