Un posto più sicuro. La storia segreta della rivoluzione
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COME UN ROMANZO DI BALZAC
In “Un posto più sicuro”, seconda parte della “Storia segreta della rivoluzione francese” la Mantel entra nel cuore degli eventi, quelli che vanno da dopo la presa della Bastiglia fino all’assalto dei sanculotti alle Tuileries il 10 agosto 1792. Un periodo di fermenti, di caos, di mosse e contromosse, in cui le sorti della Francia e dell’intera Europa stanno andando in una determinata direzione, ma potrebbero ancora andare in quella opposta. Il merito dell’autrice della saga su Cromwell, vincitrice per due volte del prestigioso Booker Prize, è soprattutto questo: la descrizione della Storia come di un campo aperto, nel quale le aspirazione utopiche dell’ideale si scontrano perennemente con l’ambiguità del reale. Una molteplicità di prospettiva evidenziata dalla tecnica cinematografica del montaggio parallelo: tante voci, tanti punti di vista, i salotti alla moda, la corte, i giornali di propaganda, l’Assemblea, le stanze segrete, deputate agli arcana imperii, e infine le case private, riservate alla vita coniugale ma anche alle relazioni adulterine. Un mondo complicato, personaggi degni della “Commedie Humaine” di Balzac, dove né il bene né il male hanno i loro eroi e dove i grandi della Storia non sono più icone ma persone autentiche: se la monarchia e l’aristocrazia difendono i secolari privilegi, per paura o arroganza, quasi mai coloro che vorrebbero sottrarglieli lo fanno in nome di una società più equa. Intrighi e ambizioni personali pesano assai più delle offese al senso di giustizia e la “plebe” da tutelare non è che un’ombra irrilevante: significativo che l’idealismo, il solo senza macchia, di Robespierre crei imbarazzo nei suoi amici. «Eunuco», il nomignolo affibbiatogli da Danton, dice tutto!