Uno su mille Uno su mille

Uno su mille

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La trama e le recensioni di Uno su mille, romanzo di Alexander Stille edito da Garzanti. Un italiano su mille: era più o meno questa la proporzione di ebrei nella popolazione del nostro paese quanto nel 1938 entrarono in vigore le leggi razziali, con le quali lo stato fascista si dichiarava ufficialmente antisemita e dava inizio alla vergognosa persecuzione razzista. Fino a quel momento, tuttavia, ebrei e fascisti avevano convissuto, in un singolare miscuglio di benevolenza e tradimento, persecuzione e aiuto. Per raccontare l'esperienza degli ebrei nel momento più tragico della nostra storia, Alexander Stille ha seguito il destino di cinque famiglie, diverse per origine e ceto, ma anche nel loro atteggiamento verso il regime. Gli Ovazza di Torino avevano prosperato sotto Mussolini, tanto che il patriarca della famiglia aveva guadagnato un ruolo di spicco nel partito. I Foa, anche loro torinesi, avevano un figlio fervente antifascista e l'altro iscritto al fascio. I Di Veroli di Roma hanno lottato disperatamente per sopravvivere nel ghetto. A Genova i Teglio, in particolare Massimo, e i Pacifici hanno collaborato con la chiesa cattolica per salvare centinaia di ebrei. Gli Schönheit di Ferrara vennero spediti a Buchenwald e Ravensbrück dai fascisti italiani e dai nazisti tedeschi. Uno su mille , pubblicato per la prima volta nel 1991, è il frutto di una paziente ricostruzione storica, ma anche di una serie di conversazioni con diversi protagonisti e testimoni di quegli eventi terribili. Documentato meticolosamente ma appassionante come un romanzo, Uno su mille è diventato un classico, un libro importante. Ancora più prezioso oggi, quando i dibattiti sul fascismo si sono fatti molto semplicistici e caricaturali. Come scrive Alexander Stille, «fa paura pensare al giorno in cui non ci saranno testimoni diretti di quel periodo tragico… Non so immaginare il giorno in cui non ci sarà più nessuno in grado di dire: «mi dispiace, non è stato così, io c'ero».

Alexander Stille (1957) ha studiato a Yale e alla Columbia University, dove attualmente insegna giornalismo. Collabora con «The New Yorker», «The Nation» e «The New York Times» ed è spesso presente nei media italiani. Tra le sue opere. Uno su mille. Cinque famiglie ebraiche durante il fascismo (1991), Nella terra degli infedeli. Mafia e politica nella prima repubblica (1995), Andreotti (1995), La memoria del futuro. Come sta cambiando la nostra idea del passato (2003).



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Uno su mille 2011-01-12 23:01:01 Jan
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Jan Opinione inserita da Jan    13 Gennaio, 2011
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Stille ed il buon cuore.

Lessi questo volume di Alexander Stile qualche anno fa, era ancora pubblicato da Mondadori.
L'investigazione su cinque famiglie ebraiche durante il periodo dell'Italia razzista del dopo '38 è lucida e ben condotta.
Peccato che Stille, di origine moscovita, tenti sempre di portare a galla il famoso "buon cuore" degli italiani.
La convivenza "abituale" con la razza inferiore, i vari millantati salvataggi di bambini e di adulti avvolti in un mistico "dicitur" ma, ahimé, solo raramente provati e comprovati.
Ovvio, l'Italia non era il terzo reich...ma posso assicurare che si è difesa bene in quel momento.
E tanti, direi più di quanti vengano immaginati solitamente, si sono arricchiti con i soldi degli ebrei.
Esattamente come i tedeschi o i predoni infami ustasha, maledetto sia il loro sporco nome.
Il libro è bello, e lo consiglio.
Ma in vista del 27 gennaio, forse, sarebbe opportuno leggere qualcosa riguardo alla "Difesa della razza"...giornale razzista diretto da tale Telesio Interlandi.
Andava a ruba...!
Ci sarà una ragione. No?

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