Amsterdam Amsterdam

Amsterdam

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È lecito distruggere un uomo politico, sia pure spregevole e privo di scrupoli, attaccandolo sui segreti piú intimi della vita privata? E un grande artista, per difendere la propria ispirazione, è autorizzato a ignorare una persona che sta rischiando la vita? Amsterdam è il palcoscenico ideale di una buffa e terribile resa dei conti, «una tragicommedia in cui nessun personaggio è amabile» che, con piacevole e insieme graffiante ironia, ci interroga sul valore di alcune scelte etiche fondamentali.



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Amsterdam 2016-12-12 06:33:01 68
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68 Opinione inserita da 68    12 Dicembre, 2016
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Duellanti in bilico nella tempesta della vita

La lettura di McEwan prevede un copione " noto ", quello scrutare e rappresentare i caratteri umani attraverso la vita di personaggi spesso eccentrici di varia estrazione ed età, inseriti in un contesto storico fortemente caratterizzato sullo sfondo di vicende socio-politiche altrettanto importanti.
Grazie all' uso di un linguaggio fortemente descrittivo, di una asciuttezza e limpidezza di forma e di una struttura narrativa perfetta coadiuvata da dialoghi pungenti, spesso ironici, l' autore scandaglia il percepito estraendo tematiche e problematiche della contemporaneità con occhio critico e sferzante.
Amsterdam è solo il luogo dell' epilogo del romanzo, l' impalcatura narrativa si fonda sul complesso e turbolento rapporto di amicizia tra Clive, musicista di grande talento che ha in parte smarrito il proprio afflato e Vernon, discusso direttore di un quotidiano in crisi di vendite.
" Due ex amanti di Molly Lane aspettavano davanti alla cappella del crematorio dando le spalle al gelo di febbraio. Si erano già detti tutto, ma vollero ricominciare daccapo. "
L' incipit, la morte improvvisa e inaspettata di una persona così cara ( Molly ) segna la fine di un lunga stagione della vita e ridiscute i termini di una vecchia amicizia.
Tutti gli uomini da lei amati e presenti alle sue esequie per un estremo saluto si scrutano, si studiano, si temono, meditano vendette e si perdono in pietose ed egoistiche dissertazioni, con un occhio al presente e uno al futuro ( a Clive e Vernon si aggiungono l' attuale marito George, magnate dell' editoria, e Julian Garmony, ministro degli Esteri, anche lui una vecchia fiamma ).
Il fantasma di Molly, citato, invocato, rimpianto, aleggia ossessivamente per l' intera narrazione, nei pensieri e nell' azione ( delirante e amorale ) dei protagonisti.
Clive verrà orgogliosamente scelto dalla nazione per comporre la sinfonia del nuovo millennio, Vernon dovrà decidere se pubblicare un servizio scandalistico su Julian Garmony che rilancerebbe se stesso ed il giornale che dirige. Entrambi risponderanno personalmente di fatti e decisioni importanti ( Clive assistera' ad un episodio di violenza su una donna che non denuncerà distratto dalla propria creatività ), decisivi per la propria vita pubblica e privata.
I temi fanno riferimento ai tipici vizi della contemporaneità riguardanti il bel mondo, amoralità, sete di potere, arrivismo, egoismo, anaffettività, vendetta, invidia e quant'altro.
I sani principi, quell' umanità che contempla amicizia, amore, riconoscenza, condivisione, carità spesso rimangono nell' ombra, o sono solo teoremi asfittici, surclassati dalla aridità e cecità dei protagonisti.
La circolarità della storia travolge avvenimenti e personaggi, che si arrovellano in un egoistico e paradossale protrarsi delle medesime pecche e manchevolezze, in un' inversione e scambio di ruoli e contesti. Che sia il genio della creatività artistica di Clive o il pratico mondo della massmedialita' di Vernon, emerge l' assenza di qualsiasi possibilità comunicativa e condivisione afinalistica, con un epilogo che non può che portare all' autoannientamento,
Clive e Vernon discutono della rappresentazione di se' in un duello calato nell' ambiguità di un rapporto del quale comunque si alimentano, inseguendo un consenso reciproco che non prevede ascolto ne' interazione, disconoscendo il diverso da se', ricercando disperatamente una soluzione salvifica ed autogratificante che li esautori da una scontata e manifesta dichiarazione di fallimento personale.( la propria vita ).
Molly, da defunta, continua a vivere ( nelle loro menti ) sbeffeggiando i protagonisti e trascinandoli in un imprevedibile quanto grottesco finale.
La narrazione alterna alti momenti descrittivi ad una certa staticità, la profondità dei personaggi non sempre è adeguatamente rappresentata a differenza di altri romanzi dove l' interiorità e la suspance caratterizza la trama, ( " Chesil Beach ", " Sabato " ).
Emergono analogie laddove la percezione del reale è distorta dal personalismo ( " Espiazione " ) , o in temi riguardanti eutanasia e dignita' personale ( " La ballata di Adam Henry" ), ma complessivamente il romanzo pecca di fluidità narrativa, con frequenti pause ed un certo grigiore, certamente di un livello complessivo inferiore rispetto alle migliori rappresentazioni dell' autore.
Lodevole la capacità di entrare nei recessi dei mondi descritti rappresentandoli dettagliatamente, sia essa un' oasi di creatività musicale ( in bilico tra genio e ossessione ) o la spietata redazione di un giornale o il fumoso e gretto mondo della politica.
Fino all' arrivo di quel finale a sorpresa, affrettato e paradossale, solo accennato ed inspiegabile, quasi un corpo estraneo, o, più semplicemente, l' epilogo di una lunga agonia.

