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Parlami di battaglie, di re e di elefanti Parlami di battaglie, di re e di elefanti

Parlami di battaglie, di re e di elefanti

Letteratura straniera

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3 maggio 1506: Michelangelo sbarca a Costantinopoli, da cinquant’anni capitale dell’impero turco. Ha lasciato Roma, irritato con papa Giulio II che gli preferisce altri artisti, per accettare l’invito del sultano Bayazid il Giusto, che gli offre un compito e una sfida: disegnare un ponte che unisca le rive del Bosforo. Lo stesso progetto era stato affidato vent’anni prima a Leonardo da Vinci, e Michelangelo trova irresistibile la prospettiva di riuscire là dove il rivale ha fallito. Il fascino della città d’oro e di spezie lo avvolge e lo ammalia fin da subito. Sempre in bilico tra invenzione e ricostruzione storica, questo romanzo è il racconto di un sogno: quello dell’incontro – possibile e mancato – fra il genio del Rinascimento e la magia dell’Oriente.



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Parlami di battaglie, di re e di elefanti 2015-02-19 10:01:45 Sam93
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Sam93 Opinione inserita da Sam93    19 Febbraio, 2015
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what if...?

Questo romanzo storico prende le mosse da uno dei tanti "se" della storia: cosa sarebbe successo se Michelangelo fosse stato chiamato ad Istanbul dal sultano Bayazid? Prima di lui, anche Leonardo da Vinci era stato chiamato a progettare un ponte che unisse le due rive della città di Costantinopoli, ma il suo progetto era stato accantonato perchè troppo difficile da realizzare.
A dare un tocco di realismo alla storia ci pensa l'autore, che ci informa del ritrovamento di alcuni documenti appartenuti allo scultore, dai quali si può ragionevolmente supporre che fosse stato chiamato alla corte del sultano.
Il romanzo in sè non mi ha colpita particolarmente: i personaggi si muovono in una Costantinopoli viva, che a tratti sono riuscita ad immaginare; caotica, ricca, cosmopolita, una vera metropoli moderna. Ogni ambientazione viene ritratta quasi come fosse un quadro.
Tuttavia, al di là delle ambientazioni, poco altro mi ha coinvolta: la trama, che trae spunto da dei documenti reali, è stata inventata in modo da risultare abbastanza realistica, ma consiste in una serie di momenti raffigurati con delle parole. Ogni capitolo è come un quadro, un momento rubato alla vita dell'artista, elemento che non sono riuscita ad apprezzare a pieno, probabilmente per via del fatto che ho trovato la narrazione eccessivamente spezzata.
I personaggi sono fin troppo piatti: un accenno di caratterizzazione viene dato a Michelangelo, mentre gli altri sembrano trovarsi sulla scena quasi per caso, svolgendo il compito che è stato affidato loro, ovvero ostacolare l'artista nella realizzazione del suo progetto, ma senza che le motivazioni vengano indagate più di tanto (scelta peraltro coerente con le intenzioni dell'autore, che voleva mantenersi fedele ai documenti ritrovati, ma che ai fini della narrazione a mio avviso non è molto funzionale).
In definitiva, ho trovato il libro sicuramente ben scritto, ma carente di tutta quella parte romanzesca che coinvolge, tanto è vero che in alcuni passaggi mi è sembrato un testo saggistico mascherato da romanzo.

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Parlami di battaglie, di re e di elefanti 2014-04-03 14:55:49 silvia71
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silvia71 Opinione inserita da silvia71    03 Aprile, 2014
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E se Michelangelo...

Splendidi frutti di melograno segnano la copertina dell'ultimo romanzo del francese Enard, una giovane voce poco conosciuta nel nostro paese.

“Parlami di battaglie, re ed elefanti” classificato come romanzo storico, nasce dall'idea dell'autore di dare una risposta alla domanda “ ..e se Michelangelo fosse sbarcato a Costantinopoli per progettare la realizzazione di un ponte sul Corno d'Oro?”

Che Leonardo da Vinci fosse stato contattato dal sultano Bayazid per potergli affidare la costruzione di un ponte è dato certo, eppure Enard in appendice racconta di come recentemente siano stati rinvenuti dei carteggi appartenuti al Buonarroti, con schizzi di un ponte e dei rilievi di Santa Sofia.
Parte proprio da questo spunto la costruzione del romanzo che colloca il grande Michelangelo tra le strade dell'attuale Istanbul.
Correva l'anno 1506.

Quello che il lettore ritrova tra le pagine di questo romanzo è un Michelangelo ritratto con realismo, da parte di un autore che non improvvisa, ma dopo essersi nutrito di materiali e studi sul suo personaggio, ce ne trasmette un volto concreto e storico.
Piacevole e ben orchestrato l'intento di Enard, di far camminare un uomo dell'occidente, un uomo avvezzo a calpestare le strade di Firenze e di Roma, tra i vicoli di una delle più grandi città del passato, avvolta da costumi e tradizioni poco conosciuti.
Belle le immagini del fiorentino a spasso tra i profumi dei mercati, i cui occhi sono colpiti dai colori delle spezie essiccate e dei frutti dai sapori diversi.
Eppoi l'incontro con una cultura differente, i versi del poeta Mesihi di Pristina gentile ospite durante il soggiorno, gli abbigliamenti, i suoni, le danze.
La concretezza e la razionalità di un uomo occidentale che si misura con la fantasia, con la magia dei luoghi, con le emozioni, con i sogni.

Il narrare di Enard non è corposo, il suo essere descrittivo è dominato da un tratto rapido e poetico, fermandosi brevemente sulle immagini e sui soggetti ma catturandone il cuore.
A tratti diviene una lettura di flash emozionali, di scorci, di pensieri, che nell'insieme concorrono a creare il tempo ed il luogo.
Un romanzo breve, con capitoli veloci come un soffio, una trama che vuole intrecciare due mondi, una storia che riemerge dal passato vestita un po' come una fiaba.

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"Il tormento e l'estasi" di I. Stone
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