Profumi perduti
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resilienza
“Non siamo abituate a essere sfruttate, ingannate e maltrattate. Non ne abbiamo neppure bisogno.” Così risponde al marito durante un litigio una delle protagoniste di questo romanzo. Lei, sua cugina, la nonna e molte altre che le seguiranno sono le donne della famiglia Degnelly. Hanno in comune degli occhi di un grigio quasi trasparente. Freddo come il ghiaccio e capace di far paura. Sono donne convenzionali solo fino al punto in cui ritengano che questo possa essere a loro utile. Da quel punto in avanti sono eccentriche, addirittura rivoluzionarie e guai a criticarle. Non sono quello che si definirebbe come dotate di istinto materno, non sono dolci, amorevoli o portate verso la civetteria. Eppure gli uomini cadono ai loro piedi tentando in ogni modo di farle proprie e a volte illudendosi che sia così. I loro figli le detestano, le considerano prive di cuore e egoiste. Eppure tutta la famiglia si rivolge a loro quando ha bisogno di qualcosa di veramente importante da chiedere. Che siano soldi per vivere nel lusso, richieste di assistenza, oppure necessità di essere appoggiati per avere favori da altri. E in questi casi non sono capaci di dire di no: si spendono fino all’ultimo quando necessario anche rischiando la vita. In questo libro, il secondo di una trilogia che racconta la saga di questa famiglia la Link ci racconta la Germania che con difficoltà si rialza dopo la prima guerra mondiale. Ma quando sembra che fondo al tunnel ci fosse una luce ecco arrivare il nazismo e poi la secondo guerra mondiale con tuti i suoi orrori. Attraverso gli occhi di Felicia, Nicola, Belle, e delle loro figlie vediamo questo periodo da diversi punti di vista. L’amore che nonostante tutto si fa avanti prepotente, la preoccupazione per figli, fratelli e padri in guerra. Ancora il dramma di chi si rende conto di che cosa stia succedendo nei campi di concentramento. Il coraggio di chi aiuta ebrei e perseguitati politici, l’avidità con cui altri sfruttano la situazione. Il tutto senza ripararsi dietro moralismi, senza giudizi o pregiudizi. Mi è piaciuto molto questo libro: scritto con cura per i dettagli e secondo me tenendo conto se non di tutti i punti di vista possibili, della maggior parte di essi.
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Una gatta sconfitta senza nessuno al mondo!
"Ti sei mai sentita disperata in vita tua? Sola? Hai mai avvertito un vuoto incolmabile dentro di te,oppure ti sei mai ubriacata una notte per dimenticare quanto può far male la vita?“
Ecco a voi una frase del secondo capitolo della trilogia famigliare di Charlotte Link.
Essa narra le vicende di una grande famiglia che si ritrova ad affrontare la guerra,la fame,la morte misto a problemi quotidiani quale l'amore,l'infedeltà,il lavoro,le sofferenze d'amore. Ma tutto si riduce ad una fugale decisione: Vivere o morire? La nostra dolce Felicia che impareremo ad amare già dal primo libro e che riteniamo una ragazza e adesso una donna tutto d'un pezzo,una donna come molte vorremmo essere: forte,leale e di successo. Felicia l'eterna innamorata di Maksim che nonostante due figli non conosce altro amore se non per se stessa e per Maksim,ma Felicia non è la donna superficiale che tutti descrivono,noi attraverso questo libro conosceremo una Felicia innamorata della vita,di Lullin,di Maksim,di Alex,innamorata di se stessa e soprattutto della sua famiglia.
Una trilogia familiare da cui difficilmente ti stacchi. Ogni volta che chiudevo il libro mi rendevo conto che il tempo per loro si fermava,che ogni parole fissa su quella pagina rappresenta la storia di una famiglia che,in effetti,potrebbe veramente essere esistita. In questo romanzo,a differenza del primo,il concetto storico è approfondito molto di più intrecciando le vicende della seconda guerra mondiale con le vicende familiari.
Consigliato a tutti,ma un consiglio iniziare dal primo perchè merita veramente tanto.
Io ho già iniziato il terzo e ultimo capitolo è già so che questa famiglia mi mancherà...