Nel cuore della notte
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Reale cangiante e spirito indomito
Nel cuore della famiglia Aubrey la vita sta cambiando ed è già cambiata; Rose e Mary coltivano il proprio talento di pianiste, Cordelia ha abbandonato la speranza di essere una violinista per inseguire un matrimonio di convenienza, Richard Quinn è un giovane acuto ed amabile, Rosamund sta studiando da infermiera, papà se ne è andato, forse è’ morto, mamma vive per le figlie rimpiangendo e sostituendosi al marito scomparso.
Rose continua il lungo racconto consapevole che i propri genitori non sono mai stati in grado di fare tutto ciò che le persone normali trovano semplice, ma anche capaci di esprimere gesti impensabili.
Figure diverse, un padre dissolto che non ha saputo amare la vita più che la propria famiglia, una madre che ha fatto della esclusione di ogni ovvietà il proprio talento.
Una infanzia disagiata ( nella percezione e nei fatti ) ha consegnato alle sorelle Aubrey la speranza di qualcosa di diverso dal semplice essere donne, cercando di cogliere le opportunità del mondo.
Le bambine di ieri sono oggi giovani donne, inglobate in rapporti stemperati da un gentile distacco e da una consapevole accettazione di una fragile diversita’; tutte loro, ai propri occhi ed a quelli altrui, sono cambiate, niente di cui meravigliarsi, il mondo stesso sta cambiando.
Cordelia non è mai stata amata, sempre gelosa ed ipercritica verso tutti, al contrario di Richard Quinn, un giovane maturo dalle idee e dall’ eloquio brillante, così diverso dalle sorelle ed iperprotettivo nei loro confronti, che non serba rancore e vive assecondando un piacere fisico e mentale.
Nel frattempo Rose dubita del proprio talento artistico e di quello di Mary e viene da lei rassicurata in quel lungo e complicato percorso che è la strada verso il successo.
Spesso il personale e problematico rapporto con il mondo sta nella propria lontananza da esso, un luogo in cui gli uomini sono così orribili e non resta che il rifugio della propria infanzia, l’ amata musica.
Una casa colorata di felicità se non fosse sopraggiunta la guerra, annullamento della vita estraneo a qualsiasi volontà, il presente un capezzale a cui sedersi e su cui soffermarsi a riflettere tra partenze dolorose ed un universo femminile necessariamente condiviso.
Il futuro, ad eccezione della musica, pare un deserto, immerso in una sorprendente feroce disperazione, il passato irrecuperabile e tenebroso, inesplorato ed inesplorabile, ma più tenero di quanto si credesse.
Tutto in fondo è destinato a cambiare, cessare, dissolversi, eccetto la certezza di un amore e di quello che non si è riusciti a fare, riflessione protratta nel cuore di una lunga notte…
Secondo capitolo della saga degli Aubrey, vissuto dagli occhi e dalla prospettiva di Rose, distillato e concentrato cangiante di un piccolo-grande mondo femminile, specchio di sensazioni mutate e certezze consolidate.
La fragilità sentimentale, l’ incertezza infantile ed il puro egocentrismo hanno lasciato il passo al progressivo e tortuoso cammino nel reale, a gusti precisi e scelte definitive, a dolorose assenze e distacchi obbligati, alla crudeltà della guerra, ad una cognizione di se’ che è ormai presenza costante e non sempre condivisa, ad un progressivo dissolvimento famigliare, una vita che si allontana dalla calda presenza materna e dalla sofferta assenza paterna assumendone doni e responsabilità, l’ arte come compagna di vita e rifugio anche di concretezza.
Uno stile fluido, godibile, classicamente moderno accompagna una narrazione che sa scavare e mostrare profondità relazionale e forza del desiderio, ma anche fragilità ed interrogazione, coniugando realtà ed apparenza, espressioni di una forza amorosa ed artistica che continua a costituirne il marchio.
Indicazioni utili
Per una nuova alba
Secondo capitolo della trilogia dedicata alla famiglia Aubrey, naturale proseguimento in termini puramente narrativi di una vicenda già ben delineata nel primo volume, eppure accessibile anche ad una lettura isolata visto il buon raccordo offerto all’inizio. La voce narrante, Rose, ripercorre infatti la vita della sua famiglia per poi seguire, sul filo della memoria, i successivi sviluppi. Lei e le sue sorelle affrontano l’ingresso nella vita adulta: è il momento di inquadrare il proprio destino, consapevoli dei sacrifici necessari per perseguire la carriera da pianiste professioniste o per accettare la propria identità e percorrere nuove strade. È il doloroso momento della crescita ad essere rappresentato qui, quello che porta alla definizione più chiara della propria identità e che al contempo misura, irrimediabilmente, la distanza dal nucleo familiare: sorelle e fratelli diventano universi distinti ai quali non è poi così spontaneo o opportuno accostarsi come in passato e gli stessi genitori assumono una nuova identità, filtrata stavolta dalla maturata consapevolezza degli occhi di chi li vede e della mente e del cuore che li decodificano. La famiglia Aubrey, dunque, quell’universo atipico e compatto rappresentato nel primo volume non c’è più, qui ci sono i brandelli, i superstiti, eppure ancora capaci di aggregare a sé persone, affetti, amicizie vere. Il tempo scorre sempre lento, la lettura fiocca, una placidità ristoratrice accompagna il lettore e lo sorprende con le difficoltà della vita mentre irrompe la prima guerra mondiale a generare fratture insanabili e a modificare delicati equilibri. È la notte , il cuore della notte, il suo momento topico, il più buio, consegnato ad un epilogo commovente, delicato e struggente al tempo stesso, degno di una narrazione pacata, impalpabile dallo stile inconfondibile, una prosa limpida e chiara, avvolgente e rasserenante. Buona lettura.