Alba sporca
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Le circostanze e il destino
Dal regime di Salazar ai giorni nostri, passando per la Rivoluzione dei Garofani e la guerra in Africa, Miguel Souza Tavares ripercorre circa mezzo secolo di storia portoghese attraverso la vita del giovane architetto Filipe Madruga. La nascita, la morte della madre, l'abbandono da parte del padre, la vita con i nonni paterni, gli studi, la carriera, una sconcertante verità che viene a galla. Una biografia bella e toccante che raccoglie tre generazioni, dal nonno Tomaz da Burra a suo figlio Francisco, fino ad arrivare al protagonista. Attorno a loro girano due fondamentali figure femminili, la bella Maria da Gracia, moglie di Francisco e madre di Filipe e soprattutto la nonna Filomena, moglie di Tomaz, forse il più bel personaggio del libro. Attraverso loro ci immergiamo nella vita del piccolo centro rurale di Medronhais de Sierra. L'asprezza della vita contadina, la lontananza delle istituzioni, la guerra e la rivoluzione. Ma anche le amicizie e le rivalità, gli amori e gli scandali, i punti di ritrovo come il Caffè Centrale di Manel da Toca o il Salone Moderno del barbiere Octavio, veri centri nevralgici della comunità maschile, mentre per le donne il mondo ruota attorno alla chiesa e ai sermoni di Padre Anselmo. Nel racconto la parola passa di volta in volta dai nonni al nipote, in continui salti temporali e cambi di punti di vista cui partecipano anche Francisco e Maria da Gracia in maniera epistolare. Questa è sicuramente la parte migliore del libro. Da qua in poi l'opera cala notevolmente. La scena si sposta a Odemar, dove un Filipe ormai trentenne e affermato si ritrova a dover fare i conti con un presente ed un passato difficili. Il presente lo vede invischiato in torbidi affari di politica marcia, di speculazione edilizia, di minacce e corruzione. Il passato torna a galla facendo riaffiorare una vecchia storia di alcool, abusi sessuali, omissione di soccorso, in un'alba sporca di qualche anno prima da cui il romanzo prende il titolo. Elementi che potrebbero far pensare ad un avvincente thriller mozzafiato ma che invece, purtroppo, non vengono sfruttati a dovere. Non sono male né lo stile né la caratterizzazione dei personaggi, così come il realistico disegno di una società laida e corrotta. Tuttavia i nobili intenti di denuncia sociale non sembrano andare oltre un facile perbenismo, gli eventi scorrono in maniera prevedibile e la trama, banale e frettolosa, si chiude in un finale buonista e privo di enfasi. Un vero peccato vista la qualità della prima parte e le premesse che questa portava con se. "Noi uomini siamo animali: animali sempre in calore, un calore che a volte, ma di rado, è accompagnato da qualche sentimento. Tra noi e la nostra natura, tra noi e la disgrazia, ci sono giusto le circostanze. Null’altro ci ferma, null’altro può evitare la disgrazia: solo le circostanze e il destino".
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Amore, corruzione e soap opera
Tre uomini, tre generazioni. Nonno, padre e figlio. Attraverso i loro vissuti Tavares racconta dei cambiamenti cui è stato soggetto il Portogallo dagli anni '70 in avanti. Si parte dalla Rivoluzione dei garofani per approdare ai giorni nostri, in un mondo in cui gli errori del passato continuano a ripetersi.
Un vecchio contadino di poche parole vede la storia passargli davanti, un padre ciecamente convinto dal cambiamento molla gli affetti più cari nel nome degli ideali, un figlio cresciuto amorevolmente dai nonni, ora divenuto stimato architetto, cerca risposte riguardo i suoi genitori.
Tutto comincia con una sordida storia di alcol e violenza rimasta sepolta negli archivi delle autorità ed ora utilizzata come arma di ricatto.
I personaggi sono delineati con semplicità e cura, Tavares avvolge il lettore nei rituali di un microcosmo rurale, quello del paesino di Medronhais da Serra, in cui si vive da sempre allo stesso modo: lavorando i campi, giocando a domino, ingurgitando acquavite e chiacchierando del più o del meno nel negozio del barbiere.
Gli anni passano, la rivoluzione incombe e le persone, almeno la maggior parte, seguono ingenuamente quell'utopia che porterà a innovazioni in fin dei conti impercettibili, con la gente comune ancora una volta manipolata dal potere di governi che esaltando una nuova libertà continuano a far di tutto, tranne il bene dell'elettorato.
I vari piani temporali sono legati mirabilmente, sino a raggiungere i giorni nostri quando Filipe, il protagonista principale, è vittima di un tentativo di corruzione. Da questo punto in poi "Alba scura", ottimamente cesellato su fatti di vita quotidiana miscelati al cambiamento sociale, perde di slancio, impantanandosi in una denuncia per nulla eclatante, purtroppo troppo comune alle cronache attuali (di qualsiasi nazione) per interessare più di tanto. I nobili intenti perdono vigore e il racconto sbraga in forzature e coincidenze degne di una soap opera sudamericana dove l'impossibile è reale.
Un romanzo quindi trascinante solo a tratti, poi troppo forzato nella chiusura del cerchio anche se Tavares riesce a riferire di una paese allo sbando in cui la morale integerrima di pochi può ancora fare la differenza.