Acqua nera
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Mentre l'acqua nera le riempiva i polmoni...
Quando i libri ti chiamano non puoi sottrarti!
Stavo leggendo "Blonde", sempre della Oates, ma all'improvviso ho sentito l'impulso di chiudere il libro e leggere questo (che è più un racconto lungo che non un romanzo)...non so dire per quale ragione, ma non ho potuto farne a meno.
Qui ci troviamo di fronte ad una rivisitazione di un fatto di cronaca realmente accaduto: un noto senatore americano, nella sua Toyota nera, con un tasso alcolico non indifferente, perde il controllo dell'auto e finisce nelle acque nere e fangose di un fiume...lui si salva, la giovane ragazza seduta al suo fianco no.
(Il riferimento è chiaramente quello a Ted Kennedy).
Ed è proprio su di lei che si concentra la scrittrice, sugli ultimi attimi di questa ventiseienne, piena di vita, di speranze, di illusioni.
La narrazione è claustrofobica, angosciosa...si avvolge continuamente su se stessa: ci rappresenta la stessa immagine più e piu volte, senza essere ripetitiva, ma andando a sottolineare in questo modo la tragicità dell'attimo preciso in cui la ragazza capisce che sta morendo...
Riviviamo insieme a lei le ore precedenti l'incidente, quelle in cui lei conosce il senatore, non riesce ad opporre resistenza alla carica seducente che lui esercita su di lei, accetta le sue avance, non può e non vuole perdere l'occasione della sua vita...accetta di seguirlo per una notte di alcool e sesso...notte che non avrà mai luogo.
Non per lei.
La scrittura è rapida, nervosa, scarna e diretta, ti prende e ti porta in quell'abitacolo di auto, dove il livello dell'acqua, quell'acqua nera, fredda, maleodorante e assassina, sale sempre più, dove l'ossigeno inizia a mancare e la mente della nostra Kelly inizia ad andare avanti e indietro, tra passato, presente e futuro, in maniera irrazionale...come irrazionale è la sua convinzione che quell'uomo che le sedeva accanto (che l'ha sedotta, baciata e "scelta") e che è riuscito a salvarsi, calpestandola e facendo leva sul suo corpo, possa tornare indietro a salvarla, come un eroe.
Non sa, né saprà mai, che il primo pensiero di quell'uomo una volta fuori da quella maledetta auto, non è stato quello di chiamare i soccorsi, ma quello di salvare le apparenze, la sua reputazione e la sua carriera, incolpando lei dell'incidente...
Squallido ritratto della tracotanza, dell'egoismo e dell'uso e abuso del potere di certa classe politica...
Intenso, coinvolgente...l'Oates che piace a me!
"Mentre l'acqua nera le riempiva i polmoni, e lei moriva"...questa frase è ripetuta tante e tante volte, come un mantra...
Una lettura che lascia il segno.
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Un montaggio analogico
Un libro breve ma intenso, in cui sai già come va a finire ma che ti tiene incollato alle pagine. Sintomo, in genere, di buona se non ottima letteratura.
Della storia di Ted Kennedy e dell'incidente si è detto tanto o forse tutto. L'aspetto più interessante si ritrova proprio nel tentativo da parte di Oates di non riscrivere una storia già nota, limitandosi a denunciare la tracotanza del potere di fronte a tutto e tutti. Oates trascende dalla vicenda specifica per spingersi su di un piano diverso, oserei dire universale. Nel mondo ci sono tanti Ted Kennedy che girano per le strade, così come tante Mary
La sua scrittura, grandiosa per equilibrio ed efficacia, costruisce una vicenda ingabbiata nell'abitacolo dell'auto togliendo man mano il respiro. Un momento reiterato senza nessuna pietà per il lettore, che affonda suo malgrado e sa di non poter fare nulla. La conseguenza di questa scelta è un "montaggio" della materia narrativa, che non va avanti secondo una consueta linea cronologica, ma si riavvolge costantemente su se stessa aggiungengo particolari, emozioni, dettagli.
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Affondare nella palude
Angosciante e claustrofobico.
Il racconto romanzato e volutamente modificato rispetto alla realtà di quello che ancora oggi, dopo la scomparsa di entrambi i protagonisti, la storia ricorda come l'incidente di Chappaquiddick .
Impossibile, nonostante la non corrispondenza di nomi e date, non riconoscere i protagonisti: il senatore Ted Kennedy e la giovane Mary Jo Kopechne morta affogata all'interno dell'autovettura che il senatore guidava, rovesciatasi in una palude di poco più di un metro di profondità.
Lui riesce a forzare la portiera e a salvarsi, lei rimane incastrata e sopravvive, grazie a una bolla d'aria, ancora per un'angosciante mezz'ora.
Avrebbe potuto salvarsi, ma i soccorsi non furono chiamati e lei morì.
L’incidente costò a Ted, ultimo rampollo di una famiglia potente, ricca e sfortunata, la possibilità di correre per la Casa Bianca, chiudendo di fatto l’epopea dei Kennedy.
Non mi preoccupo di svelare la trama, perché in effetti i fatti sono noti e il libro è incentrato piuttosto sulle sensazioni, sui ricordi, sulle speranze, sulle paure di una giovane donna che non si rassegna a un destino che non sente come suo e, mentre il suo cervello perde progressivamente il contatto con la realtà a causa della mancanza di ossigeno, dipinge intorno a sè una realtà alternativa composta di schegge di immagini e sentimenti provenienti dal passato e dal futuro, senza d'altronde riuscire a cancellare l’angoscia e il terrore legati alla consapevolezza della morte imminente.
L’autrice, penna di primo piano della letteratura americana contemporanea, è davvero brava nel trattenere il suo lettore all’interno di quell’autovettura, costringendolo a un rapporto empatico con la povera ragazza fino all’ultimo momento.
Lo consiglio, a me è molto piaciuto.
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La Toyota a noleggio, guidata con impaziente esuberanza dal Senatore, filava lungo la strada sterrata senza nome, imboccando le curve con vertiginose sbandate strisciando sul terreno, poi, all’improvviso, uscì chissà come di strada per finire nell’impetuosa acqua nera dove, inclinata sul lato destro, affondò rapidamente.
Devo morire?... così?
[…]