Amori e disamori di Nathaniel P.
Editore
Recensione della Redazione QLibri
L'uomo
Nate è uno scapolo indefesso in una New York frenetica, affermato professionalmente, apprezzato dagli amici, ricercato dalle donne, presuntuosamente intelligente e stimatore di sé stesso. I rapporti stabili lo tediano, approfondire i rapporti personali spingendosi oltre l’appagamento fisico del momento lo infastidiscono. Un via vai di amanti, di eccitamenti iniziali, di rotture, di pianti altrui e sensi di colpa propri. Ma non è che stando più attento Nate, in mezzo ad una vasta gamma di esemplari, troverà quella che lo inchioda?
Un viaggio nel cervello maschile, un trattato sulla psiche femminile. Cosa pensano gli uomini quando vedono una donna? Cosa scatta? Nella staffetta del corpo umano sappiamo cosa parte per primo. E la donna come si comporta? L’autrice, tramite il personaggio da lei ideato, filosofeggia e si cala nei panni dell’antropologa, sciorinando un sapere, una cultura e una capacità di ragionamento effettivamente alti, peccando un filino di pedanteria e arrivando a conclusioni già ampiamente note e archiviate (neanche troppo lusinghiere nei confronti del mascolo). Il titolo accattivante promette una lettura sobria e curiosa, fin dalle prime pagine si è coscienti dell’illusione. Sulla capacità di scrivere nulla da obiettare, è una giornalista in carriera che collabora con importanti testate, sagace e disincantata, ma non una penna ammaliante. Il contenuto è, invece, insipido, a tratti pruriginoso per il clima sconfortante e per la personalità di Nate, perennemente impegnato in soliloqui pseudo intellettuali e in critiche sul quoziente intellettivo del gentil sesso. La differenza la si poteva fare condendo il tutto con un pizzico di verve, una manciata di umorismo, o addirittura con un briciolo di passione, dosando gli ingredienti il lettore avrebbe potuto gustare pathos e coinvolgimento leccandosi anche le dita.
Voleva forse essere una ironica descrizione dell’uomo, il risultato è invece un romanzo che lascia il tempo che trova.
Concludendo, osannato dalla critica, bocciato dalla sottoscritta, consigliato a chi non ha ancora capito le differenze sostanziali tra i sessi e coltiva vane speranze di empatia con l’uomo.
“Le donne hanno un bisogno fisico di stare in coppia proprio come gli uomini hanno un bisogno fisico di orgasmi. E’ un imperativo che determina la loro stessa natura. Gli uomini, al contrario, vogliono stare in coppia proprio come le donne vogliono un orgasmo: a volte, e nelle circostanze adatte.”
Indicazioni utili
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 1
Non se è amore il tuo,Nate
Siamo nel ventunesimo secolo.
Un giovane uomo cammina per le strade di New York felice per la sua carriera in ascesa.
Nate,arrivato nella grande metropoli,ha fatto la gavetta e a trent'anni i suoi sogni stanno prendendo forma.
Circondato da amici sinceri e di vecchia data,Nate conduce una vita che ama fino alla ragazza di turno che gli scombussola le giornate.
Non è bravo nelle relazioni,più che altro nell'impegno che una relazione richiede.
La sua indifferenza verso le donne,per quanto le rispetti,gli ha procurato una fama di stronzo di prima categoria.
Tra un amore e un altro,Nate si sente in colpa,poi cerca di non pensarci e persevera negli stessi errori la volta dopo.
È un circolo vizioso per lui.
Questo libro permette di entrare nella testa di un uomo,quindi la sua praticità e la sua realtà saranno poco apprezzate da noi donne.
Nate con il suo egoismo affettivo risulta spesso detestabile,perché piace pensare che persone come lui non possano esistere.
Adelle Waldman ha scritto una storia piena di domande e dubbi ai quali si trovano delle soluzioni solo a posteriori.
Non per questo è noioso o banale.
Chi legge si trova spesso d'accordo con i suoi personaggi che analizzano il rapporto uomo-donna da angolazioni diverse.
Non è da Oscar,ma un primo libro che fa risaltare le potenzialità della scrittrice,tagliente al punto giusto.
"Un tempo Aurit gli aveva esposto un sistema di categorizzazione dei tipi umani che gli era parso utile. Diceva che c’era gente orientata in orizzontale e gente orientata in verticale. Gli orizzontali si occupavano unicamente di ciò che pensavano gli altri, cercavano di farsi accettare o stimare dal prossimo. I verticali erano ossessionati da un qualche tipo di «verità» alta, in cui credevano ciecamente e che volevano annunciare a chiunque avessero di fronte senza chiedersi se gli interessava o meno. Gli orizzontali erano falsi, ipocriti, mentre i verticali piú estremi mancavano di qualsiasi dote sociale, erano quelli che vivevano in strada annunciando l’apocalisse. La gente normale sta nel mezzo, ma tende da una parte o dall’altra."