Rosamund
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Realizzazione e senso del reale
Rose e Mary sono due affermate pianiste che girano il mondo, assaporando l’ esperienza artistica da sempre coltivata ed amata e continuando a vivere nel ricordo dei famigliari scomparsi, la madre, il padre e l’ amato fratello Richard Quinn.
Eppure gli anni a venire progressivamente le allontaneranno, mentre il soffio vitale soffierà lontano dall’ arte non riuscendo a colmare assenze evidenti.
La fine della Prima Guerra mondiale ha consegnato incertezza e cambiamenti, Rosamund si è maritata con un uomo repellente, una specie di nano, disonesto, bizzarro e ricchissimo, altro rispetto alla sua proverbiale bellezza e bontà.
Anche Nancy sta per sposarsi, mentre il pub sul Tamigi chiamato Dog and Duck, gestito dai pochi parenti rimasti, diverrà un rifugio sicuro per presente e futuro, il luogo della vita, dell’ esperienza e della memoria dove sostare ad ascoltare storie condivise ed aprire il proprio cuore.
Rose, la voce narrante, vive e soffre i cambiamenti di un presente senza certezze, riflette sul rapporto arte-vita e su una solitudine intellettiva ed affettiva aggravata dalla lontananza dell’ amata cugina Rosamund.
Medita su un’ idea di vanità incompatibile con la vera musica e su quei musicisti che credono di essere i soli in grado di cogliere l’ essenza sottraendo il processo artistico alla vita reale.
Lei e Mary non sono compositrici, ma interpreti di talento, e solo l’ amata Rosamund potrebbe trasferire la gioia artistica nel quotidiano, dopo un’ infanzia di povertà risollevata dal miracolo della musica.
Grazie al matrimonio della cugina Rose e Mary vivranno la speranza e la curiosità, trascorsi parecchi anni, di rimettere un uomo al centro delle proprie vite, per ritrovarsi di nuovo sole, abbandonate, l’ una al fianco dell’ altra, due bambine per natura ignare della solitudine.
Eppure la presenza vivida ed emozionale di Rosamund sarà eterna, perché lei è come quelle stelle che rimangono l’ una accanto all’ altra.
Ogni volta che Rose è stanca di lavorare vive nuovamente l’ illusione che tutto sia vuoto, la propria stanza, la casa, la città, il mondo; l’ idea di continuare a vivere senza i genitori e l’ amato fratello l’ha abbandonata presentandole le allucinazioni della solitudine.
Ancora una volta immaginerà che il ritorno di Rosamund ponga fine alle proprie paure, percorsa da un cambiamento che ne destituirà le certezze fino ad una nuova frontiera, l’ amore, un amore diverso, che la riconcilierà con se’ stessa consegnandola all’ età di mezzo e ad uno schema di vita definitivo.
Ora vede gli eventi per quello che sono, i morti vivono nel ricordo, i vivi ( le due sorelle ) con le proprie convinzioni inadeguate e distorte, mentre tutti, al Dog and Duck, hanno da sempre vissuto o hanno chiuso con la vita.
Di certo per Rose continua ad essere complicato esprimere la straordinarietà di un amore e della propria anima, ignorando i consigli ricevuti.
Oggi ha finalmente maturato la propria essenza ed identità di donna ed a questo punto il consiglio più saggio da darle sarebbe lasciarla fare di testa propria....
Terzo ed ultimo capitolo della saga della famiglia Aubrey, “ Rosamund “ conferma una scrittura intima, sensoriale, meditativa, riflesso di un mondo femminile ( nonostante il periodo ) dotato di vivacità intellettiva ed artistica e deciso a diffondere la propria voce.
Qui le protagoniste ( Rose in particolare ) non sono funzionali agli eventi ma li determinano, rifugiandosi in un mondo creativo-curativo che diviene limite al cospetto della vita reale.
Il superamento di questo confine, grazie agli occhi dell’ amore ed alle esperienze acquisite, permetterà a Rose di crescere, in una neo visione di se’ e del mondo, oltre il microcosmo di gioie, dolori e rimpianti di infantile memoria.
Il senso del racconto ci fa apprezzare una scrittrice di sicuro talento indirizzata alla ricerca di un senso, quella forza di desiderio e realizzazione con vista su verità, introspezione, legami, spiritualità, sguardo autentico sulla vita.