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Amsterdam 2015-12-26 10:20:24 cinecris
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cinecris Opinione inserita da cinecris    26 Dicembre, 2015
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La tragedia poco seria di due amici perbene

Clive e Vernon vivono lo struggimento di avere perso definitivamente una di quelle donne che ci è stato solo concesso di sfiorare, creature chimeriche nate per lasciare dietro di sé una lunga scia di agrodolci rimpianti.
La storia prende avvio durante la celebrazione del funerale di Molly dove, fra una miriade di amanti risaputi, presunti o mai nemmeno sospettati, i due amici giurano di assistersi reciprocamente e di darsi dolce morte nel caso capiti loro di essere invasi da un male fosco e ottenebrante come quello che aveva confuso nella ragione, prima che uccisa nel corpo, l'amata Molly.
Di questo romanzo all'apparenza dai toni crepuscolari presto s'impadronisce uno spiritello dissacratore e sulfureo, che si diverte a mettere i due protagonisti di fronte a dilemmi morali che ne saggeranno l'integrità morale.
E' eticamente corretto che il direttore di giornale Vernon contravvenga alla sua deontologia professionale e usi foto private per porre fine alla carriera di un pur spregevole candidato primo ministro, xenofobo e reazionario?
E cosa pensare dell'"omissione di soccorso" di cui si rende protagonista il compositore Clive, che per preservare un momento di ispirazione creativa rinuncia a difendere una donna minacciata fisicamente da un uomo misterioso?
Le loro scelte saranno dettate da un egoismo tanto più evidente quanto più viene giustificato con nobili ideali. Ciechi sulle proprie responsabilità ma molto attenti a non perdonare niente all'altro, i due amici si trasformano in giudici spietati, le cui scelte finali non potranno essere più imprevedibili, frutto della radicale incapacità di comprendere e simpatizzare con gli altri.
Il romanzo, scritto con penna affilata e asciutta come si conviene alla satira, rappresenta dunque in chiave ironica quel "deserto morale" di cui si parla dalla fine del secolo ventesimo, e che altro non è se non il trionfo dell'egoismo più banale e pusillanime mai visto affacciarsi sulla scena della storia, da quando il trionfo integrale del sistema capitalistico impone un solo modello di uomo, di economia, società e cultura.
Il testo è di facile lettura e divertente. Lo consiglierei come lettura da spiaggia e, in generale, per momenti di svago in virtù dei capitoli brevi e la scrittura scorrevole: alternativa di sostanza ai romanzi da ombrellone, "Amsterdam" fa riflettere e passare un paio di piacevoli pomeriggi.

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Amsterdam 2013-02-01 13:19:06 p.luperini
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p.luperini Opinione inserita da p.luperini    01 Febbraio, 2013
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TRIONFO DELLE MESCHINITA'

Nel mio gruppo di lettura questo libro è stato amato o odiato dai partecipanti alla discussione, ma nessuno ha negato che non fosse un bel libro.
E' anglosassone lo stile e il modo di affrontare le mille sfaccettature psicologiche dei personaggi che fino alla fine si annientano con le più feroci nefandezze. La vendetta per gelosia è il propulsore che scatena le meschinità più atroci tra gli amanti della defunta Molly.
Uno scenario senza speranza dipinge con maestria McEwan e indubbiamente lascia un po' di amaro in bocca alla fine.
L'aspetto che ci ha colpito tutti durante il nostro incontro è stato che il tempo è volato a parlare di tutti gli argomenti affrontati nel libro e che avremmo avuto bisogno di un'intera giornata per sviscerarli tutti forse, insomma un'opera confezionata con grande maestria.
L'unica nota negativa, condivisa da tutti i miei colleghi lettori, è lo stile che è asciuttissimo e che inizialmente non aiuta rendendo la lettura poco scorrevole. Successivamente la trama avvincente prende il sopravvento e la narrazione scorre piacevolmente.

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